A Milano il lavoro è donna

Data pubblicazione
Autori
Roberto Cicciomessere, Lorenza Zanuso, Anna Maria Ponzellini, Antonella Marsala
Committente
Italia Lavoro

Il progetto EQuIPE 2020 realizzato da Italia Lavoro per conto del Ministero del Lavoro (Efficienza e Qualità del Sistema, Innovazione, Produttività e Equilibrio vita lavoro) ha proposto un nuovo modello per affrontare la questione dell’occupazione femminile in Italia, superando la logica della “tutela delle donne” e sperimentando nell’attività diretta d’informazione, formazione, orientamento e consulenza a favore di imprese, consulenti e parti sociali nuove misure di innovazione organizzativa che generano un legame diretto tra il lavoro delle donne e il recupero della competitività delle aziende.

Il lavoro di ricerca raccontato in questo volume, ha confermato un'ipotesi di partenza, quella che Milano è una città decisamente molto attrattiva per chi vuole una professione di qualità, dal momento che su 900 mila occupati che lavorano abitualmente in questa città, la metà è costituita da residenti in altre città, soprattutto della Lombardia, il lavoratore milanese è per quasi la metà una donna e sempre quasi la metà delle lavoratrici esercita professioni altamente qualificate (48%). Non mancano, tuttavia alcune criticità sulle quali occorre intervenire con appropriare misure, anche se potremmo dire che sarebbero considerate solo delle insignificanti deficienze se rapportate a molte aree del paese, soprattutto nel Sud.

Questa analisi del mercato del lavoro di Milano ci racconta, innanzitutto, che è possibile avere in Italia tassi d’occupazione femminili simili a quelli delle maggiori capitali europee (non a Roma) e una qualità del lavoro delle donne superiore a quello di molti paesi nordici, perché nel capoluogo lombardo, diversamente da Stoccolma, le donne, soprattutto quelle più giovani, non svolgono solo i tradizionali lavori altamente femminilizzati nella pubblica amministrazione, nella sanità e nella scuola, ma anche quelli che in precedenza erano appannaggio esclusivo degli uomini, come i tecnici dell’organizzazione e dell’amministrazione, dei rapporti con i mercato, delle attività finanziarie e assicurative (funzionari di banca, agenti assicurativi, periti, agenti di borsa e cambio), gli specialisti in discipline linguistiche, letterarie e documentali (scrittori, giornalisti, interpreti e traduttori a livello elevato, linguisti, filologi, archivisti, conservatori di musei), gli specialisti in scienze giuridiche (avvocati) e i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni. La stessa quota di donne libere professioniste sta raggiungendo velocemente quella degli uomini.