Politiche

Il libro di Flora Farina illustrato da Laura Riccioli racconta ai bambini e alle bambine una storia di migrazione capace di aggirare le paure irrazionali e trasmettere un messaggio di speranza

Lina e il canto
del mare

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Si può raccontare ai bambini e alle bambine storie di migranti che arrivano dal mare senza creare paure irrazionali e, anzi, trasmettendo un messaggio di speranza? Sì, si può anche e soprattutto se si parte da una storia vera. Ed è esattamente quello che fa il libro per bambine e bambini scritto da Flora Farina e illustrato da Laura Riccioli, a partire dalla storia di solidarietà dei comuni calabresi di Badolato e Riace.

Lina ha 7 anni e vive con la nonna in un paese sul mare con tante case disabitate perché tutti i grandi, compresi i suoi genitori, sono andati a cercare lavoro lontano. Lina è felice di stare con la nonna Gelsomina ma qualche sera fatica ad addormentarsi perché, mentre ascolta il rumore del mare, pensa ai suoi genitori che chissà quando potranno tornare. Ed è forse per questo che, in una notte di temporale, è la prima ad accorgersi delle voci nuove che arrivano dal mare. Esce di notte, con la sua camicia bianca e i suoi capelli color carota, e subito incontra un bambino, approdato quella notte dopo un lungo e faticoso viaggio dal lontano Kurdistan. E come accade davvero tra i bambini, che riescono a comunicare perché vogliono farlo, senza chiedersi troppo se parlano la stessa lingua, i due diventano immediatamente amici.

Intanto il paese lentamente si anima di nuovi odori, nuovi colori e parole nuove.

E se qualcuno tra gli abitanti si spaventa e torna a dormire serrando bene le porte di casa, la maggior parte di loro, sindaco in testa, trova molto sensato accogliere chi è arrivato dal mare senza nient’altro che i propri vestiti addosso. E così il sindaco prende il mazzo di chiavi delle case che stanno andando in malora perché la maggior parte dei vecchi abitanti non riesce più a tornare neanche d’estate e apre le porte alle nuove famiglie, nella speranza che ripopolare il paese significhi anche creare opportunità di lavoro che permettano a chi è partito di tornare.

Talmente semplice e rivoluzionario che ai miei figli è sembrato normale.

“Ma certo mamma, le case erano vuote e loro non avevano una casa. Che cosa avrebbero dovuto fare?”

E poco importa se noi adulti sappiamo che la realtà è più complicata, che bisogna considerare i pro e i contro, il breve e il lungo periodo, le regole e le controindicazioni.

È solo raccontando e raccontandoci favole, che poi sono storie vere, che magari riusciamo a farci venire idee che ci facciano passare dalla cupezza dei colori iniziali del racconto – e del momento in cui viviamo - ai colori delle ultime pagine.

Flora Farina e Laura Riccioli, Lina e il canto del mareEd. Mesogea 2017