Serve uno sguardo d'insieme in Europa per monitorare l'emergenza in corso e riformulare il futuro. L'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali ha già iniziato a monitorare le misure che i 27 stati membri hanno intrapreso per far fronte all'epidemia
Monitorare l'emergenza in Europa,
serve uno sguardo d'insieme

L’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) ha pubblicato il primo di tre bollettini trimestrali che forniscono una visione d'insieme delle misure intraprese dai 27 stati dell’Unione per fare fronte all’epidemia di Covid19. Le pubblicazioni, gli articoli, gli studi sul tema stanno iniziando a moltiplicarsi, con focus più o meno ampi sulle immense e molteplici sfide che questa situazione emergenziale sta ponendo agli stati e, più in generale, alle persone, nonché sugli scenari futuri del post-pandemia, sul loro impatto sulle vite individuali, le reti sociali, i sistemi economici e la salute globale.
Il bollettino di FRA – dal titolo Coronavirus pandemic in the EU: fundamental rights implications[1] – si pone un obiettivo ambizioso ma preciso: valutare l’insieme delle misure adottate dagli stati della Ue per fronteggiare l’emergenza, tenendo conto del loro impatto sui diritti fondamentali riconosciuti e garantiti dalla legislazione nazionale, dell’Unione e dalla Carta europea dei diritti fondamentali. Una sorta di fotografia delle differenti strade intraprese a livello nazionale e una mappatura delle pratiche virtuose che possano fungere da esempio per quegli stati che hanno scelto strade legislative e di policy più impattanti sui diritti.
In una fase emergenziale come quella che stiamo vivendo, infatti, la tutela dei diritti sembra irrimediabilmente destinata a comprimersi di fronte a cause di forza maggiore. Abbiamo assistito, perlomeno in Italia, a dibattiti e prese di parola imprecise e sommarie su come sia necessario rinunciare a parte delle nostre libertà per un bene più grande, la salute pubblica. Si sono susseguiti articoli che argomentavano la necessità di accantonare – momentaneamente? – il diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali per consentire alle autorità pubbliche di contrastare più efficacemente il contagio. Si percepisce, in generale, un certo disagio nella pubblica opinione di fronte al tentativo di contemperare – o più tecnicamente bilanciare – la tutela della salute e dell’ordine pubblico con altri diritti che sono di assoluta rilevanza per una vita dignitosa: la tutela del lavoro, la libertà dalla violenza, la libertà personale, il contrasto del razzismo e di ogni forma di discriminazione, la riduzione della povertà e della marginalità sociale. Ma l’elenco potrebbe essere ancora lungo. E, inoltre, è sempre più accelerata la torsione emergenziale del procedimento di formazione delle leggi: in un parlamento messo nelle condizioni di non poter operare ordinariamente, si moltiplicano i provvedimenti dell’esecutivo – sotto forma di Dpcm, decreti-legge, ordinanze ministeriali – e di altri organi, protezione civile in primis. Il parlamento arranca con conversioni pressoché formali dei decreti-legge governativi.
Le questioni che si pongono, se si riesce a prendere un po' di respiro dalla logica dell’emergenza, sono principalmente le seguenti: a cosa siamo disposte/i a rinunciare per contrastare il virus? Queste rinunce sono davvero inevitabili o potrebbero essere possibili altri bilanciamenti degli interessi in gioco? Nel “dopo Covid-19”, sarà possibile garantire che i diritti che oggi vengano compressi si ri-espandano e, anzi, godano di una maggior salute?
Secondo il direttore della FRA, Michael O’Flaherty, “abbiamo chiaramente bisogno di forti risposte di sanità pubblica per proteggere la vita durante la pandemia. Possiamo tuttavia proteggere la nostra salute, rispettando i diritti umani. Non è un gioco a somma zero”. Un’affermazione cruciale che indica una via chiara agli stati e all’Unione nel suo complesso e che ha orientato il lavoro di ricerca che come Fondazione “Giacomo Brodolini” (Fgb) abbiamo portato avanti per l'agenzia dall’inizio dell’emergenza. Il report comparato, infatti, si basa sui contributi di ogni contractor nazionale della rete multi-disciplinare di esperti Franet: Fgb, in quanto contractor nazionale di FRA, ha curato il report relativo alla situazione italiana[2].
FRA ci ha chiesto, innanzitutto, di mappare e analizzare i provvedimenti intrapresi dalle autorità pubbliche dall’inizio dei contagi e fino al 24 marzo, cercando di valutarne l’impatto su alcuni diritti fondamentali. In che modo la nostra possibilità di uscire, di incontrarci, di spostarci tra territori e fuori dall’Italia è stata gradualmente limitata? Cosa è successo a chi si trovava fuori dai confini italiani? Come viene garantita la salute delle persone private della libertà personale nelle carceri e nei Cpr? Come è stata gestita la situazione delle persone anziane ospitate nelle Rsa e negli hospice? In che modo le autorità pubbliche si sono impegnate a informare correttamente le persone rispetto all’epidemia in corso?
Una seconda parte del nostro rapporto si è, invece concentrata, sull’impatto dell’emergenza su particolari gruppi vulnerabili, nello specifico sulle persone ritenute di origini asiatiche. Per FRA, abbiamo quindi mappato alcuni degli episodi di razzismo e xenofobia avvenuti negli ultimi due mesi che hanno contribuito a veicolare la falsa narrazione del Covid19 quale “virus cinese”, per usare le parole del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Infine, l’ultima parte del report tenta di fornire una prima e parziale valutazione dell’impatto delle misure adottate sulla privacy della popolazione. In questa sezione, vengono riportati anche gli elementi essenziali del dibattito in corso sull’uso di tecnologie – quali i droni a disposizione dell’Enac – per limitare il contagio e monitorare gli spostamenti. Un accenno viene fatto anche all’opportunità di introdurre strategie efficaci di contrasto alla disinformazione e alle fake news.
La nostra attività di monitoraggio continuerà nei prossimi mesi e altri due bollettini comparati e nazionali verranno resi disponibili sul sito dell'agenzia. Mai come ora è imprescindibile comprendere cosa succede, informarsi correttamente, capire la posta in gioco e le sfide che l’emergenza ci sta ponendo. Questo perché nel post-covid, sarà necessario ricostruire e ricostruirci. A tal fine, però, è importante preliminarmente chiederci: a cosa stiamo rinunciando ora? Cosa vorremmo nel futuro che ci attende?