Le vignette della propaganda anti-suffragette

Storie


Agli inizi del Novecento, il diritto di voto era già stato esteso a diverse classi sociali, e potevano votare anche persone di differenti gruppi etnici. Purché fossero tutti uomini.

Le donne cominciarono a lottare fin dall'Ottocento in diversi paesi per ottenere il diritto di voto, ma prima che ci riuscissero, parecchi anni dopo, furono variamente ridicolizzate, ostacolate, derise. Le loro erano proteste pacifiche e civili, almeno secondo gli standard odierni. Ma all'epoca furono considerate immorali, oltraggiose, indecenti. Soprattutto ridicole: pretendevano di essere trattate come gli uomini! Come ricorda una galleria di vignette dell'epoca, raccolte l'anno scorso dal magazine The Week per ricordare l'anniversario, quest'anno il novantaquattresimo, del riconoscimento del diritto di voto alle donne negli Usa. 

Nelle vignette le suffragette venivano dipinte come vecchie zitelle acide, bisbetiche violente, accanite fumatrici di sigari in abiti maschili. Per lo più la propaganda anti-suffragette tentava la ridicolizzazione attraverso la presa in giro e l'umorismo derisorio. 

Il 18 agosto del 1920, dopo una lunga serie di proteste e azioni per l'epoca molto coraggiose, negli Stati uniti fu approvato il diciannovesimo emendamento della costitusione, che riconosceva per la prima volta la possibilità anche per le donne di votare. 

Un video, sulle note di una celebre hit di Lady Gaga e realizzato da Soomo Publishing, ricorda le azioni e i successi di Alice Paul e le altre suffragette. 


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