Il marketing
dei divorzi

Dal 1991 i divorzi sono più che quadriplicati: ogni 100 matrimoni ce ne sono quasi 49. Un dato che porta il segno delle trasformazioni sociali e culturali in corso, e che ha suscitato l'interesse della ricerca e del mercato
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Sicuramente il vicino di casa ottantenne non si aspettava di suscitare il mio interesse scientifico quando, con sorriso sornione, mi ha dato in mano il volantino intitolato Divorce planning, pianificare il divorzio.
Scopro invece che iniziano a diffondersi anche in Italia le agenzie di divorzio: aiutano gli ex coniugi nell'organizzazione legale, psicologica e pratica. L'agenzia fiorentina di cui parla il volantino, nello specifico, è attiva da due anni, creata da una donna che da sola si è trovata ad affrontare, oltre al lato emotivo del divorzio, avvocati, trasloco, gestione del cane, lavoro, una nuova casa, figli. Alla fine di questa avventura ha preso due decisioni: la prima è stata festeggiare con le amiche, la seconda aprire un’agenzia per aiutare chi attraversa la sua stessa difficoltà.
Ma l'iniziativa non è un caso isolato: oltre ad altre agenzie simili sul territorio italiano, a Milano è stato istituito il primo Corso per divorzio, seguendo una moda americana per vip. Il corso milanese è però gratuito, ha coinvolto 30 iscritti, ed è strutturato in tre incontri con una pedagogista, un esperto di psicologia clinica, un commercialista.
Agenzie e corso arrivano dopo le prime 'fiere per il divorzio'. Era il 2010 quando, sempre a Milano, si teneva il primo Salone del divorzio - Ex-punto e a capo. Dall’America all’Europa arriva la moda delle feste di divorzio, ed esistono anche le liste-divorzio, che prevedono il corredo per una persona sola, e la figura del divorce planner, l’equivalente del wedding planner.
A guardare ai dati è facile capire che l’idea, dal punto di vista imprenditoriale non è male: “in Italia c’è un divorzio ogni 4 minuti”, recita il volantino di Firenze. Ed effettivamente la fetta di mercato dei divorzi è sempre più ampia: per ogni 100 matrimoni ci sono 48,7 divorzi. Erano 20 ogni 100 nel 2007 (dati Eurostat). L’Istat rivela che i divorzi sono più che quadruplicati dal 1991 e che arrivano in media dopo 17 anni di unione, ma ben il 23,5% delle separazioni avviene dopo 25 anni di matrimonio, il 12% entro i primi cinque anni.
I divorzi riguardano in particolare la fascia d’età 55-64 anni. Quelli oltre i 60 anni vengono definiti grey divorce, divorzi grigi, e alla base del loro aumento ci sarebbero alcuni cambiamenti sociali avvenuti negli ultimi decenni: l’allungamento della vita media, che fa sì che non ci si accontenti di vivere altri 20-30 anni in una relazione insoddisfacente; la minor pressione sociale nel mantenere vivo un matrimonio, derivante appunto dalla maggior diffusione dei divorzi, ma anche, più in generale da un calo del ruolo simbolico del matrimonio; l'indipendenza economica delle donne, che ha creato maggiori possibilità per le donne stesse di affrontare le conseguenze della vita da sole, e infine, il nuovo ruolo dell’individualità, per cui la felicità del singolo è sempre più centrale rispetto alla felicità della coppia (si vedano i lavori della sociologa americana Pepper Schwartz sul tema).
È evidente che dal punto di vista sociologico e demografico il fenomeno è di interesse: è in mutamento, e sempre più esteso. L’attenzione dei ricercatori è quindi crescente. A ottobre a Firenze si terrà una divorce conference in cui demografi e sociologi si confronteranno sul tema. Sara il caso di coinvolgere l’organizzatrice di divorce party per organizzare la cena sociale della conferenza?