Ricerchedisuguaglianze, lavoro, pari opportunità

A Milano il lavoro è donna

Data pubblicazione: 07/2016
Il mercato del lavoro milanese in un’ottica di genere
Autori: Roberto Cicciomessere, Lorenza Zanuso, Anna Maria Ponzellini, Antonella Marsala
Committente: Italia Lavoro
Area geografica: Milano

Il progetto EQuIPE 2020 realizzato da Italia Lavoro per conto del Ministero del Lavoro (Efficienza e Qualità del Sistema, Innovazione, Produttività e Equilibrio vita lavoro) ha proposto un nuovo modello per affrontare la questione dell’occupazione femminile in Italia, superando la logica della “tutela delle donne” e sperimentando nell’attività diretta d’informazione, formazione, orientamento e consulenza a favore di imprese, consulenti e parti sociali nuove misure di innovazione organizzativa che generano un legame diretto tra il lavoro delle donne e il recupero della competitività delle aziende.

Il lavoro di ricerca raccontato in questo volume, ha confermato un'ipotesi di partenza, quella che Milano è una città decisamente molto attrattiva per chi vuole una professione di qualità, dal momento che su 900 mila occupati che lavorano abitualmente in questa città, la metà è costituita da residenti in altre città, soprattutto della Lombardia, il lavoratore milanese è per quasi la metà una donna e sempre quasi la metà delle lavoratrici esercita professioni altamente qualificate (48%). Non mancano, tuttavia alcune criticità sulle quali occorre intervenire con appropriare misure, anche se potremmo dire che sarebbero considerate solo delle insignificanti deficienze se rapportate a molte aree del paese, soprattutto nel Sud.

Questa analisi del mercato del lavoro di Milano ci racconta, innanzitutto, che è possibile avere in Italia tassi d’occupazione femminili simili a quelli delle maggiori capitali europee (non a Roma) e una qualità del lavoro delle donne superiore a quello di molti paesi nordici, perché nel capoluogo lombardo, diversamente da Stoccolma, le donne, soprattutto quelle più giovani, non svolgono solo i tradizionali lavori altamente femminilizzati nella pubblica amministrazione, nella sanità e nella scuola, ma anche quelli che in precedenza erano appannaggio esclusivo degli uomini, come i tecnici dell’organizzazione e dell’amministrazione, dei rapporti con i mercato, delle attività finanziarie e assicurative (funzionari di banca, agenti assicurativi, periti, agenti di borsa e cambio), gli specialisti in discipline linguistiche, letterarie e documentali (scrittori, giornalisti, interpreti e traduttori a livello elevato, linguisti, filologi, archivisti, conservatori di musei), gli specialisti in scienze giuridiche (avvocati) e i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni. La stessa quota di donne libere professioniste sta raggiungendo velocemente quella degli uomini.

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