
Il traffico degli esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale è cambiato nei meccanismi, nelle modalità, e nei percorsi, anche in seguito alle varie "primavere arabe" e agli sconvolgimenti politici che hanno interessato l'Africa. E le politiche europee sono ancora inadeguate con un sistema di accoglienza e identificazione prevalentemente burocratico, non attento al genere, e teso a rimpatri forzati che le/i migranti vivono come deportazioni e una "fortezza europa" che si nutre della paura che i terrorismi islamici seminano. Lo conferma lo studio presentato oggi a Roma Inter/rotte: storie di tratta, percorsi di resistenze, dedicato dalla cooperativa sociale BeFree al traffico di esseri umani e realizzato con il sostegno dell’Open Society Foundations.
"Diverse le rotte, diverse le reti criminali, ancora maggiori le violenze che le persone migranti subiscono nel loro peregrinare, le donne, soprattutto, e le ragazze" spiegano le curatrici del rapporto che indaga nodi e modalità emergenti nella tratta di esseri umani, soprattutto, ma non esclusivamente, quello relativo alle donne nigeriane trafficate a scopo di sfruttamento sessuale. "L’intento è quello di evidenziare nuove strategie criminali messe in atto dai trafficanti, esporre criticità e rischi, identificare possibili soluzioni" spiegano le autrici dell'analisi che riporta casi particolari di donne che sono rimaste al di fuori del sistema di protezione previsto dalla normativa italiana. "Donne che, tuttavia, hanno subito violenza di genere (o gravi violazioni dei diritti umani di genere) nel loro percorso migratorio" spiega BeFree.
Il rapporto prende in esame anche le vicende di alcune donne cinesi trafficate a scopo di sfruttamento lavorativo e sessuale, e di donne nordafricane che hanno subito abusi nei paesi di origine, nel percorso migratorio, e in Italia. Quello dell’immigrazione irregolare delle donne cinesi in Italia, spiega il rapporto, è un capitolo a parte "Quella cinese è un’immigrazione con caratteristiche tutte particolari, spesso poco conosciute. Anche le donne cinesi irregolari come le donne nigeriane sono spesso vittime di sfruttamento lavorativo e sessuale. Il contrasto e la prevenzione dello sfruttamento può avvenire non solo attraverso lo studio delle rotte (la maggior parte delle donne vittime di sfruttamento lavorativo o della prostituzione arriva in Italia in aereo contattando degli 'strozzini' che pagano il biglietto e si occupano dei visti di ingresso) ma anche attraverso l’analisi degli annunci online e delle modalità di sfruttamento direttamente in Italia".
"Il contesto principale nel quale questo lavoro è stato realizzato è quello della sezione femminile del Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria, ovvero uno dei sei centri esistenti oggi sul territorio nazionale (assieme a Torino, Bari, Trapani e Caltanissetta, Crotone)" spiega BeFree, che come associata alla European Women's Lobby ha collaborato al progetto Women’s Voice, al fine di creare una guida di advocacy su asilo e genere.