"La disuguaglianza è sempre una scelta politica", a dirlo è Lucas Chancel, autore principale del nuovo World Inequality Report appena diffuso dal World Inequality Lab, che presenta i dati aggiornati sulle disuguaglianze nel mondo analizzandole per distribuzione della ricchezza, reddito, genere e ambiente.
Nel 2021, spiega il rapporto "dopo tre decenni di globalizzazione commerciale e finanziaria, le disuguaglianze globali restano estremamente marcate: oggi sono ampie quasi quanto lo erano al culmine dell'imperialismo occidentale all'inizio del XX secolo. Inoltre, la pandemia ha esacerbato ancora più i divari".
I dati del rapporto mostrano che l'1% più ricco della popolazione, ha assorbito il 38% di tutta la ricchezza aggiuntiva accumulata dalla metà degli anni '90, con un'accelerazione dal 2020, e che oggi le disuguaglianze non sono solo un problema di paesi ricchi e paesi poveri, ma anche e soprattutto di quanto sono alte le emissioni di anidride carbonica all'interno dei singoli paesi.
Tra i capitoli, uno è dedicato all'"altra metà del cielo" e fornisce i dati della disuguaglianza di genere nei guadagni globali.
Complessivamente, dice il rapporto, la quota delle donne sul reddito totale da lavoro (reddito da lavoro) si avvicinava al 30% nel 1990 e raggiunge oggi il 34%. Le attuali disuguaglianze di genere nei guadagni rimangono quindi molto elevate: in un mondo in cui ci fosse davvero parità, le donne guadagnerebbero il 50% di tutti i redditi da lavoro. Invece in 30 anni i progressi sono stati molto lenti anche a livello globale. E le dinamiche sono state diverse tra i paesi, con alcuni che hanno registrato progressi e altri che hanno segnato una riduzione della quota di reddito femminile.
In generale, conferma il rapporto, le donne guadagnano solo un terzo del reddito da lavoro di tutto il mondo.