Linguaggi

Non bastavano media tradizionali e libri di scuola. Le storie e le imprese delle donne sono sottorappresentate anche nelle nuove e consultatissime enciclopedie partecipative, come Wikipedia. Proprio da qui, sono partite in tutto il mondo iniziative per colmare il gender gap

Colmare il gender gap su
Wikipedia. Voci alle donne

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Foto: Flickr/European Parliament

Quando sono presenti nei media, le donne hanno ruoli poco qualificati ma sono anche sottorappresentate. Da questa asimmetria non sfuggono neanche i più evoluti mezzi di comunicazione come internet e i suoi siti come quelli entrati nel comune utilizzo tra cui c'è senz’altro l’enciclopedia più consultata al mondo: Wikipedia.

Quando nel 2011 la Wikimedia Foundation ha indetto un censimento con lo scopo di conoscere i propri membri, ha constatato come il 90% delle voci create erano dovute al contributo maschile mentre le editor che partecipavano alla creazione di voci erano solo l’8,5%, una differenza sostanziale che ha pesato inevitabilmente anche sui contenuti. 

La nota enciclopedia ha scoperto di soffrire di gender gap perché le biografie, le storie, le imprese delle donne sono sotto-raccontate rispetto alla predominanza delle vite e delle azioni maschili, come se la storia e l’evoluzione sociale fossero solo dovute all’ingegno e all'impegno degli uomini.

Così, dalla stessa comunità di donne wikipediane nasce, nel mondo anglosassone, Women in Red per cercare di colmare l’assenza delle donne dalle note enciclopediche che riguardano la storia, la scienza, la politica, coinvolgendo più redattrici possibili per ridurre il gap di genere presente in tematiche e biografie. Il nome del progetto si ispira proprio al colore delle voci di Wikipedia che rimangono vuote, senza contenuto.

Nel 2014 solo il 15% delle biografie in lingua inglese riguardavano una donna mentre ad oggi la percentuale è salita al 16,8%. Ma la situazione non è migliore nelle singole realtà dove a partire da questa esperienza iniziale, hanno intrapreso l’iniziativa anche altri paesi, ognuno con un proprio progetto come WikiMujeres in Spagna, LeSansPages in Francia, le FilmFrauen in Germania e Wikidonne in Italia.

Ogni iniziativa si organizza a livello nazionale in date o occasioni significative per il proprio paese e con un edit-a-thon, cioè una maratona di contenuti, si crea in realtà un’occasione di stimolo e collaborazione per la creazione di apporti anche da parte degli altri gruppi dei diversi paesi, diventando un avvenimento internazionale. Così è stato ad agosto con HerStory un editathon nato dall’iniziativa di una wikipediana egiziana per la giornata della gioventù e patrocinato dall’Onu, o a ottobre su iniziativa di WikiMujeres per la giornata dedicata a Santa Teresa, patrona di Spagna e della scrittura, o ancora quello di dicembre che ha accolto l’iniziativa della Bbc sulle 100 donne più importanti del 2016.

Lo scorso anno il progetto Women in red è arrivato tra i quattordici finalisti del premio GEM-TECH Awards 2016 promosso da UN Women per celebrare le iniziative e le strategie volte a incrementare l’uguaglianza di genere e il mainstreaming nell’area delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

E in Italia?

Nel nostro paese Wikidonne, nata dall’iniziativa di un gruppo di redattrici con lo scopo di creare voci biografiche nuove, categorie, liste, oltre che traduzioni di quelle voci di donne non presenti nella versione italiana dell’enciclopedia, ha raccolto l’impegno ad ampliare la presenza femminile nelle voci che riguardano arte, scienza, storia, lavoro, letteratura e politica, recuperando biografie di donne che hanno contribuito allo sviluppo della società italiana. Ecco allora che hanno preso voce le biografie, tra le altre, di Laura Terracina, Lidia Mannuzzu, Nina Siciliana, Sara Copio Sullman, Bice Bisordi, Novella d’Andrea, Arcangela Tarabotti, Carlotta Zambelli.

Il progetto si rivolge a chiunque abbia un minimo di abilità informatica e sappia attenersi ai pilastri wikipediani, a editor nuove come a quelle più esperte ma anche a redattrici competenti in vari settori. Così sono nate varie collaborazioni che hanno visto la partecipazione di biblioteche come le nazionali di Firenze, di Roma e di Napoli e di Università - come Tor Vergata e Roma Tre - o ancora la Biblioteca Bali dell’Università di Venezia Ca’ Foscari, ma anche cooperazioni fisse con istituzioni locali come il Comitato cittadinanza di genere di Potenza o con laboratori come FabLabs o Codice Rosa per avvicinare le ragazze all’informatica e alle tecnologie superando gli stereotipi di genere in ambito tecnologico e con associazioni come Toponomastica femminile che da anni si occupa di recuperare e valorizzare storie di donne dimenticate a cui intitolare strade, piazze, giardini.

Il progetto italiano, che partiva da una percentuale del 14,4% di presenze biografiche femminili lo scorso anno, ha prodotto un incremento di mezzo punto percentuale in soli cinque mesi di attività con oltre cento voci create su Wikipedia Italia, nelle varie maratone tematiche alla fine del 2016. Tuttavia, come visto anche per la realtà anglosassone, la mole di lavoro per colmare il gender gap è davvero molta e c’è ancora tanto da fare, la percentuale assoluta infatti si attesta poco al di sotto del 15%.

A ben vedere però non si tratta solo di un problema di rappresentanza femminile ma anche di linguaggio, infatti il gap si riflette anche nei termini usati per descrivere la realtà delle donne: un’assenza così importante di ruoli femminili ha generato anche una mancanza di termini adeguati a rappresentare ad esempio le professioni femminili, e in generale di parole che definiscono e identificano le donne, per questo si sta adeguando anche la terminologia che caratterizza le nuove voci enciclopediche. 

A supporto della sua attività, inoltre, Wikidonne organizza incontri e corsi per sensibilizzare sulla realtà dei contenuti wikipediani e la necessità di colmare il gender gap culturale e storico, cercando di riequilibrare la presenza femminile nelle biografie ma anche negli argomenti correlati come la violenza sulle donne e i pregiudizi di genere. Il prossimo appuntamento si svolgerà a Roma dove a fine mese Wikidonne, insieme a Toponomastica Femminile,  in collaborazione con la Società italiana delle storiche (Sis), daranno vita all’incontro Gender gap e cultura enciclopedica.

Proprio grazie alle molte iniziative intraprese e a cui ha partecipato il gruppo, Wikidonne è stata ufficialmente approvata come gruppo d’azione direttamente da Wikimedia Foundation. Le iniziative attualmente in corso sono la creazione di un portale sul femminismo per ricostruire le fasi principali del movimento nelle sue molteplici nature e geografie e l’organizzazione di nuove edit-a-thon, una dedicata alle educatrici e una alle filosofe. E poi, in previsione della giornata internazionale delle donne, Le donne che non avete mai incontrato prima, una giornata - organizzata per il terzo anno consecutivo da Iberocoop, gruppo dell’America Latina - in cui conoscere le storie di donne che hanno dato il loro contributo all’umanità ma che sono misconosciute e a cui Wikidonne ha aderito.