L’estate di inGenere è ricca di consigli di lettura, visioni e racconti. Le abbiamo chiamate "playlist". In questa, Barbara Leda Kenny ci guida in un percorso a zig zag tra indagini femministe, romanzi, podcast e serie tv, alla ricerca di racconti intelligenti sull'esperienza della maternità

Madri, una proposta di
lettura e immaginazione

di Barbara Leda Kenny

Madri, madri tardive, madri giovani, madri single, madri lesbiche, madri adottive, madri con aiuto delle tecnologie, madri part-time, madri cattive, madri separate, donne che non vogliono essere madri. Oggi essere madri non prevede un copione unico, diventiamo madri in situazioni molto diverse tra loro ma il segno che accompagna la maternità oggi è sicuramente quello di essere una scelta ragionata e ponderata.

Non un destino, per niente naturale, sempre meno un obbligo sociale, anche grazie a tutte le donne che decidono di non avere figli è un’esperienza che le donne affrontano in maniera sempre più consapevole, forse anche per l’innalzarsi dell’età al primo figlio. In questo percorso di letture provo a tenere insieme spunti di riflessione diversi, perché se le donne vivono vite variegate, nella discussione politica e nell’immaginario collettivo trionfa la mamma degli anni 50: rassicurante, idealizzata, sacrificale.

Iniziamo dal numero che la rivista DWF ha dedicato alle Maternità Femministe, il prodotto di una lunga riflessione, nata all’interno della redazione e proseguita in quella che nella pratica di DWF prende il nome di redazione allargata, un gruppo di donne che sono, in modi diversi, in relazione personale e politica. Un percorso che “abbiamo deciso di raccontare in apertura, rompendo quello che da più parti è stato definito il tabù della maternità, come esperienza incarnata, nel femminismo” un numero che parla di lavoro di cura, di pma, di rapporto madre-figlia, di coppia, di corpo. Per indagare insieme cosa significa pensare la maternità oggi. 

Madri e no. Ragioni e percorsi di non maternità (Marsilio editore, collana Nodi). Partendo da sé, come nella migliore pratica femminista, dati alla mano e con grande curiosità, Flavia Gasperetti ci guida in una riflessione priva di luoghi comuni indagando le ragioni che portano sempre più donne alla scelta di non avere figli. Un libro che riesce a dare complessità senza banalizzare o cadere in facili partigianerie nel racconto delle scelte delle une o delle altre. Gasperetti svolge una vera e propria indagine, tra le domande, i percorsi, le posizioni e le scelte della non maternità, portando dati, esperienze e culture spesso in conflitto.

Rimanendo nel tema di chi sceglie di non avere figli una bella lettura è il romanzo di Sheila Heti Maternità. "Se voglio figli o meno è un segreto che nascondo a me stessa: è il più grande segreto che nascondo a me stessa". Una intensa e provocatoria riflessione sul desiderio, il dovere e il rifiuto di procreare.

Ne La figlia unica, Guadalupe Nettel esplora la relazione tra madri e non madri intrecciando le vite di quattro donne e una famiglia di piccioni. C'è chi non vuole avere figli, chi partorisce una bambina quasi morta, una madre single alle prese con un figlio violento, una madre mancata che diventa una baby sitter geniale. Il senso della storia è al confine tra maternità difficili e maternità condivise, architettato intorno alla vicenda di un uccello strano e troppo scuro accudito da una coppia di piccioni.  

Se questa estate viaggiate in macchina potete ascoltare il podcast M'amma non m'amma. Tra le domande a cui si prova a dare risposta: in che modo la società tende a sovrapporre la donna alla madre? Cosa hanno detto le femministe su questo tema? Come è cambiata l’immagine della maternità nei secoli? Che madri ci hanno raccontato nella letteratura? Come combattere il mito della madre perfetta? 

E se il mito della mamma è opprimente con Workin' moms (mamme che lavorano) è arrivato il momento di riderci su: una serie canadese ironica e irriverente sull'essere madri lavoratrici ma anche amiche, su Netflix (sei stagioni!) per affrontare insieme alle protagoniste le sfide di “tenere tutto insieme”. 

Infine, mi sarebbe piaciuto segnalare un libro intelligente che parli di quanto è divertente la maternità, non soddisfacente e tantomeno appagante, non un fattore identitario ma una fatica gioiosa. Di quanto sia una scoperta continua e una relazione in perenne trasformazione, di come ci obblighi a rispolverare la nostra bambina interiore. Un libro che racconti come la maternità non ci emancipi dall’essere figlie, anzi, ci riporti dentro la relazione con nostra madre ma in un modo che può essere molto dolce. Non mi è venuto in mente, ma forse qualcuna di voi questo libro femminista, non scontato ma allegro lo conosce e in questo caso scriveteci così lo segnaliamo.

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