Il corpo è mio, e lo registro. Nuove iniziative in Spagna
Le donne spagnole hanno trovato un modo alquanto originale di ribadire che ciascuno sul proprio corpo è sovrano, e che perciò spetta solo alle donne decidere quando si parla di aborto. Sono andate cioè registrare il bene in questione - il loro corpo - al registro delle propietà.
"Cosa deve registrare?", "Il mio corpo", "Mi scusi, devo chiedere al mio superiore", hanno risposto alcuni impiegati sputiti sulle prime. Poi però molti di loro si sono trasformati in alleati, ha raccontato al quotidiano El Paìs l'artista e attivista madrilena Yolanda Domínguez, ideatrice dell'iniziativa.
Donne di tutte le età si sono messe in fila in sei città spagnole - Madrid, Bilbao, Barcelona, Pamplona, Siviglia e Pontevedra. Erano circa una quarantina per ogni città, e sugli appositi moduli hanno chiesto di registrare, con tanto di certificazione ufficiale, i loro corpi come loro proprietà. L'intento, racconta quest'altro articolo, e di "mostrare che il corpo delle donne non appartiene a nessun organo ecclesiastico, né di partito, in quanto la capacità di decisione spetta unicamente ed esclusivamente a noi, le donne".
L'iniziativa fa parte delle tante mobilitazioni e azioni di protesta che continuano a essere organizzate in Spagna, in opposizione alla proposta di legge per cancellare l'accesso sicuro e legale all'aborto. Le principali si trovano in questo post sul sito della rete Women Are Europe.