Secondo un recente rapporto dell'Istat, in Italia bullismo e cyberbullismo riguardano più i ragazzi che le ragazze, soprattutto quelli di origine straniera. Segno che c'è ancora molto da fare per favorire una cultura dell'inclusione e invertire la rotta della maschilità violenta fra i più giovani
Bulli si
diventa
In Italia i ragazzi subiscono in misura maggiore rispetto alle ragazze offese e violenze da parte dei loro coetanei, mentre le adolescenti sono più soggette a fenomeni di esclusione. A dirlo è il rapporto Istat Bullismo e cyberbullismo nei rapporti tra i ragazzi, che analizza comportamenti offensivi, non rispettosi e violenti nelle relazioni fra ragazzi e ragazze, sia online che offline.
Il report fa parte dell'indagine Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri, condotta dall'Istat fra ottobre e dicembre del 2023 con l’obiettivo di raccogliere informazioni su alcuni aspetti chiave della vita quotidiana di ragazzi e ragazze: relazioni con amici e famiglia, utilizzo dei social media, povertà educativa, cittadinanza e senso di appartenenza, progetti per il futuro.
I dati riguardano 39.214 persone di età compresa tra gli 11 e i 19 anni residenti in Italia, sia italiane che straniere, e sono stati raccolti tramite un questionario online disponibile in italiano e altre 10 lingue (albanese, arabo, cinese, francese, inglese, romeno, russo, sloveno, spagnolo e tedesco).
Il report, infatti, ha posto un'attenzione particolare proprio ai ragazzi e alle ragazze di origine straniera, che, secondo i dati, sono il principale bersaglio degli atti di bullismo. I più colpiti sono i ragazzi di nazionalità rumena e ucraina (29,2% e 27,8%), seguiti da quelli di cittadinanza cinese (un caso su quattro), albanese e marocchina (oltre il 22%). Anche il cyberbullismo colpisce maggiormente i ragazzi di origine straniera (39,8%, contro il 33,3% di quelli italiani). Fra i ragazzi, la nazionalità più vessata è quella ucraina (47,8%), mentre fra le ragazze è quella cinese (41,2%).
Da un punto di vista di genere, il dato che più spicca riguarda la maggiore incidenza degli atti di bullismo fra i maschi (21,5%, a fronte del 20,5% tra le femmine), così come del cyberbullismo. Quest'ultimo ha riguardato il 34% dei ragazzi, e la differenza con le ragazze è di 7 punti percentuali.
Il bullismo, ricorda il rapporto, è "l’insieme di comportamenti offensivi, non rispettosi e/o violenti subiti in maniera continuativa", ossia tutti i giorni, più volte a settimana, o più volte al mese. Un fenomeno che riguarda sopratutto i giovanissimi fra gli 11 e i 13 anni (23,7%, contro il 19,8% dei 14-19enni).
Dal rapporto emerge poi che i ragazzi sono più inclini a mettere in atto azioni "dirette" verso i loro coetanei, che si traducono in primis in attacchi verbali, come offese e insulti. Questo tipo di comportamenti sono stati subiti da più della metà dei giovani intervistati (il 55,7%), mentre gli attacchi fisici come minacce e aggressioni hanno riguardato circa 11 ragazzi su 100.
Un segnale netto che la violenza come modalità di relazione ed espressione della mascolinità è molto radicata fra giovani e giovanissimi. Colpisce, inoltre, come le modalità aggressive crescano di pari passo con l'età: se i ragazzi fra gli 11 e i 13 anni sono quelli più colpiti da offese e insulti come forma di bullismo, minacce e aggressioni riguardano in misura maggiore quelli fra i 14 e i 19 anni.
Tra le ragazze, invece, c'è una maggiore tendenza a mettere in atto azioni di bullismo "indirette". L'esempio tipico sono pettegolezzi o calunnie diffuse con l'intento di diffamare ed escludere, subite dal 12,2% delle ragazze, contro l'8,5% dei ragazzi.
Altro dato interessante è quello legato alla distribuzione territoriale, che evidenzia come il bullismo sia più frequente nelle regioni del Nord-Ovest (71%) che in quelle del Sud (66,5%).
Nel complesso, questi dati ci parlano di quanto sia urgente educare fin da subito alle differenze culturali e all'inclusione, e sensibilizzare le giovani generazioni contro la violenza, sia offline che online. Soprattutto i ragazzi, affinché possano trovare altri modi per essere maschi.