Ricercheconciliazione, lavoro, paternità

Conciliazione e diritti sociali in Europa

Data pubblicazione: 12/2022
Autori: Caroline de la Porte, Zhen Im, Brigitte Pircher, Dorota Szelewa, Nuria Ramos, Jesús R. Mercader Uguina, Francisco Javier Gómez Abelleira, Ana Belén Muñoz Ruiz, Pablo Gimeno Díaz de Atauri
Committente: Commissione Europea

Una nuova ricerca esamina le potenzialità contenute nella direttiva europea sull'equilibrio tra vita professionale e privata. Pubblicato con il titolo Strengthening European social rights via the work-life balance directive?, il working paper è stato prodotto nell'ambito del progetto EuSocialCit, finanziato tramite il Programma Horizon 2020 per la ricerca e l'innovazione della Commissione europea.

La nuova direttiva europea sull'equilibrio tra vita professionale e vita privata (EU Work-life Balance Directive, WLBD) è nata con il duplice obiettivo di aumentare la partecipazione dei padri nella cura dei figli e la possibilità per le madri di mantenere e rafforzare il loro legame con il mercato del lavoro, e si avvale di due strumenti principali: il congedo di paternità, pari a 10 giorni, e il congedo parentale a tempo determinato, con un durata di 2 mesi, retribuito e non trasferibile.

Il working paper ha analizzato le modalità di applicazione di queste due disposizioni nei paesi europei focalizzandosi su due aspetti, quello normativo e quello relativo agli strumenti concretamente impiegati dai singoli Stati, in particolare l'accessibilità delle procedure di candidatura online e l'efficacia delle campagne di comunicazione messe in atto.

L'analisi mostra che i paesi nei quali non era previsto un congedo parentale retribuito prima dell'entrata in vigore della normativa europea (come Danimarca, Paesi Bassi e Polonia), sono fra quelli che prevedono di garantire una compensazione economica più alta. In paesi come la Spagna e la Germania invece, dove già precedentemente erano state adottate politiche per il congedo di paternità, non andranno ad apportare modifiche sostanziali dal punto di vista normativo. 

Per quanto riguarda le risorse e gli strumenti messi in campo, la ricerca rivela che ci sono differenze significative tra i vari Stati: in Polonia, ad esempio, il governo non sta realizzando campagne di comunicazione adeguate per incentivare il congedo parentale tra i padri, nell'ottica di mantenere inalterato lo status quo e fare in modo che continuino a essere prevalentemente le madri a richiederlo.

In sintesi, per comprendere le dinamiche del potenziale utilizzo dei diritti, la ricerca sottolinea l'importanza di prendere in considerazione gli aspetti normativi quanto quelli strumentali, così come la necessità di avere informazioni e procedure digitali il più possibile accessibili, e realizzare una comunicazione efficare, volta a rendere i cittadini consapevoli dei loro diritti.

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