Nel numero speciale di DEP, dell'Università Ca' Foscari, esperte, studiose e attiviste raccontano la guerra in Ucraina indagandone le cause, la sua conduzione, le reazioni che ha suscitato nel resto del mondo. Perché alla guerra sarebbe meglio non abituarsi mai
Ci si abitua a tutto, ma alla guerra sarebbe meglio non abituarsi mai. Per questo segnaliamo il numero speciale che la rivista DEP - Deportate, esuli, profughe dell'Università Ca' Foscari di Venezia ha dedicato alla guerra in Ucraina vista dalle donne. Nella raccolta di saggi e interventi contenuta nel volume liberamente accessibile online, esperte, studiose e attiviste raccontano la guerra in Ucraina indagandone le cause, la sua conduzione, le reazioni che ha suscitato nel resto del mondo.
"Fin dal primo numero, apparso nell’estate del 2004, la rivista ha posto al centro della sua riflessione il tema della guerra, della sua conduzione, della crescente violenza ai civili, alle donne, ai bambini e alla natura" scrivono Geraldine Ludbrook e Bruna Bianchi nell'introduzione.
"Come accademiche impegnate in questo progetto, abbiamo fatto appello a studiose di vari ambiti disciplinari e di diverse esperienze di attivismo a contribuire con le loro riflessioni a questo numero straordinario sulla guerra devastante che si sta combattendo in Ucraina e che sta provocando una catastrofe umanitaria ed ecologica di enormi proporzioni".
Nell’affrontare le cause della guerra, tutti i saggi insistono sulla necessità di considerare il conflitto in un contesto più ampio "rinviando a un ordine mondiale patriarcale dominato dalle élites militari e riflettendo sulla connessione dei rapporti di dominio che conducono ai conflitti armati".
I contributi di ricerca - a firma di Ray Acheson, Gwyn Kirk, Carmen Magallón, Rada Iveković, Nela Porobić, Bruna Bianchi, Rachel Killean, Selina Gallo-Cruz - indagano la guerra da una prospettiva femminista, raccontando come le donne stiano lavorando per la costruzione di una cultura di pace, di opposizione alle armi e di salvaguardia dell'ambiente di fronte a una minaccia militarista e nucleare, ricucendo la vicenda ucraina alle guerre del passato e a quelle più recenti, e all'eredità del femminismo pacifista ed ecologista.
Il volume include anche la traduzione italiana dei un intervento tenuto nel 2003 da Claudia von Werlhof quando gli Stati Uniti avevano appena invaso l'Iraq, intitolato Dalla guerra economica all’economia di guerra. Le armi del “Nuovo ordine mondiale”, e due interviste di testimonianza a Sylvie Jacqueline Ndongmo e Debora Pinzana sull’impatto del conflitto ucraino sull’economia e le famiglie africane, e sulla resistenza delle donne ucraine durante il conflitto.