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Sconvolti. Viaggio nella realtà transgender (Alpes, 2017) di Chiara Dalle Luche e Roberta Rosin, indaga tutte le tappe della transizione sessuale per informare e sensibilizzare su un delicato viaggio alla scoperta di sé

Sconvolti. Viaggio nella
realtà transgender

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Corpi violati. Prima di tutto perché estranei a chi li abita. E poi perché, dopo il percorso di transizione fatto dalla persona transgender, si trovano a confronto con situazioni nuove, sperate e desiderate, ma ancora di non facile collocamento nella società.

Non è un caso che il titolo del libro da poco uscito per i tipi di Alpes (collana "Il Neo-Funzionalismo", 2017), scritto a quattro mani dalle psicoterapeute funzionali Chiara Dalle Luche e Roberta Rosin, abbia un titolo graffiante, Sconvolti. Viaggio nella realtà transgender

Un testo che, grazie alla narrazione di due storie di persone transessuali, Andrea e Sara, si propone di analizzare il percorso lungo e difficile di chi sceglie di riprendere contatto con il proprio corpo "violato" per approdare a una integrazione e una espansione del sé, migliorando il proprio stato di vita.

Dalla Luche e Rosin sono da molti anni attente alle tematiche relative all’identità e alle politiche di genere: la prima è vicepresidente dell’Associazione Consultorio Transgenere e socia dell'Osservatorio nazionale sull’identità di genere (Onig); la seconda è docente della Scuola di specializzazione funzionale e socia Onig.

Con questo testo le autrici si propongono di affrontare in maniera divulgativa ma non per questo non approfondita le tematiche relative a quella che – nell’ultima edizione del Manuale Diagnostico Statistico (DSM-5) – viene chiamata “disforia di genere” (parola greca composta da dys, “male”, e phérein, “sopportare”, che fa riferimento al disagio di chi si sente, appunto, straniero nel proprio corpo), per permettere a chi è interessato in maniera diretta o indiretta di avvicinarsi alla complessità di un percorso di conoscenza di sé più profondo, fuori dai tabù e dalle convenzioni sociali. 

 “Essenzialmente – ci spiega Chiara Dalle Luche - la scelta di queste due storie è stata dettata dall’esigenza di raccontare l’esperienza sia di un ragazzo che di una ragazza in transizione. Quando si parla di persona transessuale gli esempi riportati sono quasi sempre al femminile, mentre volevamo evidenziare come il percorso esista per entrambi i sessi. E poi volevamo raccontare il percorso di una persona che ha fatto l’intero viaggio di transizione con noi; come anche una persona che è arrivata in studio da noi a percorso concluso”.

“Con questo testo – le fa eco Roberta Rosin – il nostro desiderio è quello di togliere quella scorza di ignoranza che ancora oggi porta alcune persone a collegare il transgenderismo e il transessualismo con la prostituzione o comunque con stereotipie molto datate. In un momento in cui le nuove tecnologie portano facilmente a informarsi come a disinformarsi, è importante che ci siano esperti che accompagnino i percorsi di transizione con competenza e puntualità”.

Da qui l’idea di riportare nel libro anche le domande più frequenti sul tema, per sciogliere dubbi molto spesso riproposti da chi arriva in studio per una consulenza specialistica. 

“Se fino a pochi anni fa ascoltavamo le storie di molte persone adulte sui 30, 40 e anche 50 anni che avevano vissuto una vita obbligate da stereotipi di genere – racconta Dalle Luche - negli ultimi anni si sta assistendo a vari genitori che prima vengono a fare colloqui con noi e poi ci portano i figli adolescenti”. Ragazzi e ragazze, che, una volta sviluppati anche i caratteri sessuali, sentono con maggiore intensità la propria impotenza e la propria solitudine. Ma ci sono anche persone che iniziano un loro personale percorso pur essendo già genitori. 

“Sconvolti” ha il merito di indagare in maniera approfondita tutte le dimensioni del percorso di transizione – da quella psicologica e chirurgica a quella endocrinologica fino a quella legale, ponendo sotto la lente d’ingrandimento anche i contesti familiari, relazionali e sociali.

Il viaggio di consapevolezza narrato fa riferimento al protocollo Onig e si basa sul modello della psicologia funzionale. 

“Il lavoro che noi facciamo con tutte le persone in ambito clinico – chiarisce Rosin - è quello di riattraversare quelli che sono dei Funzionamenti di fondo che per tutta una serie di motivi, traumatici o meno, sono stati interrotti. È imprescindibile, dal mio punto di vista, non lavorare sul piano psicocorporeo, laddove il corpo è portatore di disagio. Tenendo sempre presente che il vero dolore è il dolore dentro, quello più invisibile agli occhi”. 

Se poi il disagio si manifesta già in età infantile, ai genitori è affidato il compito di ascoltare gli eventuali spunti che portano a interrogarsi sulla presenza o meno di una "disforia di genere". "Anche perché non esiste soltanto una mancata corrispondenza fra il sesso biologico e l’identità percepita – puntualizza Dalle Luche – ma c’è anche un discorso di varianza di genere che porta all’attenzione tutte le sfumature identitarie. Per questo è importante che anche a scuola si dia spazio alla questione del genere". 

È poi al clinico che resterà la responsabilità – grandissima  di fare una diagnosi differenziale soprattutto in epoca adolescenziale o post-adolescenziale, dunque dopo lo sviluppo puberale.

“In definitiva l’obiettivo del libro – conclude Rosin - non è quello che le persone debbano essere o non essere d’accordo; ma che possano permettersi di comprendere un certo tipo di sofferenza. Si tratta di entrare in un territorio di confine molto delicato, di grande dolore, che è però possibile capire”. 

Il cinema, da parte sua, già da tempo ha intrapreso un viaggio in questa zona di confine con film come La mia vita in rosa di Alain Berliner (1997); Boys Don’t Cry di Kimberly Peirce (1999) o Transamerica di Duncan Tucker (2005). 

I temi legati al trangenderismo sfuggono comunque alle statistiche ufficiali, nonostante siano presenti osservatori come l’Onig, nato nel 1998 con lo scopo di “favorire il confronto e la collaborazione di tutte le realtà interessate ai temi del transgenderismo e del transessualismo al fine di approfondire la conoscenza di questa realtà a livello scientifico e sociale e promuovere aperture culturali verso la libertà di espressione delle persone transessuali e transgender in tutti i loro aspetti"; oppure come il Mit (Movimento identità transessuale), che si pone l’obiettivo di tutelare il benessere e la salute di tutte le persone transessuali, transgender e genderqueer.

È per questo che le autrici hanno scelto di promuovere il libro in contesti che permettano di aumentare la sensibilizzazione sul tema. “Chiediamo di solito a persone in fase di transizione o che hanno compiuto la transizione di portare le loro esperienze – afferma Dalle Luche - che è poi il modo migliore di alimentare confronti aperti e sereni”.

Riferimenti 

Osservatorio nazionale sull'identità di genere

Movimento identità transessuale Italia

Sconvolti. Viaggio nella realtà transgender, Alpes, 2017