La conoscenza si forma attraverso le parole. Con il glossario di Prossima inGenere vuole comporre un lessico minimo del mondo digitale. Molte espressioni ormai entrate nell'uso infatti restano spesso opache nel significato, il nostro obiettivo è quello di renderle più trasparenti. Oggi parliamo di cloud 

Cloud 

Prestito integrale dall'inglese, abbreviazione di cloud computing, espressione generalmente tradotta in italiano come "nuvola informatica", dove il termine cloud (nuvola) è una metafora per descrivere Internet. 

Nel dizionario Treccani è entrato come neologismo nel 2013 nelle due forme, sia quella estesa che quella abbreviata.

Definisce l'accesso a risorse informatiche (principalmente per l'archiviazione, l'elaborazione e la trasmissione di dati) tramite Internet. In questo modo, invece di essere salvate su computer o server locali, queste risorse sono disponibili da remoto, ospitate nei data center di un fornitore (provider) di servizi cloud, che si solito eroga questi servizi su richiesta (on demand) e a pagamento, secondo un sistema "pay per use" (pagamento in base all'uso). 

Gli utenti – molto spesso aziende – hanno così la possibilità di accedere a dati, applicazioni e software senza doversi preoccupare della manutenzione e dell'amministrazione delle infrastrutture informatiche, con vantaggi in termini di accessibilità, abbattimento dei costi e flessibilità: il sistema pay per use consente infatti di aumentare e ridurre l'accesso ai servizi cloud in base alle necessità del momento, senza dover pagare per risorse che potrebbero poi rimanere inutilizzate.

L'espressione "cloud computing" si riferisce contemporaneamente anche alla tecnologia che permette il funzionamento del cloud stesso, che implica la virtualizzazione di una struttura informatica. Il cloud computing nelle sue diverse forme è presente nella nostra vita di tutti i giorni, dal leggere la posta elettronica sul web alle piattaforme che usiamo per archiviare dati a quelle con cui guardiamo contenuti in streaming. Amazon Web Services, Microsoft Azure e Google Cloud Platform sono esempi di leader di fornitori di servizi cloud.

Ci sono tre principali modelli di servizi di cloud computing, che riguardano le infrastrutture, le piattaforme e i software, denominati Infrastructure-as-a-Service (IaaS), Platform-as-a-Service (PaaS) e Software-as-a-Service (SaaS).

La categoria base dei servizi di cloud computing è quella dell'Infrastructure-as-a-Service (IaaS), in cui l'utente può accedere su richiesta a risorse informatiche come server fisici e virtuali, reti, servizi di archiviazione e sistemi operativi con pagamento in base al consumo. 

Con il servizio PaaS (Platform-as-a-Service), gli utenti hanno invece la possibilità di usufruire di un ambiente in cui sviluppare, testare, distribuire e gestire applicazioni (sia per il web che per dispositivi mobili), con il vantaggio di non doversi occupare della manutenzione dell'infrastruttura informatica sottostante.

SaaS (Software-as-a-Service) è un metodo per la distribuzione di applicazioni e software tramite Internet, a cui gli utenti possono accedere direttamente dal web, senza doverli installare sui propri dispositivi.

Per quanto riguarda l'architettura del cloud computing, ne esistono tre tipologie principali: cloud pubblici, privati e ibridi.

I cloud pubblici sono di proprietà e gestiti da un fornitore di servizi cloud, che offre il servizio agli utenti tramite l'accesso alla rete.

I cloud privati sono invece di proprietà e gestiti da una singola organizzazione o azienda, che può scegliere di ospitarli nei suoi data center o di pagare, per farlo, una terza parte. Offrono un livello più alto di controllo e sicurezza dei dati.

I cloud ibridi offrono invece soluzioni a metà fra i cloud pubblici e quelli privati, garantendo maggiore flessibilità in base alle esigenze delle aziende.

Nonostante gli indubbi vantaggi che offre, il cloud computing solleva questioni legate alla sicurezza e alla privacy, soprattutto nel caso dei cloud pubblici. In linea generale, il mantenimento della sicurezza del cloud dovrebbe sempre basarsi sulla responsabilità condivisa fra fornitore e cliente nella gestione della sicurezza dei dati.

Il cloud computing ha rivoluzionato radicalmente il modo in cui persone e aziende accedono e utilizzano le risorse informatiche, offrendo un'alternativa flessibile ed economica alla gestione interna delle infrastrutture informatiche. 

L'utilizzo e la diffusione di questa tecnologia sono destinati a continuare a crescere: con l'aumento esponenziale del lavoro da remoto, sopratutto a partire dalla pandemia da Covid-19, sono moltissime le aziende che hanno trasferito in cloud tutte le proprie applicazioni, o che prevedono di farlo.

Riferimenti

Cloud computing nel Cambridge English Dictionary

Cloud computing nell'Enciclopedia Treccani

Cloud computing come neologismo, Treccani

Cos'è il Cloud computing secondo Google Cloud

Cos'è il Cloud computing secondo IBM

Cos'è il Cloud computing secondo Microsoft Azure

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