Dall'8 al 10 ottobre torna DocuDonna

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DocuDonna, festival internazionale di cinema dedicato ai documentari diretti da donne, torna quest’anno a Massa Marittima, dall’8 al 10 ottobre, per proporre al pubblico produzioni interessanti con la regia di donne, provenienti da un vasto panorama internazionale. Una terza edizione in cui, in sede di selezione, sono arrivati 90 documentari da 23 paesi diversi anche grazie alla piattaforma filmfreeway.

Un appuntamento in presenza che riparte dallo sguardo delle donne sul mondo. “Le produzioni hanno avuto enormi problemi ci confermano la direttrice artistica e fondatrice del festival Cristina Berlini e la responsabile del comitato scientifico Silvia Lelli, riferendosi alle difficoltà che tutto il settore culturale ha dovuto affrontare con la pandemia però, in questo periodo di crisi, moltissime registe hanno usato il tempo in modo creativo, producendo una grande quantità di materiale documentario anche suggerito dalla loro nuova quotidianità”.

Ma non nascondono le difficoltà: “le registe fanno più fatica a emergere nel cinema commerciale, a maggior ragione in questo ultimo periodo, ma sono molto numerose nel documentario, forse perché è un genere molto meno commerciale”.  

A essere stati scelti e proposti anche in questa edizione sono prodotti caratterizzati “dalla ricerca di stili innovativi, dall’uso coraggioso delle tecniche e dalle tematiche affrontate”. E aggiungono: “come criterio abbiamo anche adottato quello di riunire nuove giovani registe e registe di fama ed esperienza internazionale, come Kim Longinotto, che ha apprezzato molto questa modalità non gerarchica, proprio per stimolare proprio le più giovani”.

Scartati, invece, i contenuti “troppo simili tra loro, sia a livello di tematica che di stile commentano Cristina e Silvia. Ad esempio, l’uso del materiale di archivio, pur molto interessante, conduce spesso a risultati troppo omogenei”.  

Fra i titoli del festival, Why didn’t you stay here for me? di Milou Gevers; il film di Kim Longinotto su Letizia Battaglia; En Ce moment di Serena Vittorini, Ailleurs, partout di Isabel Ingold e Vivianne Perelmuter;  The long river slides della regista olandese Sanne Rovers, e Sisters with Transistors dell’eclettica regista franco-americana, Lisa Rovner.

Lo sguardo delle donne si sente soprattutto a livello della scelta dei soggetti: “sono state privilegiate molte tematiche rappresentate dai punti di vista delle donne, e che nel cinema finora non erano presenti”. E concludono: “Anche in questa particolare fase storica c’è molto bisogno del coraggio delle donne, che emerge soprattutto nel genere documentario: non a caso le donne lo scelgono spesso perché è un ottimo canale per raccontare delle realtà che non sono mai, o raramente, state affrontate”. 

A cura di Elena Paparelli

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