Com'è nato, e con quale spirito, il progetto di Emiliamo, col quale un centinaio di donne dell'Emilia Romagna sono ripartite dopo il terremoto. Commercianti, commesse, imprenditrici, professioniste: all'opera insieme nella ricostruzione della vita quotidiana
Un pomeriggio di molti anni fa, quando Claudia era poco più di una bambina, trascorreva come altre volte un pomeriggio in compagnia di sua nonna che - superati gli 85 anni - ultimava dei lavori all’aperto. La nonna venne improvvisamente punta da una vespa. Claudia terrorizzata. La nonna imperturbabile. Allora, Claudia incalza: “Nonna, nonna! Ma ti hanno punto!” La nonna senza nemmeno girarsi e andando avanti con il suo da fare: “Ma va là, Claudia, sono solo vespe!”
Questa è la storia che Claudia Miglia ama raccontare per cercare di spiegare lo spirito con cui le donne emiliane stanno affrontando il terremoto, lo stesso che ha dato vita al progetto Emiliamo. Andare avanti, costi quel che costi, rimboccandosi le maniche. Non è più il tempo del dolore, ma della ricostruzione.
Subito dopo il terremoto un centinaio di donne si sono ritrovate insieme, quasi in maniera spontanea. Oggi, non sanno più quante sono, forse duecentocinquanta. Le loro fila crescono quotidianamente. Commercianti al dettaglio, commesse, piccolissime imprenditrici, professioniste. Insieme, hanno cominciato a ragionare e a fare, due cose che in Emilia quasi mai procedono separatamente. Hanno disegnato un logo che raffigura un cuore con al centro un tortellino e sono partite. Il primo pensiero è stato fare fronte all’emergenza inseguendo il tam-tam di alcuni casi particolarmente drammatici. Così sono nati alcuni progetti di solidarietà che hanno levato due anziani con gravi problemi di salute dalla strada e hanno portato aiuto a un neonato in difficoltà. Le donne di Emiliamo non amano scendere nei dettagli più drammatici. La dignità passa anche attraverso le parole. Tramite facebook, Emiliamo segnala dei casi particolarmente difficili e i bisogni più urgenti. La solidarietà arriva anche da luoghi lontani del nostro paese che si riscopre solidale nelle tormentate vicende che lo feriscono.
Susanna Benatti racconta l’obiettivo politico di Emiliamo che, insieme alla gestione delle emergenze, anima la rete: evitare la morte dei piccoli centri storici dell’Emilia per far ripartire l’economia e il piccolo commercio. Emiliamo ha raccolto moltissime donne che nei centri storici, oggi chiusi nelle zone rosse, lavoravano e conducevano piccole attività. Susanna, in particolare, aveva alcuni negozi di profumeria e di pelletteria. Nei magazzini è rimasta chiusa tutta la merce. Quella che si è salvata può essere recuperata solo con sacchetti di plastica sotto la supervisione dei vigili del fuoco per pochi minuti al giorno. Susanna si dice fortunata. Alcuni dei suoi negozi sono ancora in piedi e può chiedere la cassa integrazione per le sue lavoratrici. Molte altre donne sono in difficoltà ben più spaventose. Il commercio al dettaglio di quei centri storici è portato avanti da piccolissime negozianti che non hanno diritto alla cassa integrazione, spesso separate e con figli. Oggi patiscono l’indigenza.
Emiliamo, tramite una fitta rete di relazioni sul territorio, organizza (grazie all’ospitalità di diversi comuni) dei mercatini dove poter continuare a vendere i prodotti locali e aiutare tutte queste donne a trovare sbocchi per le loro attività. Armate di gazebo, tavoli pieghevoli e quanto necessario, le donne di Emiliamo sono in grado di improvvisare uno stand dove esporre i prodotti più diversi. Da qualche giorno il gruppo è entrato a far parte di “Facciamo”, un progetto di e-commerce patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna. Ora, quindi, vende anche sul web.
Il prossimo obiettivo a breve termine è quello di poter realizzare della “Casette Emiliamo” in ogni centro colpito dal terremoto. Emiliamo è diventata un’iniziativa di solidarietà diffusa, un punto di riferimento cui le persone si rivolgono per le esigenze più disparate. Emiliamo aspira a diventare un marchio di qualità e di fiducia.
Occhi stanchi e sorriso sulle labbra, queste donne sostengono che il terremoto è una grande opportunità per riscoprire il senso del tempo e delle cose importanti, la solidarietà e le relazioni fra le persone e fra le donne, per ricostruire un nuovo senso di comunità.
Ma tutto questo impegno non può vincere da solo senza un reale appoggio da parte delle istituzioni. Le donne di Emiliamo ritengono che l’evasione fiscale in Emilia-Romagna è fra le più basse d’Italia e che per molto tempo la regione ha contribuito con generosità alla fiscalità generale. Nessuno vuole l’elemosina qui, ma un contributo vero e in tempi brevi, una sorta di restituzione parziale e temporanea di quanto versato per aiutare questa terra a rialzarsi e riconquistare la normalità.