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Una recente indagine internazionale sulle competenze digitali ha rilevato che in Italia le ragazze hanno sorpassato i maschi nella computer literacy. Un segnale positivo, che conferma l'importanza di promuovere politiche educative per preparare le più giovani a diventare cittadine del futuro

Ragazze
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Credits Unsplash/Vadim Bogulov
Ragazze digitali

Le ragazze fra i 13 e i 14 anni in Italia sono più avanti dei loro coetanei maschi nelle competenze digitali, soprattutto quelle avanzate, che richiedono l'abilità di analizzare e sintetizzare informazioni e risolvere problemi complessi. 

Lo ha rilevato l’edizione 2023 dell'International Computer and Information Literacy Study (Icils), un’indagine promossa dall'Associazione internazionale per la valutazione del rendimento scolastico (International Association for the Evaluation of Educational Achievement) che valuta le competenze digitali e il pensiero computazionale degli e delle studenti di età compresa fra i 13 e i 14 anni. 

Questa fascia d’età è cruciale per lo sviluppo delle abilità necessarie ad affrontare le sfide della società contemporanea, dove la digitalizzazione è pervasiva, e le competenze digitali sono ormai fondamentali per partecipare attivamente alla vita economica, sociale e culturale, evitando il rischio di esclusione.

Oltre alle abilità di base nell’uso delle tecnologie, l'indagine Icils misura anche competenze avanzate come l’analisi critica delle informazioni e la risoluzione di problemi complessi. Un elemento distintivo dell'analisi è la valutazione del pensiero computazionale (in inglese computational thinking), essenziale per la programmazione e per affrontare un mercato del lavoro sempre più orientato alla gestione e all'interpretazione dei dati digitali.

L’Italia partecipa all’indagine dal 2018, quando i risultati hanno evidenziato la necessità di migliorare la preparazione digitale degli e delle studenti, per ridurre il divario rispetto ad altri paesi. 

L'indagine del 2023 ha segnato un progresso significativo per l'Italia, che ha migliorato le proprie performance collocandosi sopra la media internazionale. Un risultato che riflette gli sforzi intrapresi nel campo delle politiche educative digitali, del superamento dei divari formativi di genere, della formazione dei e delle docenti e dell’integrazione delle tecnologie nell’insegnamento.

Attraverso un’analisi comparativa internazionale, l'indagine 2023 consente di identificare buone pratiche e punti di forza e debolezza nei sistemi educativi, e di orientare le scelte per promuovere l’innovazione nell'ambito educativo. 

In questo contesto, il tema del divario di genere nelle competenze digitali assume particolare rilevanza, dal momento che la parità di accesso e utilizzo delle tecnologie costituisce una condizione essenziale per garantire un’istruzione equa e inclusiva.

Livelli di competenze digitali

Le competenze digitali valutate dall’indagine Icils sono suddivise in quattro livelli di complessità crescente: il livello 1, compreso fra 408 e 492 punti, valuta le competenze di base per effettuare operazioni elementari con il computer. Il livello 2 (493-576 punti) ha al centro le abilità intermedie per creare contenuti digitali, comunicare efficacemente e comprendere i rischi legati alla sicurezza.

Con i livelli 3 e 4 si passa alle competenze più avanzate: il livello 3 (da 577 a 661 punti), misura infatti le capacità avanzate di analisi critica e sintesi di informazioni digitali, con competenze trasversali di pensiero critico, mentre il livello 4 (oltre 662 punti) descrive la padronanza nell’applicazione critica e creativa delle tecnologie digitali, con sviluppo di soluzioni innovative e comprensione delle implicazioni etiche e legali.

Questi livelli consentono di analizzare e confrontare le competenze digitali tra paesi, evidenziando le aree in cui sono necessari interventi per favorire l’alfabetizzazione digitale e ridurre eventuali disuguaglianze, comprese quelle di genere.

Genere e competenze digitali 

Da un punto di vista di genere, l’analisi dei dati Icils 2023 rivela tendenze significative, sia a livello internazionale che in Italia.

A livello internazionale, nelle competenze digitali emerge un divario di genere a favore delle ragazze, che hanno ottenuto una media di 486 punti, mentre gli studenti maschi hanno totalizzato in media 467 punti, con una differenza significativa di 19 punti. 

Questo risultato segna un superamento del divario di genere che, nelle precedenti rilevazioni, vedeva i maschi generalmente più propensi all’utilizzo delle tecnologie digitali. L'inversione di tendenza potrebbe essere attribuita a una crescente partecipazione delle ragazze in ambiti di studio e di attività pratiche legate al digitale, nonché all’inclusione di approcci didattici più equi nei diversi sistemi scolastici.

È interessante osservare come, in diversi paesi, il vantaggio delle ragazze si manifesti anche nei livelli di competenze più avanzati (livello 3 e 4), suggerendo sia una maggiore sicurezza nell’utilizzo degli strumenti digitali che abilità superiori nell’analizzare e sintetizzare informazioni complesse.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, in molte nazioni europee e asiatiche le studenti dimostrano di aver colmato e, in alcuni casi, superato i coetanei maschi, evidenziando una crescente parità di genere nell’accesso e nell’uso delle tecnologie per scopi educativi.

In Italia, i numeri risultano ancora più rilevanti: nell'alfabetizzazione informatica e digitale (in inglese, Computer and Information Literacy, abbreviato in Cil) le ragazze hanno conseguito una media di 500 punti, contro i 482 punti dei maschi, con un vantaggio di 18 punti. Questo dato conferma che è stato colmato il divario di genere, e che le ragazze hanno sorpassato i maschi, dandoci la misura di come il sistema scolastico italiano stia progressivamente abbattendo le barriere di genere in ambito digitale. 

Rispetto alle precedenti rilevazioni, la differenza a favore delle studenti si è stabilizzata, a dimostrazione di un progresso continuo nella promozione di un’alfabetizzazione digitale più inclusiva.

A livello di macroaree geografiche italiane, il vantaggio delle ragazze è evidente in tutte le regioni, tranne nel Nord Ovest, dove comunque si osserva un livellamento e non si riscontrano scostamenti significativi. 

Questa omogeneità territoriale suggerisce che gli interventi per ridurre il divario di genere stanno producendo effetti uniformi su scala nazionale, nonostante persistano altre sfide, come l'appartenenza a contesti socioeconomici differenti, che potrebbero influenzare le opportunità di accesso e utilizzo delle tecnologie.

Un dato particolarmente interessante riguarda i livelli di competenza più avanzati di computer literacy, dove le ragazze italiane risultano più rappresentate (soprattutto nel livello 3 e 4), dimostrando una maggiore capacità critica e creativa nell’applicazione delle tecnologie digitali.

Nel pensiero computazionale si osserva un livellamento di genere, con punteggi medi equivalenti tra maschi e femmine (482 punti) che indicano un equilibrio nelle capacità di problem-solving computazionale.

L’analisi di genere dei dati Icils 2023 evidenzia dunque come l’Italia si stia allineando alle tendenze internazionali, mostrando non solo il superamento del divario di genere nelle competenze digitali, ma anche un rafforzamento delle performance delle ragazze nei livelli di competenze più elevati. Questa evoluzione positiva riflette l’efficacia delle politiche educative adottate negli anni e sottolinea l’importanza di continuare a investire in percorsi formativi digitali equi e inclusivi.

Un cambiamento positivo

Un aspetto di particolare rilievo emerso dall’indagine Icils 2023 riguarda il progresso significativo compiuto dall’Italia rispetto al 2018: tra i paesi partecipanti, il nostro è infatti quello che ha registrato il miglioramento più ampio, passando da 461 punti nel 2018 a 491 punti nel 2023 nella scala delle competenze digitali (Cil), con un incremento di 30 punti.

Questo progresso può essere attribuito a una combinazione, nel primo ciclo dell’istruzione, di politiche educative più efficaci e a un maggiore accesso alle tecnologie digitali nelle scuole e nelle famiglie. 

Hanno contribuito diversi elementi, fra cui l’implementazione del Piano nazionale scuola digitale (Pnsd), che ha favorito l’integrazione delle tecnologie nei processi didattici, la formazione continua dei e delle docenti su metodologie innovative e sull’uso pedagogico delle tecnologie digitali, e gli investimenti infrastrutturali, che hanno ridotto il divario digitale tra le diverse regioni italiane, garantendo una connessione più stabile e un maggior accesso ai dispositivi digitali.

L’incremento nelle competenze digitali è stato omogeneo in tutte le macroaree geografiche italiane, evidenziando una crescita distribuita equamente tra Nord, Centro e Sud del paese, sebbene persistano divari interni. Questo dato è particolarmente rilevante, considerando che in passato alcune aree, specialmente quelle meridionali, avevano mostrato ritardi significativi nell’adozione delle tecnologie.

Il miglioramento, inoltre, ha coinvolto tutti i livelli di competenza, con incrementi evidenti non solo a livello delle competenze di base, ma anche tra chi ha raggiunto i livelli più avanzati (livello 3 e livello 4).

Particolarmente interessante è il rapporto tra genere e progresso: il miglioramento nelle competenze di computer literacy è stato osservato sia tra i ragazzi che tra le ragazze, contribuendo a livellare il divario di genere. Le ragazze, che erano già avanti nelle precedenti rilevazioni, hanno mantenuto il loro vantaggio, mentre i maschi hanno mostrato un tasso di crescita leggermente superiore. La tendenza è quindi quella di una maggiore equità nelle competenze digitali.

Infine, l’Italia si distingue anche per i progressi nel pensiero computazionale, dove ha ottenuto 482 punti, allineandosi così alla media internazionale. L’incremento in quest’ambito è legato all’introduzione di attività curricolari legate al coding e alla robotica educativa, che hanno favorito lo sviluppo di capacità logiche e di problem-solving tra gli studenti.

I progressi compiuti dall’Italia tra il 2018 e il 2023 rappresentano un successo significativo nel percorso di alfabetizzazione digitale e nel superamento delle discriminazioni formative di genere nell’ambito digitale, almeno per quel che riguarda il primo ciclo dell’istruzione e dunque entro la fascia d’età esaminata, indicando come le strategie adottate finora abbiano avuto effetti positivi e duraturi. 

Questo progresso fornisce una solida base per consolidare ulteriormente le competenze digitali degli e delle studenti e rimuovere ulteriori barriere di genere, come quella che si osserva negli ambiti informatico e digitale nelle scelte successive dei percorsi di studio e professionali.

Analizzando i dati statistici, le scelte universitarie sembrano dipendere sempre più da stereotipi di ruolo e molto meno da stereotipi attinenti alle presunte attitudini o competenze possedute o in corso di acquisizione dalle giovani, come confermato dai dati Icils.

L’Italia nel contesto internazionale

In generale, nel panorama internazionale delineato dalle rilevazioni Icils 2023, l’Italia si colloca in una posizione intermedia, con 491 punti nella scala Cil, superando la media internazionale di 476 punti. Questo risultato colloca il nostro paese alla pari con Croazia, Lussemburgo, Spagna e Francia, paesi con sistemi educativi comparabili per struttura e approccio didattico.

Rispetto ad altri paesi europei, l’Italia mostra performance superiori a quelle di Ungheria, Lituania e Slovacchia, ma resta distante dai risultati di paesi come Danimarca e Finlandia, noti per l’eccellenza dei loro sistemi educativi e per un approccio educativo basato sulla personalizzazione dell’apprendimento, o dei paesi asiatici.

Per quanto riguarda il pensiero computazionale, l’Italia ha ottenuto 482 punti, un valore che si allinea perfettamente alla media internazionale di 483 punti. Questo dato indica una crescente maturità delle e degli studenti italiani nell’affrontare sfide legate alla logica computazionale e alla programmazione. Anche in questo ambito, l’Italia dimostra un livellamento delle competenze tra maschi e femmine, evidenziando una parità di genere che riflette un approccio più inclusivo nella didattica delle materie Stem.

Un ulteriore elemento da considerare è il rapporto tra competenze digitali di base e pensiero computazionale: mentre le prime sembrano ormai consolidate, le abilità legate al pensiero computazionale richiedono un approfondimento curricolare e un potenziamento delle attività laboratoriali. Il rafforzamento di queste competenze avanzate rappresenta un obiettivo strategico per l’Italia, per ridurre ulteriormente il divario con altre nazioni.

Dal ritratto offerto da queste rilevazioni, l’Italia si presenta quindi come un paese in crescita nel panorama internazionale delle competenze digitali, con margini di miglioramento legati principalmente all’incremento delle abilità avanzate e al rafforzamento del pensiero computazionale. La parità di genere raggiunta in quest’ultimo ambito rappresenta un punto di forza da conoscere e valorizzare, consolidando percorsi educativi equi e inclusivi, in linea con le migliori pratiche internazionali.

Riferimenti

IEA, ICILS 2023 International Report: Preparing Students for Life in a Digital World, International Association for the Evaluation of Educational Achievement, 2023.

J. Fraillon, J. Ainley, W. Schulz, T. Friedman, E. Gebhardt, Preparing for Life in a Digital World: IEA International Computer and Information Literacy Study 2018 International Report, Springer, 2019.

Ministero dell’Istruzione e del Merito, Rapporto Nazionale ICILS 2023.

European Commission, The Digital Education Action Plan (2021-2027), European Union, 2020.

OECD, 21st-Century Readers: Developing Literacy Skills in a Digital World, OECD Publishing, 2021.

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