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Quota cento manda avanti gli uomini

Politiche
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Nelle ultime settimane le politiche economiche del governo sono state l'argomento centrale del dibattito pubblico. La cosiddetta 'quota cento' prevista dalla legge di bilancio consente alle generazioni di nati nel 1953-59 di andare in pensione con 38 anni di anzianità contributiva e 62 anni di età. Ma chi sarà a beneficiarne?

I principali beneficiari della misura, ha spiegato nell'audizione del 4 febbraio il presidente dell'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) Tito Boeri, saranno i lavoratori con lunghe carriere contributive che appartengono alle classi 1957, 1958 e 1959. Questi potranno andare in pensione "fino a 5 anni prima di quanto previsto dalle norme precedenti vedendosi solo in parte ridurre l’importo della pensione in virtù dell’allungamento del periodo di percezione della stessa" dove questo aggiustamento opera solo sulla quota contributiva della pensione, mediamente del 33%. 

Più di un quinto dei beneficiari, ha spiegato inoltre Boeri, è rappresentato da lavoratori dipendenti o autonomi di sesso maschile residenti nelle regioni del Nord. Con una particolare concentrazione tra i dipendenti pubblici, e una concentrazione dei beneficiari del settore privato a Nord. 

Tra le persone che beneficieranno di quota cento le donne saranno il 37,4%, e raggiungeranno il minimo al Centro (9,2%). Sul territorio nazionale a beneficiare di meno della misura saranno le persone residenti al sud e nelle isole (33,1%).