Gender equality, le leggi funzionano. Tre grafici spiegano perché
Più di un terzo dei paesi del G20 ha un mercato del lavoro regolato da leggi che limitano le donne nelle loro scelte. Dove invece il diritto del lavoro è attento alla gender equality questo corrisponde a guadagni evidenti in termini di parità: un tasso più alto di occupazione femminile, una riduzione del gap di genere nei salari e nelle carriere.
A confermarlo è l'ultimo studio del World Bank Group, Women, business and the law, la quinta edizione di una serie di rapporti biennali, che hanno l'obiettivo di misurare come il diritto ostacola la piena partecipazione delle donne all'economia in 189 paesi del mondo.
"Nessuna economia può raggiungere il suo massimo potenziale senza un coinvolgimento pieno delle donne e degli uomini" commenta nella prefazione Kristalina Georgieva, Chief Executive Officer della Banca Mondiale, eppure i dati ci dicono che sono 104 i paesi che ancora ostacolano la piena partecipazione delle donne nel mercato solo per il fatto che sono donne. 59 paesi non hanno leggi sulle molestie sessuali a lavoro e in 18 i mariti possono legalmente impedire alle mogli di lavorare".
I tre grafici sotto, tratti dal rapporto, mostrano chiaramente la correlazione stringente tra leggi e parità:
Un diritto del lavoro attento alla parità è associato a tassi più alti di occupazione femminile e salari più consistenti per le donne
Nei paesi dove le molestie sessuali sul lavoro sono proibite per legge ci sono più imprenditrici
Dove le leggi limitano le decisioni e le abilità delle donne, ci sono meno donne leader nelle istituzioni