Uno studio calcola il rapporto tra aumento del prezzo degli immobili e la probabilità che i ragazzi lascino la famiglia d'origine. Un esempio: con un aumento delle quotazioni di 700 euro al metro quadro, la probabilità di lasciare la famiglia di origine si riduce di circa mezzo punto percentuale per gli uomini e di oltre un punto percentuale per le donne

Il mercato che blocca
i giovani dentro casa

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Tra il 1989 e il 2008 i prezzi nominali delle case sono più che raddoppiati in Italia, mentre l’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 75%. Gli affitti sono cresciuti di 80 punti percentuali nel periodo 1998-2006, a fronte di una debolezza ormai ventennale del reddito disponibile, che nel 2010 si collocava, in termini reali e procapite, sui livelli dei primi anni novanta. In un contesto che per i giovani è caratterizzato da elevata insicurezza lavorativa e da una tendenza alla riduzione del salario di ingresso nel mercato del lavoro, non compensata da una successiva maggiore progressione salariale, la crescita dei prezzi degli immobili può costituire un ostacolo all’emancipazione giovanile e un vincolo per le risorse che la famiglia di origine può mettere a disposizione dei figli per consentirne la formazione di un nucleo famigliare autonomo (1). Secondo i dati dell'indagine IDEA (acronimo che sta per Inizio dell’età adulta, 2004), oltre il 65% dei giovani in età compresa tra 23 e 37 anni che hanno lasciato la casa dei genitori ha ricevuto un aiuto economico per acquistare un’abitazione o per pagare un affitto; una percentuale che sale al 72% se consideriamo i giovani fra i 23 e i 27 anni.

Il protrarsi della permanenza dei giovani nella famiglia di origine ha assunto in Italia tratti sempre più marcati. Secondo i dati dell’Indagine multiscopo famiglia e soggetti sociali (Istat, 2010), nel 2009 circa il 60% degli individui con età compresa tra 18 e 34 anni viveva nella famiglia di origine, il 90% tra quelli con meno di 24 anni. Nonostante diverse ricerche abbiano evidenziato l’importanza dei fattori sociali e culturali quali determinanti del fenomeno della cosiddetta “famiglia lunga”, alcuni studi recenti mostrano come negli ultimi anni le ragioni economiche abbiano assunto un ruolo prevalente. Il lavoro “Leaving home and house prices: the experience of Italian youth emancipation” di F. Modena (Università di Trento e Euricse) e C. Rondinelli (Banca d’Italia) si inserisce in questo filone di letteratura, analizzando l’impatto esercitato dalle dinamiche del mercato immobiliare sull’emancipazione giovanile. L’analisi empirica utilizza i dati della componente panel dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane afferenti alle caratteristiche degli individui di età compresa fra i 18 e i 35 anni e riguardanti il periodo 1989-2008; le quotazioni medie relative ai prezzi di case e ai canoni di locazione sono desunte da Il Consulente Immobiliare.

Lo studio mostra che i prezzi delle case sono negativamente correlati con la propensione dei giovani italiani a costituire un nucleo famigliare autonomo: in media, un aumento delle quotazioni immobiliari di circa 700 euro (2) al metro quadro riduce la probabilità di lasciare la famiglia di origine di circa mezzo punto percentuale per gli uomini (dal 4,1% al 3,7%) e di oltre un punto percentuale per le donne (dal 5,2% al 4,0%).

Se consideriamo solo i non studenti (3), il prezzo della casa ha un impatto ancora maggiore: 0,7 punti percentuali per gli uomini (dal 5,3%) e circa un punto percentuale e mezzo per le donne (dal 7,7%). La coorte di persone nate tra il 1976 e il 1982 è stata quella maggiormente penalizzata nella transizione all’età adulta avendo subito, tra i 22 e i 29 anni, gli effetti della marcata ascesa delle quotazioni degli immobili residenziali. Per le famiglie più ricche, invece, la dinamica dei prezzi delle case risulta marginale rispetto alle scelte di emancipazione.

Un incremento delle quotazioni degli immobili residenziali riduce la probabilità di abbandonare la famiglia di origine per gli uomini occupati e per le donne disoccupate. In Italia il passaggio all’età adulta sarebbe scandito da una sequenza ben definita: la fine degli studi, la ricerca di un lavoro, il matrimonio o la convivenza e, di conseguenza, l’uscita di casa. L’istruzione, infatti, facilita l’acquisizione dell’autonomia (sia per le donne sia per gli uomini) e mediamente trascorrono sei anni tra la prima esperienza di lavoro e l’abbandono della casa paterna. Anche la disponibilità di credito ai giovani è determinante nella decisione di lasciare la famiglia di origine.

Infine, oltre ai fattori economici, lo studio evidenzia il ruolo giocato dalle istanze culturali nel processo che conduce all’autonomia delle donne italiane rispetto alla famiglia di origine: da un lato, il crescente valore attribuito all’indipendenza favorirebbe l’uscita di casa; dall’altro le responsabilità di cura (in particolare degli anziani) che vengono loro attribuite la ostacolerebbe (4).

Nel complesso, l’andamento del mercato immobiliare può quindi incidere in misura molto rilevante sulle scelte individuali e, per questa via, sulle dinamiche economiche aggregate.

 

Bibliografia

ISTAT (2010) Rapporto annuale, Technical report.

Mencarini L. , Tanturri M. (2006) Una casa per diventare grandi. I giovani italiani, l'autonomia abitativa e il ruolo della famiglia d'origine, Polis, 20, 3, 405-430.

Modena F., Rondinelli C. (2011) Leaving home and house prices: the experience of Italian youth emancipation. Temi di discussione (Economic working papers) 818, Bank of Italy, Economic Research Department.

Muzzicato S., Sabbatini R., Zollino F. (2008) Prices of residential property in Italy: constructing a new indicator, Questioni di Economia e Finanza 17, Banca d’Italia.

Rondinelli C. , Veronese G.F. (2011) Housing rent dynamics in Italy, Economic Modelling, 28, 540-548.

Rosolia A., Torrini R. (2007) The generation gap: relative earnings of young and old workers in Italy, Temi di discussione (Economic working papers) 639, Bank of Italy, Economic Research Department.

 

NOTE

(1) Tale attitudine avrebbe degli effetti in termini di trasmissione della disuguaglianza e di ridotta mobilità sociale.

(2) Pari a una deviazione standard nel campione analizzato.

(3) Il mercato immobiliare non sembra influenzare le scelte degli studenti, che difficilmente formano una famiglia indipendente.

(4) La probabilità stimata di lasciare la casa paterna è minore per le giovani donne (fra i 25 e i 35 anni) che vivono solo con il padre rispetto ai casi in cui sia presente anche la madre. Non c’è evidenza di questo fenomeno per gli uomini.