Katy Hessel riscrive la storia dell'arte dal 1500 a oggi mettendo al centro le opere e i nomi di artiste che per troppo tempo sono rimaste escluse da mostre, libri, corsi, per un nuovo canone di riferimento 

Consigliati da noi. La storia dell'arte senza gli uomini

Conoscete almeno venti artiste donne? C'erano artiste attive prima del 1950? E prima del 1850? Chi si avventura nella Storia dell'arte senza gli uomini si trova davanti queste domande; le stesse che si è posta l'autrice, Katy Hessel, storica dell'arte e curatrice britannica, quando a una fiera d'arte si è resa conto che, fra le migliaia di opere esposte, nessuna era stata realizzata da una donna. Per questo, dal 2015 celebra ogni giorno le artiste donne tramite la pagina Instagram @thegreatwomenartists e un podcast dedicato. Il suo libro, uscito nel 2022 e pubblicato in Italia da Einaudi nel 2023, ha l'ambizione di "diventare un ulteriore testo di riferimento" per la storia dell'arte, "un supplemento e un ampliamento di ciò che ci è già noto".

Il titolo del volume, infatti, prende le mosse da quella che, almeno fino a oggi, era considerata la "bibbia" delle introduzioni alla storia dell'arte, La storia dell'arte di Ernst H. Gombrich: uscita per la prima volta nel 1950, perfino nella sua sedicesima edizione include una sola artista donna, costituendo così un canone della storia dell'arte che, come ci ricorda Hessel nell'introduzione alla sua versione della storia dell'arte, è dominato dalla narrazione maschile occidentale. La storia dell'arte senza gli uomini guarda quindi al canone di riferimento per contrapporvisi, smascherarlo e andarne a creare uno che includa il contributo di artiste che non siano maschi. 

Diviso in cinque parti, il libro traccia una panoramica della storia dell'arte, principalmente occidentale, dal 1500 a oggi. Attraverso le immagini e uno stile chiaro e accessibile, l'autrice ci guida alla scoperta delle opere, ma prima ancora delle identità e delle vite di artiste donne più e meno note, che, per facilitare la comprensione e collocarle nel contesto storico di riferimento, sono raggruppate all'interno dei vari movimenti che normalmente vengono utilizzati per definire le varie epoche della storia dell'arte.

Sfogliando le pagine, ci imbattiamo così in pioniere del Rinascimento come Plautilla Nelli, monaca domenicana che mise in piedi un atelier di sole donne nel suo convento; nell'espressività barocca di Artemisia Gentileschi – la prima donna artista del passato ad avere una mostra dedicata alla National Gallery di Londra, nel 2020. Leggiamo di come Eva Hesse, Alina Szapocznikow, Niki de Saint Phalle e Louise Bourgeois abbiano rivoluzionato l'immagine del corpo nell'arte fra gli anni Sessanta e Settanta, fino ad arrivare agli anni venti del Duemila con le "Nuove Maestre": artiste come Jadé Fadojutimi, Flora Yukhnovich e Somaya Critchlow, capaci di creare un ponte fra passato e presente trasportando ai giorni nostri la tecnica tradizionale della pittura a olio.

"Se non vediamo arte realizzata da un'ampia gamma di persone, non stiamo davvero vedendo la società, la storia o la cultura nel suo complesso" scrive Hessel. Sebbene la tradizione di studi in quest'ambito sia ancora relativamente recente, la narrazione, i canoni, come dimostra questo libro, sono destinati a cambiare.

Katy Hessel, La storia dell'arte senza gli uomini. Traduzione di Luca Bianco, Einaudi, 2023


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