Proibire l'acquisto di sesso. La Francia vota e si spacca

Aggiornamento: nel pomeriggio di mercoledì 4 dicembre l'assemblea nazionale ha approvato la proposta di legge con 268 voti a favore e 138 contari. Via lemonde.fr. Su Libération una sintesi delle nuove norme.
Multe ai clienti delle prostitute, lotta al mercato del corpo online, educazione anti-sessismo nelle scuole e un insieme di nuove prassi per l’assistenza di donne e uomini che si prostituiscono. L’assemblea nazionale francese è chiamata a votare oggi, mercoledì 4 dicembre, la legge sul “rafforzamento della lotta contro il sistema della prostituzione”, presentata dai socialisti al governo e sostenuta da diverse associazioni tra cui Osez le Féminisme e Femen, fronte che si è schierato per un approccio “abolizionista”, si spiega nel testo della proposta di legge. Abolizinismo che secondo gli oppositori è stato richiamato per ricordare la più generale lotta alla schiavitù e dando per scontata in ogni caso una privazione della libertà da parte di chi si prostituisce (se ne parla in questo articolo su Gli Altri, molto critico verso tale posizione).
E il dibattito è divampato, tra manifesti dei “salauds” “maiali”- come s’è autodefinito un gruppo di 343 intellettuali che hanno firmato sul mensile Causeur la petizione “giù le mani dalla mia puttana”, e risposte indignate contro “l’appello che umilia le donne”, anche per il riferimento al manifesto delle 343 “salopes” in difesa nel 1971 della legge sull’aborto, argomenta su Le Monde Anne Zelensky, presidente della Ligue du droit des femme.
La legge introdurrebbe multe da 1.500 euro fino a 3.750 per l’acquisto del sesso e cancellerebbe il reato di adescamento, e nelle intenzioni dichiara di voler spostare la repressione dalle donne ai clienti. Obbiettivo che sarebbe del tutto mancato secondo le posizioni contrare all’approvazione della legge, accusata di fare una confusione continua tra prostitute e vittime, e in particolare tra prostitute migranti e vittime di tratta, e di mescolare volutamente l’esercizio della prostituzione come libera scelta alla violenza che può circondare questa pratica. Disposizioni che non fanno altro che rafforzare lo stigma sulle e sui sex workers, affermano in un’analisi punto per punto della proposta di legge le associazioni schierate sul fronte anti-probizionista, tra cui Strass, sindacato schierato per il riconoscimento dei diritti dei sex workers.
Maud Olivier e Catherine Cautelle, le deputate socialiste promotrici della legge insieme a Guy Geoffroy (Unione per un mvimento popolare), hanno difeso l'impianto delle nuove regole sottolineando che non si tratta solo di punire il cliente ma di contrastare un sistema in modo più ampio. Tra le novità del provvedimento anche un fondo di 20 milioni per contrastare la tratta e lo sfruttamento.
Nel dibattito attorno alla proposta di legge sono stati espressi pareri molto discordandi e opinioni antitetiche, anche all’interno dei movimenti femministi. Un’impostazione reazionaria che vuole imporre un modello unico di cultura e di emancipazione, secondo un Morgan Merteuil e Rokhaya Diallo, sex worker e militante la prima, giornalista e saggista la seconda. Il diritto di ciascuno di "vendere liberamente le sue virtù, e persino di trovarlo appagante” è stato rivendicato da Elisabeth Badinter, firmataria dell’appello dei clienti delle prostitute, femminista e filosofa di fama internazionale. All'opposto la posizione di un’altra figura del pensiero femminista e della filosofia d’oltralpe, Sylviane Agacinski, che invece è favorevole all’impostazione della legge: "A coloro che rivendicano la libertà di prostituirsi, che affermano la libertà di ciascuno di fare ciò che vuole del proprio corpo, risponde che questa libertà in realtà nasconde “l’ineguaglianza sociale tra acquirenti e venditori”, riporta un articolo di Ritanna Armeni sulle opposte idee espresse dalle due intellettuali.
Un dibattito antico e sempre attualissimo (qui a inGenere l'abbiamo lanciato con questo dossier, e in proposito abbiamo animato una sessione del Festival dell'economia di Trento del 2011). Due fronti, geograficamente, sono rappresentati dal “modello svedese” dove è illegale comprare prestazioni sessuali ma non venderne, e dallo tedesco, in cui la prostituzione è regolamentata. Ma anche in Germania si torna a parlarne, mettendo in discussione la situazione attuale, sulla base dell'idea che "la prostituzione non è un lavoro come un altro". Il mese scorso è uscito il libro Prostituzione. Uno scandalo tedesco, pubblicato lo scorso mese a firma della femminista Alice Schwarzer, mentre la rivista femminista Emma, fondata dalla stessa Schwarzer nel 1977, ha pubblicato una petizione contro la legge in vigore, sottoscritta da 90 personaggi sia di destra che di sinistra.
In Italia una proposta di legge per regolare e tassare la prostituzione è stata depositata al senato dalla Lega Nord sei mesi fa, mentre alcuni giorni fa il gruppo di centro destra della Regione Lombardia ha presentato la proposta di referendum per l'abolizione della legge Merlin.
Per approfondire gli argomenti sul tema prostituzione c'è il nostro dossier su prostitute e clienti.
Foto ripresa dal sito della rivista Internazionale.