Madri single disoccupate: "welfare queen"
Sono disposte a vendere il cibo che possono comprare con i buoni pasti, a vendere il sangue, a vendere il Social security number (numero di previdenza sociale) dei propri figli, per ottenere il minino indispensabile per tirare avanti. Questo riporta l’Atlantic in relazione alle mamme-single povere americane.
Nel 1935 il Congresso istituì l’ADC (Aid to dependent children), poi cambiato in AFDP (Aid to families with dependent children), destinato ad assegnare contributi finanziari alle madri vedove. Dal 1992 le principali beneficiarie di questo assegno sono diventate le madri single, ma con il crescente ingresso delle donne nella forza lavoro le aspettative occupazionali nei confronti delle madri single hanno fatto sì che, sempre più, venissero malignamente considerate “welfare queen”.
Nel 1996 Clinton ha trasformato l’AFDE in TANF (Temporary assistence to need families), introducendo un limite di 5 anni e richiedendo alle madri di lavorare 30 ore a settimana per avere accesso all’assegno. Migliaia di mamme (in dieci anni son diminuite del 67%) di conseguenza hanno perso questi contributi. I pagamenti previsti dal TANF erano più alti nel 1970 che nel 2007 e negli ultimi 30 anni sono diminuiti del 35%. In generale i supporti provenienti dal Governo alle famiglie con redditi molto bassi sono aumentati, ma la loro distribuzione è stata iniqua: gli anziani hanno ricevuto nel 2004 il 20% in più di quanto ricevevano nel 1983, mentre i genitori single, con meno di 62 anni, hanno ricevuto il 20% in meno. Questo calo ha colpito soprattutto le famiglie monoparentali che raggiungono meno della metà del livello della povertà. Nel 2012 il New York Times ha valutato che attualmente fra le madri single con bassi introiti una su quattro é disoccupata e senza aiuti finanziari: grosso modo si tratta di quattro milioni di donne e bambini.
In tutto questo, continua a pesare su di loro lo stima di “welfare queen”, anche adesso che il welfare stesso è evaporato.