Un report delle quattro giornate di Women Deliver a Copenaghen. Ecco alcune delle tematiche principali affrontate nella più importante conferenza mondiale su salute ed empowerment di donne e bambine
Si è svolta a Copenaghen, dal 16 al 19 maggio scorsi, la quarta conferenza mondiale “Women Deliver”, la più importante degli ultimi anni incentrata sui temi di salute, diritti ed empowerment di donne, ragazze e bambine. La conferenza ha riunito oltre 5.500 esperti internazionali, esponenti delle agenzie delle Nazioni Unite, leader di governi, organizzazioni della società civile, attivisti e giovani leaders provenienti da un totale di 164 nazioni. I fili conduttori della conferenza sono stati i sustainable development goals, gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dettati dal programma delle nazioni unite. Gli obiettivi sono stati analizzati adottando una prospettiva di genere ponendo donne e bambine al centro dello sviluppo, sia globalmente sia localmente. A tale scopo Peter Singer (amministratore delegato di Grand Challenges Canada) ha usato un simpatico e chiaro gioco di parole, chiedendo: chi è la vostra sustainable development girl?
Durante la cerimonia di apertura i panelists formati da Barkha Dutt, la principessa Mary di Danimarca, il primo ministro danese Lars Løkke Rasmussen, l'amministratrice delegata di Women Deliver Katjia Iversen, la direttrice generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Margaret Chan e molti altri tra cui Annie Lennox, hanno posto l’accento sulla necessità di assicurare che il mondo intero s’impegni ad adottare un’ottica di genere in ogni azione. Gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile rappresentano una grande opportunità per promuovere l’uguaglianza di genere, sulla quale è interamente incentrato il quinto obiettivo, che mira a “realizzare l’uguaglianza di genere e migliorare le condizioni di vita delle donne“.
Data gap
I dati sono uno strumento efficace per misurare problemi sociali ed economici e aiutano a pianificare interventi adeguati e sostenibili. La mancanza d’informazioni su donne e bambine è stato un tema ricorrente durante la conferenza. Il discorso è stato introdotto da Melinda Gates che ha esposto il bisogno di una più ampia e migliore raccolta dati, i quali non solo aiutano a determinare come e dove agire, ma permettono di vedere ciò che ancora non è visibile permettendo di intervenire su fenomeni nascosti. Ad esempio il lavoro non retribuito non rientrava nelle statistiche finché nei questionari si è aggiunta la possibilità di indicare le attività secondarie svolte. Nei risultati sono improvvisamente comparsi centinaia di migliaia di soggetti in più. Alcuni tra i dati relativi a donne e bambine importanti da raccogliere sono: luogo e data di nascita, ore di lavoro giornaliere, lavoro retribuito o non retribuito, utilizzo del tempo, se sono state vittime di violenza, come e dove muoiono. Da sottolineare è il potere dei dati come strumento di advocacy per richiedere a politici e ministri maggiori investimenti nei meccanismi di governo che si occupano di uguaglianza di genere. Ne è esempio la storia dell’Onorevole Juliana Lunguzi, del Parlamento del Malawi, che grazie all’uso di dati ha convinto il ministro delle finanze ad aumentare il budget per la contraccezione ed è riuscita a fissare a 18 anni il limite minimo d'età per contrarre matrimonio nel proprio paese.
Violenza contro le donne e settore sanitario
La violenza di genere non è cambiata né diminuita negli ultimi anni. Resta un fenomeno esteso che coinvolge ogni parte del mondo. L’agenda per lo sviluppo sostenibile 2030 ha posto la violenza contro le donne al centro dell’agenda internazionale, confermandone la priorità. Esperte del settore hanno introdotto alcune strategie vincenti per affrontare questa grave violazione dei diritti umani. Bisogna pianificare azioni rispettando diversi punti. Le cosiddette "5p": protezione, prevenzione, perseguimento, punizione, partnership; "3r": repressione, recupero, reintegrazione; "3c": capacità, coordinamento, cooperazione (tra organizzazioni non governative, governo, società civile); "5a": azione, accesso, awareness raising (sensibilizzazione), alleanze (partnership pubbliche e private), accountability (responsabilità).
La violenza ha un forte impatto sulla salute e i diritti delle donne, poiché causa un maggior rischio di depressione, un maggior rischio di contrarre HIV e malattie sessualmente trasmissibili e aumenta il rischio di aborti in condizioni rischiose. Per queste ragioni il settore sanitario svolge un ruolo chiave. Donne che sono state vittime di violenze sessuali chiedono l’accesso a servizi sanitari e l’aiuto di operatori preparati e competenti. Migliore è il servizio offerto dall’operatore sanitario, migliore sarà la possibilità di recupero della vittima. Come migliorare i servizi a livello nazionale? La risoluzione Oms, 67(22) mira a rafforzare il ruolo del sistema sanitario nell’affrontare la violenza su donne e bambine e offre una base su cui pianificare azioni. I ministeri della salute dovrebbero supportare la risoluzione e adottare azioni concrete a livello nazionale, tra queste:
- Rafforzare la leadership del sistema sanitario nell’affrontare la violenza di genere;
- Rafforzare l’accesso ai servizi sanitari e le competenze degli operatori sanitari in materia di violenza di genere;
- Rafforzare i metodi per prevenirla;
- Migliorare le informazioni e i dati sulla violenza di genere.
In questo quadro non bisogna dimenticare il ruolo fondamentale dell’educazione, soprattutto a bambini e bambine per eradicare la violenza di genere.
Povertà
Lavorare a una diminuzione del numero di persone che vivono in condizioni di estrema povertà è la chiave per un mondo equo e sostenibile. Investire sulla partecipazione economica, politica, sociale e culturale delle donne è fondamentale per lo sviluppo economico di ogni paese. Sebbene negli ultimi anni si siano registrati miglioramenti nell’indipendenza finanziaria delle donne, Jim Yong Kim, Presidente della Banca Mondiale, elenca i molti problemi ancora da risolvere: le ragazze hanno ancora difficile accesso all’istruzione; 600 milioni di bambine vivono in povertà; 82 milioni sono spose bambine; la mortalità materna è ancora una delle cause principali di morte; il 50% dei casi di violenza sessuale avvengono contro bambine cdi età inferiore ai 15 anni; 2/3 delle donne nei paesi in via di sviluppo lavorano nel settore informale non retribuito; 1,2 miliardi di donne non hanno accesso alle istituzioni finanziarie; 1 donna su 26 in Africa muore per cause legate al parto o gravidanza (1 su 9000 in Europa). Per affrontare queste sfide e per permettere l’accesso delle donne al mondo del lavoro c’è bisogno di maggiori investimenti e soprattutto di una precisa volontà politica. Ogni paese e ogni comunità deve sapere che coinvolgere le donne è una strategia vincente.
Muhammad Yunus, Premio Nobel nel 2006, presidente del Yunus Centre e pioniere della micro-finanzia e del microcredito, è intervenuto promuovendo fortemente l’imprenditoria femminile. Il supporto finanziario alle donne permette loro di liberare la propria creatività e raggiungere l’indipendenza finanziaria. Cruciale è la fornitura di servizi bancari di risparmio, prestiti e fondi pensione, assicurazione e servizi sanitari, supporto tecnologico e formazione professionale.
Tecnologia è trasformazione
Come affermava Muhammad Yunus le tecnologie stanno contribuendo a cambiare il mondo in cui viviamo.
Il direttore esecutivo di Unicef, Anthony Lake, ha parlato del potere trasformativo della tecnologia, e del contributo che sta apportando al lavoro delle organizzazioni e allo sviluppo. Ad esempio Unicef utilizza un sistema d’invio di sms per assicurarsi che i servizi arrivino nelle comunità più remote e svantaggiate attraverso giovani reporter che garantiscono il servizio mandando degli sms di aggiornamento sulla situazione nella comunità. Sempre a proposito della tecnologia, Anthony Lake ricorda che 2/3 dei lavori che i giovani svolgeranno in futuro ancora non esistono. Per questo motivo si rivela indispensabile formare bambine e ragazze sull’uso della tecnologia per svolgere il lavoro del futuro. Investendo ora nella formazione si aumentano le possibilità di colmare il gender gap nel mercato del lavoro futuro.
Tuttavia, parlare di tecnologia non è semplice, e soprattutto non è universale. Uno dei problemi maggiori di cui si è discusso è la preoccupazione che il Sud del mondo resti escluso dal dibattito e dall'accesso alle tecnologie.
Differenze intergenerazionali
Durante una delle sessioni plenarie si è parlato di diversità generazionali e degli stereotipi ad esse collegate. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di lavorare in un ambiente ricco di diversità generazionali? È vero che i millenials sono prepotenti? I senior sono poco flessibili? Passare la palla alle nuove generazioni è una strategia vincente? Che ruolo devono assumente i leader senior?
I millenials (generazione del nuovo millennio o generazione Y), entrano oggi nel mercato del lavoro e si scontrano con la generazione precedente, abituata ad un mondo del lavoro completamente diverso. Per i giovani l’uso di tecnologie e la possibilità di smartworking è una priorità, a cui i senior ancora faticano ad adattarsi soprattutto per la mancanza di fiducia nel risultato. Tuttavia, il sistema sta cambiando e oggi è più facile essere flessibili, grazie ai molti modi di lavorare utilizzando i nuovi e più moderni strumenti. La flessibilità porta produttività e le politiche aziendali vanno cambiate. Molto probabilmente non esisterà una definizione di ufficio per i nati nel ventunesimo secolo. Agism (discriminazone basata sull’età) e sessismo sono strategie perdenti.
In sintesi
Investire nell'empowerment di donne e bambine apporta benefici all’intera società. Risolvere il pay gap aumenta la produttività. Includere le donne nei lavori ambientali aiuta a migliorare la condizione del pianeta. Se tutte le bambine andassero a scuola tutti ne beneficeremmo. Investire in empowerment non è solo la cosa giusta da fare ma anche la più intelligente. Donne e bambine non devono più essere viste come soggetti vulnerabili o come un problema da risolvere ma come forza trainante dello sviluppo.