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I dati di uno studio condotto sui paesi dell'Unione europea mostrano come abbiamo bisogno di uno sguardo di genere per rendere migliori e più giuste le nostre economie: in Europa le donne sono a rischio povertà anche quando lavorano
Nuovi dati, vecchi problemi, politiche migliori: un primo bilancio dal progetto ViVa di Cnr e Irpps nato per monitorare e valutare gli interventi di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne
Dopo un anno di pandemia, con gli stravolgimenti che ne sono seguiti per l'organizzazione del lavoro, i dati ci parlano di uno squilibrio persistente nella gestione del tempo e dei carichi di cura all'interno delle famiglie. Un'occasione persa per cambiare?
Nel 2020 in Italia ci sono stati 100mila morti in più, i matrimoni sono dimezzati e le nascite hanno subito un calo accentuato dalla contrazione dell'occupazione femminile. Intanto il governo ha annunciato l'istituzione di un assegno unico per i figli
Lavoro di cura e soft skill sono risorse sempre più indispensabili per le nostre comunità, ma quanto più sono strategiche tanto meno vengono valorizzate nel mercato del lavoro. Per colmare il pay gap, bisogna partire dagli stereotipi
Più precarie tra gli indipendenti, spesso a termine tra i dipendenti, le donne lavorano nei settori più penalizzati dai lockdown. Come la pandemia ha colpito l'occupazione femminile in Italia, un'analisi a partire dai dati dell'ultimo rapporto integrato sul mercato del lavoro
Ripresa: la valutazione di genere richiede chiarezza. Le parole non bastano, servono i numeri. Cominciamo da un obiettivo preciso, per avvicinarci alla media europea e uscire dalla crisi servono 1.554.503 occupate in più
Ripresa: cosa stanno pianificando gli altri paesi europei per ridurre il gap di genere? Un'analisi comparata con Spagna, Germania, Francia, Grecia e Portogallo