Prossima

Più attente all'ambiente e alla responsabilità sociale, le imprenditrici in Europa affrontano meglio dei colleghi le avversità e le sfide e lo fanno in modo tempestivo e lungimirante, con un impatto significativo sulla crescita del Pil. I dati di una nuova ricerca presentata a maggio

Il merito delle
imprenditrici

3 min lettura
Foto: Unsplash/Edward Howell

Le donne potrebbero dare un significativo contributo al Pil europeo, se solo avessero le stesse opportunità dei colleghi uomini. La crescita potenziale stimata dall'Istituto europeo per la parità di genere (Eige) raggiunge infatti 3,15 trilioni di euro. Lo conferma una ricerca dell'Eurochambres women network (Ewn), pubblicata a fine aprile, condotta su un campione di 823 imprenditrici, lavoratrici autonome e donne con ruoli manageriali, in 24 paesi dell’Unione europea e nei paesi limitrofi.

Tra le priorità indicate dalla ricerca ci sono pari opportunità e pari retribuzione, come sottolineato anche nel corso della tavola rotonda che si è tenuta a Roma il 12 maggio, intitolata Gender equality and ESG principles in leadership management and decision-making process. Un evento organizzato dall'Ewn in collaborazione con Unioncamere e la Camera economica della Croazia (Hgk), Unioncamere Europa e il Comitato imprenditoria femminile della Camera di commercio di Roma. A moderare l'incontro, Marina Rožić, presidente di EWN e segretaria generale di Hgk che ritiene “il networking la chiave del lavoro" di Ewn. Centrale come “condividere esperienze concrete e buone pratiche” come ha sottolineato Tiziana Pompei, vicesegretaria generale di Unioncamere, in apertura della giornata.

Nel corso dell’incontro si è parlato delle implicazioni della direttiva europea sulla parità di genere nei Consigli di amministrazione delle imprese, approvata a fine 2022 dal Parlamento europeo. La direttiva stabilisce che entro luglio 2026, tutte le grandi società quotate in borsa dell'Ue dovranno adottare misure per garantire una maggiore presenza femminile nei loro consigli di amministrazione.

Fino al 2021 in media solo il 30,6% dei membri dei consigli di amministrazione delle maggiori società quotate in borsa era donna. “Le donne costituiscono la metà della popolazione dell'Ue, più della metà della popolazione altamente istruita, eppure percepiscono il 13% in meno di stipendio e solo l'8% di esse è a capo delle più grandi aziende europee” ha sottolineato Marina Rožić

I vantaggi della presenza femminile nell'ambito degli organi di governo delle organizzazioni sono evidenti: quando la quota di donne nei consigli di amministrazione è tra il 30% e il 40%, le aziende hanno maggiori probabilità di ottenere migliori risultati finanziari e rendimenti più elevati, oltre a migliori risultati in termini di responsabilità sociale, ambientale e di governance. 

"Le aziende che non curano gli aspetti di dimensione sociale e ambientale mettono realmente in difficoltà la sostenibilità economica" ha precisato nel suo intervento Loretta Credaro, presidente della camera di commercio di Sondrio. "È quindi sempre più necessario creare un circolo virtuoso in cui obiettivi sociali e ambientali siano strettamente connessi agli obiettivi economici". 

Insomma, le risposte raccolte dalla ricerca di Ewn forniscono una fotografia positiva delle imprenditrici che guidano le aziende in Europa. Sono resilienti nell'affrontare le avversità e capaci di accogliere i cambiamenti e le sfide in modo tempestivo e lungimirante. Sono più attente all’ambiente, guidate soprattutto dall’etica e dalla responsabilità sociale: la quota delle giovani imprenditrici che investe nel green mosse dalla consapevolezza dei rischi legati al cambiamento climatico è superiore a quella dei giovani imprenditori (31% contro il 26%). Ed è anche più probabile che trasformino un’esigenza etica in una vera opportunità di business.

R.F.