La formazione rappresenta uno strumento essenziale per consentire alle donne disoccupate di avviare con successo nuovi percorsi d’impresa. Lo confermano i risultati di Woment, una ricerca condotta a livello europeo, che spiega quali fattori ostacolano la propensione di molte donne a sperimentare una carriera imprenditoriale
Uno dei risvolti più drammatici dell’attuale crisi economica è la disoccupazione e in particolare la disoccupazione di lunga durata, fenomeni che compromettono la coesione sociale ed ostacolano la crescita. Le donne disoccupate sono il 13,2% e il 6,4% di queste sono disoccupate da più di un anno.
Il tessuto economico del nostro paese è costituito per il 99% da piccole e medie imprese. Sono i piccoli e medi imprenditori che creano occupazione, ma solamente un imprenditore su tre è donna. Da ciò si evince che il potenziale imprenditoriale delle donne deve ancora essere sfruttato come fonte di crescita economica e di opportunità d’impiego.
Tra le varie attività promosse dalla Commissione Europea per migliorare l’occupabilità delle donne è stato avviato il progetto Woment, un’iniziativa pilota promossa congiuntamente da Italia, Spagna, Polonia, Grecia e Bulgaria con lo scopo d’incoraggiare l’auto-impiego e stimolare lo spirito imprenditoriale nelle donne.
Nell’ambito di questo progetto è stata svolta un’indagine rivolta a donne disoccupate da almeno un anno, provenienti dai paesi partner e selezionate tramite annunci pubblici su giornali e social media. Inoltre, esperte del settore della formazione, dell’imprenditorialità femminile, della pubblica amministrazione e delle Camere di Commercio a livello europeo sono state coinvolte in una fase preparatoria di analisi, con l’obiettivo di identificare le competenze chiave necessarie alle donne disoccupate per avviare con successo un’attività d’impresa.
In generale ciò che è emerso dal confronto è la presenza di alcuni elementi che ostacolano fortemente i percorsi d’imprenditorialità femminile. Tra questi la paura del rischio, le difficoltà di accesso al credito e la difficoltà di conciliare vita privata e lavorativa.
Nello specifico, dal punto di vista delle competenze, ciò che principalmente è emerso dalle interviste alle donne disoccupate è un diffuso bisogno di abilità prettamente tecniche come competenze di finanza aziendale, capacità di redigere un business plan, capacità di marketing e negoziazione e competenze tecnologiche. Le esperte invece hanno evidenziato un bisogno di competenze trasversali, ovvero l’autodisciplina, la propensione al rischio, la capacità di concretizzare un’idea, il senso del profitto, la visione strategica e globale.
Le informazioni raccolte in fase di analisi sono state elaborate per pianificare e disegnare i futuri interventi formativi e i necessari strumenti di supporto per donne interessate ad avviare una propria attività imprenditoriale. Dal lavoro d’indagine svolto si evince che per promuovere l’imprenditorialità femminile è necessario: rimuovere barriere culturali e sociali che generano la paura del fallimento; eliminare le barriere legislative e amministrative; superare le barriere finanziarie facilitando l’accesso al credito e aumentando le competenze in campo finanziario; identificare figure modello cui le donne possano ispirarsi e cui possano rivolgersi per supporto.
Nel corso dell’indagine sono stati anche identificati gli strumenti ritenuti più idonei per un efficace intervento formativo: laboratori pratici, formazione basata sulla risoluzione pratica di problemi concreti, workshop con donne imprenditrici, presentazione di casi di successo e buone pratiche.
Sulla base delle informazioni raccolte sono stati messi a punto il profilo della donna imprenditrice in Europa ed una guida sulle buone pratiche in materia di promozione dell’imprenditorialità femminile a livello europeo; inoltre sarà definito un kit formativo rivolto a donne disoccupate presto disponibile online.
Il rapporto finale di ricerca, contenente i risultati dell’analisi svolta, conferma la necessità di intervenire in maniera radicale, focalizzandosi soprattutto sulla formazione pratica e sulla rimozione delle barriere che impediscono il diffondersi della piccola e media imprenditorialità femminile.
La formazione si conferma uno strumento essenziale per la promozione della cultura imprenditoriale tra le donne.