Esperta di tecniche editoriali e trattamento delle informazioni, Mariuccia Teroni è fondatrice e presidente di FacilityLive. Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua carriera di imprenditrice
Imprenditrici high-tech,
Mariuccia Teroni si racconta

1987, anno della laurea, della fine di un’epoca e dell’inizio di una nuova vita. L’anno dei cambiamenti, quello in cui diventare grandi per davvero, quello in cui decisi cosa avrei fatto della mia vita.
Sono nata a Palazzolo sull’Oglio, una cittadina ai bordi della Franciacorta e dopo il liceo mi sono trasferita a Pavia per frequentare l’università. Il mio percorso di studi e la vita universitaria mi hanno aiutata a maturare l’idea di provare a costruire qualcosa da sola.
La mia carriera di imprenditrice inizia in quel 1987 con la laurea in economia e commercio.
Non vengo da una famiglia di imprenditori: mio padre era un funzionario di banca e si aspettava che dopo la laurea tornassi a casa per continuare la tradizione bancaria di famiglia, quindi avevo bisogno di una storia credibile per non tornare. Lanciai a mio padre una sfida: di trattarmi come un figlio maschio e di darmi "l’anno del militare" per poter provare a modellare la mia vita da sola. Gli chiesi di mantenermi ancora un anno e gli promisi che, se non avessi ottenuto risultati, sarei tornata e mi sarei impiegata in banca per la pace familiare.
In quegli anni l'editoria stava cambiando velocemente, era in atto una trasformazione paragonabile alla rivoluzione di Gutenberg che, creando i caratteri mobili, aveva scomposto le ventisei lettere dell’alfabeto latino in singole unità combinabili tra loro consentendo la produzione seriale dei libri fino ad allora preziosi e unici risultati del certosino lavoro degli amanuensi. L'innovazione digitale avrebbe permesso, attraverso i bit, di superare l’idea fisica dell’atomo e qualche anno dopo, attraverso il web, di modificare in tutti noi la percezione del tempo e dello spazio.
L’industria editoriale cavalcò il cambiamento e io, che avevo imparato a usare bene il computer facendo la prima rivista universitaria privata in Italia - Student Magazine Pavia, cimeli che conservo ancora - mi trovai a lavorare in questo settore e in un ambiente, quello delle lavorazioni industriali, che è tipicamente – se non esclusivamente – maschile. Per circa 15 anni raccolsi e formalizzai tutta l'esperienza e conoscenza di processi, flussi e metodologie dei professionisti dell'analogico per ricombinarle, tradurle e rilasciarle in nuovi e formalizzati processi, flussi e metodologie digitali. Non fu tanto il genere a crearmi problemi nell'inserirmi in questo mondo, quanto la mia giovane età: mi confrontavo con professionisti esperti da cui avevo tutto da imparare, ma ero anche portatrice di saperi nuovi e ho dovuto vincere la loro diffidenza. Non è sempre stato facile muoversi in un mondo che stava subendo una trasformazione radicale in cui portare un cambiamento non sempre voleva dire essere capiti e amati, ma dal mio osservatorio privilegiato potevo intuire quanto le nuove tecnologie avrebbero cambiato le professionalità e l'organizzazione di molte aziende.
2015, tempo presente, sono fondatrice e presidente di FacilityLive, una start up high-tech che non solo ha sviluppato una piattaforma software per l’organizzazione, la gestione e la ricerca delle informazioni che ha ottenuto brevetti in 44 paesi nel mondo, ma ha anche una visione che motiva le sue scelte. Due anni fa, insieme a Gianpiero Lotito - che ha creato con me FacilityLive ed è stato compagno di viaggio nel mio percorso professionale - abbiamo deciso di non lasciare l'Italia, eppure la Silicon Valley avrebbe ben ripagato il valore della proprietà intellettuale di cui siamo portatori. Abbiamo deciso di rimanere ostinatamente "italiani in Europa", con la convinzione di poter contribuire a costruire un'industria tecnologica europea e un tessuto produttivo che possa dare ai giovani le stesse opportunità di cui ho potuto godere io. In FacilityLive si riflette la mia convinzione che il talento non conosca differenze di genere, età e confini geografici. Lavorano con noi ragazzi e ragazze da tutta Italia e anche da oltre oceano. Per alcune delle persone lavorare con noi è stata l'occasione per rientrare dall'estero e portare le loro competenze e il loro futuro "a casa". FacilityLive offre le stesse opportunità a uomini e donne, la presenza femminile è del 25% e più del 30% degli “Head of” è donna e nel settore high tech questi sono davvero ottimi numeri.
Questo momento storico è particolare e molto simile a quello che animò la nascita della Silicon Valley agli inizi degli anni Ottanta. Grazie all'impegno della commissione europea nel creare il digital single market (mercato unico digitale) nei prossimi anni l'Europa avrà la possibilità di diventare un mercato di oltre 540 milioni di utenti (quello statunitense è di 330 milioni). Il mercato europeo diventerebbe in questo modo uno dei più ricchi mercati al mondo, teatro di nuovi scenari e palcoscenico di nuovi attori.
E, nel dire questo, il mio pensiero va, soprattutto, alle donne, ai giovani e a chi è stato penalizzato dalla crisi, ma ha competenze da mettere a disposizione.
Anche se i cambiamenti sono palpabili e ci sono molte donne che stanno facendo la storia, esiste ancora un accesso più difficoltoso ai posti di responsabilità: una vera contraddizione se si pensa al grande ed evidente contributo portato proprio dalle donne in tutti i settori. Per questo credo che siano importanti le nostre storie e la visione che possiamo e riusciamo a dare ai nostri progetti, aprendo il passo alle donne e agli uomini di domani.