Ricercheinclusione, Europa, salute, povertà

Minoranze etniche e donne Rom in Europa. Un “case” per l’uguaglianza di genere?

Data pubblicazione: 03/2012
Ethnic minority and Roma women in Europe. A case for gender equality?
Autori: Marcella Corsi, Chiara Crepaldi, Manuela Samek Lodovici, Paolo Boccagni e Cristina Vasilescu
Committente: Commissione Europea, Direzione generale occupazione, affari sociali e pari opportunità
Area geografica: Membri UE27, Islanda, Liechtenstein, Norvegia
Abstract: 

Le minoranze etniche, e in particolare le donne rom, sono soggette a discriminazione multipla. Sono, cioè, particolarmente vulnerabili in termini di accesso all’istruzione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria, alle prestazioni sociali e ai servizi finanziari. Presentano, pertanto, elevati rischi di esclusione sociale e povertà.(...)

Le minoranze etniche, e in particolare le donne rom, sono soggette a discriminazione multipla. Sono, cioè, particolarmente vulnerabili in termini di accesso all’istruzione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria, alle prestazioni sociali e ai servizi finanziari. Presentano, pertanto, elevati rischi di esclusione sociale e povertà. 
Le donne costituiscono una componente sostanziale delle minoranze etniche svantaggiate nei Paesi europei, anche a causa della crescente femminilizzazione dei flussi migratori. A maggior ragione sono, dunque, necessarie strategie sensibili agli aspetti di genere e soprattutto capaci di contrastare le molteplici e simultanee discriminazioni che subiscono le donne rom. Affrontare le condizioni simultaneamente di rom e donne appartenenti a minoranze etniche è impegnativo, perché impone di considerare l’interazione di molteplici fattori sociali, culturali ed economici. 

 

Ciò significa che occorre predisporre specifiche politiche, ma anche attuarle in modo efficace. Tenendo conto dell’importanza dei sistemi di istruzione nel sostenere l’integrazione degli immigrati e della necessità di integrare gli approcci di workfare con le politiche di sostegno. Per raggiungere questi obiettivi appare necessario attivare il monitoraggio sistematico del divario di genere all’interno dei gruppi svantaggiati, la cooperazione transfrontaliera e lo scambio di “buone pratiche”, oltre alla valorizzazione del ruolo centrale giocato dalle istituzioni locali e dalle ONG.

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