La Commissione Europea, dopo più di un decennio di politiche a sostegno delle pari opportunità nella scienza, lancia una campagna indirizzata alle giovanissime. Ma sbaglia il tiro suscitando l'ira delle scienziate
Science it's a girl thing! Il flop
Nel 1999, sollecitata dalle associazioni di donne scienziate, la Commissione Europea istituisce l’Helsinki group, invitando rappresentanti di tutti i paesi membri a dibattere sia dello stato delle pari opportunità nella scienza sia delle soluzioni plausibili. E’ il primo passo di un percorso istituzionale che vede nella partecipazione delle donne alla scienza un fattore di sviluppo sociale e, non secondario, economico.
Nel 2011 l’European Commission's Directorate General for Research and Innovation inizia a lavorare a una grossa campagna indirizzata alle ragazze, fascia 13-18, con l’intento di creare un approccio alla scienza “girl friendly”. Numerosi studi nell’arco degli anni hanno infatti dimostrato come, a partire dalle prime fasi della vita e della socializzazione, le ragazze vengano scoraggiate ad occuparsi di scienza e tecnologia, considerati ambiti di intervento maschili e rappresentanti e proposti come tali. Inoltre, studi sugli stereotipi sulla scienza mostrano la figura dello scienziato come: maschio, anziano, pazzo e isolato.
Googlate la parola scienziato ed ecco cosa succede:
Sulla base di questi presupposti la campagna ha l’intento di combattere sia gli stereotipi di genere nella scienza, lanciando il messaggio “la scienza è una cosa da femmine”, che quelli sulla scienza stessa, lanciando il messaggio “la scienza è divertente, essere scienziate è bello”. C'è voluto più di un anno per preparare la campagna.
Fin qui tutto bene, ma…
All’inizio di giugno partono inviti per i gruppi di scienziate, per le scuole, per i progetti che lavorano su donne e scienza, per la stampa internazionale. Il 21 giugno, save the date, viene lanciata “Science is a girl’s thing”, parte lo spot della campagna e dalla sala si alzano borbottii che si tramutano in aperto disappunto.
Nei giorni seguenti il passa parola corre veloce, anche grazie ai social media, la polemica vola sul filo di twitter, il video che deve servire a lanciare la campagna viene percepito come un coacervo di stereotipi sessisti che pensa di abbattere degli stereotipi mettendone in campo altri. Il video viene rapidamente rimosso dal sito della Commissione e anche da quello della campagna. Ma la rete non perdona, su Youtube viene ripubblicato dagli utenti, e, anche se il video ufficialmente non c’è, viene comunque visionato migliaia di volte diventando oggetto di critica e discussione.
L’astronoma Meghan Gray rilascia un’intervista di critica alla campagna che viene visualizzata più di 70.000 volte in una settimana “E’ vero che la campagna va contro gli stereotipi su cos’è la scienza e su come sono gli scienziati e le scienziate, ma lo fa rinforzando gli stereotipi su cosa piace alle ragazze e come sono le ragazze”
Le polemiche montano obbligando la piattaforma europea delle donne nella scienza, organo rappresentativo delle varie associazioni e network europei di donne nella scienza, a prendere posizione e a scrivere una lettera formale di protesta indirizzata alla responsabile per la Commissione europea della campagna.
Ovviamente stupisce che la Commissione Europea, che ha promosso progetti sulle pari opportunità nella scienza per tredici anni, in stretto rapporto con le donne di scienza, faccia uno scivolone di questo tipo. Oltre il trailer però la campagna prevede tante attività, il sito è ben articolato e ricco di informazioni e di video videointerviste interessanti. Sarebbe un peccato se rimanessero sepolti sotto una valanga di polemiche.
Era proprio necessario parlare di make up per parlare con le ragazze? A quanto pare no, c'è chi ha lavorato sullo stesso target con un approccio pop ma di segno opposto: la casa discografica Rock Records, ha pubblicato un cd dal titolo Science Fair di canzoni scritte da cantanti famose insieme a scienziate, cantate tutte da donne e ragazze per incoraggiarle a studiare scienza. Pensate che sia un prodotto cheap? vi sbagliate di grosso, il video è veramente bello e la canzone niente male.
Finora hanno parlato gli adulti: sia nel definire i contenuti che nel commentarli, cosa dicono invece i ragazzi e le ragazze?
In questo video un adolescente (maschio) spiega perchè "science is a girl thing" non incoraggerà proprio nessuno e ne smonta i contenuti stereotipati:
E questo invece il video realizzato da una ragazza diciasettenne per "contagiare i miei coetanei del mio amore per la scienza" una video cover di LadyGaga per dirlo.