Immersi dalla nascita nelle tecnologie digitali, bambine, bambini e adolescenti hanno bisogno di essere accompagnati verso un uso sicuro e consapevole di questi strumenti, dei loro rischi e delle opportunità che offrono. I dati di Save the Children che lancia una guida con consigli pratici per un'educazione digitale
Educare
al digitale
In Italia le ragazze trascorrono più tempo online e hanno maggiori competenze digitali, ma sono anche quelle che più di frequente incappano nei pericoli dei social media. Ce lo dicono gli ultimi dati diffusi da Save the Children Italia in occasione del lancio della campagna Educazione digitale, per promuovere un accesso competente e sicuro alla rete delle persone più piccole.
Oggi, e dopo la pandemia più che mai, sappiamo che "bambini, bambine e adolescenti crescono oggi in una dimensione onlife, in cui il mondo materiale e quello digitale si intrecciano, ma ciò non significa che abbiano gli strumenti necessari per rapportarsi consapevolmente con l’universo online" ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice generale di Save the Children. "La rete, infatti, può rappresentare una straordinaria opportunità di apprendimento e socializzazione, permettendo ai più giovani di esplorare e sviluppare nuove competenze, ma anche nascondere rischi di fronte ai quali i ragazzi non possono essere lasciati soli".
È proprio questo l'obiettivo al centro della campagna, che sostiene l'importanza di avviare un'azione collettiva partendo dalla sensibilizzazione delle persone adulte su questi temi.
I dati contenuti nel documento Educare al digitale. Dati utili per adulti consapevoli, curato dal Polo ricerche di Save the Children Italia e parte integrante della campagna, ci dicono che c'è ancora scarsa consapevolezza da parte delle famiglie italiane sulle conseguenze di un uso scorretto degli strumenti digitali per le persone più piccole: il 10% dei genitori di bambini e bambine fra i 3 e i 5 anni lascia sempre da soli i propri figli e le proprie figlie mentre usano dispositivi digitali, ed è meno della metà dei genitori, il 43%, ad affermare di essere a conoscenza del numero massimo di ore che un bambino o una bambina di questa età dovrebbe passare davanti a uno schermo (meno di un'ora al giorno, in presenza di una persona adulta che monitori i contenuti).
Sono troppe anche le bambine e i bambini che trascorrono il tempo davanti a TV, computer, tablet o cellulari già dai primi mesi di vita, nonostante indicazioni come quelle della Società italiana di pediatria raccomandino di non esporli agli schermi fino ai 2 anni di età. Le percentuali vanno dal 22,1% nella fascia dai 2 ai 5 mesi, fino ad arrivare al 58,1% tra gli 11 e i 15 mesi.
Passando alla preadolescenza, risulta che l’82% dei ragazzi e delle ragazze fra gli 11 e i 13 anni utilizza app di messaggistica istantanea come WhatsApp – e possiede quindi uno smartphone. La percentuale è leggermente più alta per le ragazze rispetto ai ragazzi (83,1% contro 81,2%), che possiedono anche in misura maggiore almeno un account social (50,4% contro 41%), nonostante il limite di età minimo per aprire un account sui social media stabilito dalla legge sia di 13 anni.
Le preadolescenti sono inoltre la categoria fra cui si registra maggiormente un uso problematico dei social media: comportamenti come l'incapacità di controllare il tempo trascorso su TikTok o Instagram e la sensazione di ansia o astinenza stando offline riguarda il 20,5% delle ragazze e l'11,3% dei ragazzi tredicenni. L'uso problematico dei videogiochi riguarda invece più i ragazzi che le ragazze di questa età (28,9% contro 18,4%).
D'altra parte, le ragazze sono più avanti dei ragazzi dal punto di vista delle competenze digitali, come confermano i recenti dati dell’indagine International Computer and Information Literacy Study (Icils).
Dalla pubblicazione di Save the Children emergono poi dati preoccupanti relativamente all'aumento dei casi di cyberbullismo, pedopornografia e adescamento di minori online, che nel 2024 sono cresciuti rispettivamente del 12%, del 6% e del 5% in confronto all'anno precedente. La fascia d'età più colpita dal cyberbullismo è quella fra i 14 e i 17 anni (68,9% dei casi), mentre l'adescamento online coinvolge nel 55,7% dei casi i giovanissimi e le giovanissime fra i 10 e i 13 anni.
Fenomeni che evidenziano l'importanza di accompagnare bambini, bambine e adolescenti nella dimensione onlife, a partire da strumenti adeguati a rapportarsi con i dispositivi digitali in modo sano e responsabile. Per questo, insieme ai dati, Save the Children ha diffuso anche Essere genitori nell'era digitale, una guida pratica pensata per genitori con figli e figlie fra i 5 e i 14 anni con consigli utili divisi per fasce d'età, per promuovere un uso consapevole delle tecnologie digitali.