1 donna su 3 vittima di violenza secondo l'OMS

Una donna su tre è vittima di abusi e la violenza domestica inflitta dal partner è la forma più comune (30%), ha denunciato ieri a Ginevra l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in collaborazione con la London School of Hygiene and Tropical Medicine e con il Consiglio sudafricano della Ricerca medica.

"I risultati di questo studio inviano un messaggio forte: la violenza contro le donne è un problema mondiale di salute pubblica di proporzioni epidemiche'', ha commentato Margaret Chan, Direttore generale dell'Oms.


Il rapporto è il ''primo studio sistematico'' mai condotto con dati globali sulla prevalenza della violenza contro le donne da parte del loro partner o della violenza sessuale inflitta da altri e rivela ''una statistica scioccante'', ha affermato Flavia Bustreo, vice Direttore generale dell'Oms per la salute della famiglia, delle donne e dei bambini direttore generale.

''Tutte le fasce di età sono colpite'', anche se con una minore prevalenza, pure le giovani o le donne in eta' piu' avanzata non sono risparmiate da questa violenza che ''colpisce inoltre tutte le regioni e le classi sociali'', ha detto Bustreo in una conferenza stampa.

Il rapporto stima il tasso di prevalenza in Africa è del 45,6%, nelle Americhe del 36,1% , per il Mediterraneo orientale, il 36,4% , in Europa (Russia e Asia centrela incluse) del 27,2%, nel Sud est-est asiatico del 40,2%, nel Pacifico Occidentale del 27,9%. Nei Paesi ad alto reddito è pari al 32,7% .

Lo studio mostra inoltre che, a livello mondiale, il 38% delle donne uccise lo sono state dai loro partner intimi e che il 42% delle donne che ha subito violenza fisica o sessuale ha subito ferite. Per le donne vittime di violenza da parte del proprio partner, la probabilità di depressione è quasi due volte piu' alta rispetto a chi non ne ha subite, cosi' come quella di avere problemi di consumo d'alcol. Salgono anche i rischi contrarre malattie sessualmente trasmissibli, di aborto e di aver un bambino con un basso peso alla nascita.

I compagni di vita sono ritenuti responsabili di una quota tra un terzo e la metà di tutti i femminicidi, mentre solo il 6,3% degli omicidi maschili avviene per mano della partner. Il Paese dove le donne sono più a rischio è il Sud-est asiatico, dove più della metà (58,8%) degli omicidi avviene per mano di mariti, fidanzati o compagni. A seguire ci sono i Paesi ad elevato reddito (41,2%), tra i quali è presente anche l’Italia; le Americhe (40,5%) e l’Africa (40,1%). Nei Paesi a medio e basso reddito europei e del Pacifico occidentale i femminicidi ad opera del partner sono molto meno frequenti, circa un caso su 5, e nelle regioni del Mediterraneo orientale ancora meno (14,4%).

Lo studio ha analizzato in maniera sistematica i dati relativi a 169 Paesi negli ultimi 20 anni. In particolare sono stati presi in esame 492.340 casi di omicidio, da 118 studi condotti in 66 Paesi. E secondo gli autori, in almeno in un caso di femminicidio su 5 non sono stati riportati legami, pur esistenti, tra assassino e vittima.


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