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Dal 5 all'8 giugno Archivissima, festival degli archivi di Torino, dedica la terza edizione agli archivi delle donne, che per l'occasione saranno online con un palinsesto di podcast e video tutti al femminile

Gli archivi delle donne online

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Foto: Unsplash/ Museums Victoria

Tutto è iniziato con il format La notte degli Archivi, partito nel 2016, in cui alcuni famosi scrittori si cimentavano nella lettura e nell’interpretazione dei documenti conservati negli archivi. Da lì, lo spunto per costruire un festival più articolato, che mantenesse però come obiettivo quello di coinvolgere il pubblico anche dei non addetti ai lavori nella valorizzazione del patrimonio archivistico, seguendo tematiche diverse. Archivissima, il festival torinese dedicato agli archivi quest’anno alla terza edizione, complice l’emergenza Covid rilancia il suo programma in una formula completamente digitale. 

L’archivio come prezioso strumento di consultazione aperto alla cittadinanza è stato sempre il motore dell’ideazione del festival, che ha fatto dell’attualizzazione e della condivisione della memoria il suo centro fin dalla prima edizione. Quest’anno più che mai l'iniziativa incrocia la cultura contemporanea e digitale, in un dialogo aperto fra le istituzioni e società attraverso la rete: dal 5 all’8 giugno prenderà infatti vita online un programma fitto di appuntamenti tutti dedicati al tema #women, parola chiave attorno a cui in questa edizione è stato messo a punto un palinsesto di più di 50 puntate, fra cui 18 podcast d’autore.

Focus dei podcast, la storia degli archivi, resi disponibili nello stesso giorno in cui era previsto il loro svolgimento live. Uno scambio, dunque, fra territorio, archivio e pubblico, attraverso il digitale, per rendere la consultazione delle fonti più semplice, grazie alla collaborazione dell'Associazione nazionale dell’archivistica italiana (Anai), e numerosi archivi come l’archivio di storia delle donne di Bologna, l’archivio centrale dell’Unione donne in Italia e della Libreria delle donne di Firenze – RETE Lilith, solo per citarne alcuni.

“Nel momento in cui si è prospettata la decisione tra rimandare l’edizione 2020 e ripensare il format per adattarlo al mutato contesto di fruizione dei contenuti conseguente alle disposizioni di legge che vietavano le manifestazioni in presenza di pubblico a causa dell’emergenza sanitaria ha detto Andrea Montorio, presidente dell’Associazione Archivissima non abbiamo avuto dubbi: la scelta è stata quella di puntare sul digitale, e in particolare sulla produzione di podcast”. E ha aggiunto “tra gli obiettivi c’è sicuramente quello di porre le basi per la creazione di un grande archivio digitale di contenuti, pensati per un pubblico trasversale e capace di intercettare un bisogno crescente di contenuti di qualità, e basati su fonti certificate”.

Lo sforzo produttivo di questa edizione si fa sentire nei numeri: gli archivi che partecipano a questa edizione del festival hanno prodotto circa 80 podcast e oltre 100 video. Il 5 giugno, poi, apertura in grande: l’appuntamento da segnare in calendario è quello con la prima Notte degli archivi nazionali, da seguire online, con il patrocinio della stessa Anai, che vedrà coinvolti più di 170 archivi storici di enti pubblici, istituti culturali e grandi aziende di tutte le regioni italiane, in un evento di condivisione di video e podcast.

Sui canali di Archivissima si potranno trovare i materiali digitali resi fruibili secondo programma e rilanciati anche dai profili social del festival. Gli archivi, spiega Anai sono gli strumenti attraverso cui, anche con le storie personali, si costruisce e si tutela la storia collettiva. Comunicare gli archivi serve a far capire che i documenti che ci sono dentro sono le rappresentazioni materiali di un tempo personale e collettivo. Se sappiamo tutelarli, i documenti ci tutelano: gli archivi garantiscono infatti diritti dei singoli e delle collettività e difendono le identità collettive”. 

Sotto il segno dell’inclusione e della partecipazione, il podcast diventa il mezzo privilegiato per comunicare scoperte di grande interesse: la giornalista Valentina De Poli, per esempio, ha curato i podcast prodotti da archivissima, esplorando alcuni archivi fra cui quello storico dei Ricordi sulle tracce di Maria Callas; oppure raccontando la figura di Alba De Cespedes entrando nell’Archivio Fondazione Mondadori.

Eliana Liotta è invece la voce narrante incaricata di narrare l’archivio storico di Intesa Sanpaolo tentando un quadro del lavoro delle donne in banca. E poi ancora: un gruppo di scrittrici sono state chiamate a dare il loro contributo vocale a questa grande narrazione digitale. Lidia Ravera, con la storia della partigiana e antifascista Teresa Noce; Michela Murgia, che parlerà della tradizione della poesia orale sarda; Stefania Auci, con il suo testo inedito Il contabile scritto per l’occasione; Francesca Manfredi che racconterà la presenza delle donne nell’azienda Lavazza; Gabriella Graison, infine, che parlerà delle sue ricerche d’archivio fatte per lavorare ai suoi testi Sei donne che hanno cambiato il mondo e L'incredibile cena dei fisici quantistici. In programma anche la mostra digitale Epoche'. La figura femminile negli archivi, online dal 5 giugno sempre sul sito del festival, per indagare attraverso le immagini la figura femminile nei documenti d’archivio, tra lavoratrici, massaie, artiste, modelle, intellettuali, emarginate. 

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