Con una consultazione pubblica, la Commissione europea apre l'opportunità di esprimersi in merito alla prossima strategia per la parità di genere, che plasmerà il futuro dell'Europa in termini di uguaglianza e pari opportunità per i prossimi 5 anni
Contribuire
alla parità

La parità di genere è uno dei valori fondanti dell'Unione europea e uno dei principi cardine della sua politica. Per questo, la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica per raccogliere pareri sulla prossima Strategia per la parità di genere 2026-2030, lo strumento attraverso cui, ogni cinque anni, vengono delineati gli obiettivi politici e le azioni da intraprendere per garantire il rispetto e l'avanzamento della parità.
La consultazione resterà aperta fino all'11 agosto 2025, per permettere a tutte le persone di esprimere la propria opinione in merito a un tema così rilevante come quello della parità di genere, e su politiche che avranno effetti tangibili nel prossimo futuro.
"La parità non avviene per caso. Necessita di visione e di azione" ha dichiarato Roxana Mînzatu, vicepresidente esecutiva per i Diritti sociali e le competenze, i posti di lavoro di qualità e la preparazione. "Ecco perché invitiamo tutte le europee e gli europei a contribuire a plasmare la prossima strategia per la parità di genere con le loro idee ed esperienze. I veri progressi si realizzano quando si avanza insieme".
In base all'ultimo rapporto sulla parità di genere in Europa della Commissione europea, negli ultimi cinque anni sono stati fatti progressi dalla portata storica sulla parità di genere: dal contrasto alla violenza di genere, con l'adesione alla Convenzione di Istanbul, alle direttive sulla trasparenza salariale e sull'uguaglianza di genere nei consigli di amministrazione delle imprese. Nonostante questi innegabili avanzamenti, “la strada verso il pieno raggiungimento della parità di genere è ancora lunga e tortuosa” si legge nel rapporto.
Basta guardare i dati. Per la prima volta nella storia del Parlamento europeo, nel 2024 è diminuita la percentuale di deputate, dopo anni in cui si era registrata una crescita costante. Nel frattempo, le donne continuano a essere sottorappresentate nei ruoli decisionali e a farsi carico in misura maggiore delle attività di cura e del lavoro domestico. Inoltre, come evidenziato dall’ultima edizione dell'Indice europeo di parità elaborato dall'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere, persiste un forte divario in termini di parità di genere fra gli stati membri con i punteggi più alti e quelli più bassi, con l'Italia che rimane tra i peggiori in Europa dal punto di vista dell'occupazione femminile.
In concomitanza con la pubblicazione del rapporto sulla parità di genere e in attesa della definizione della nuova Strategia 2026-2030, a marzo 2025 la Commissione europea ha adottato anche la Tabella di marcia per i diritti delle donne (Roadmap for Women’s Rights). Il documento si pone come una sorta di "ponte" fra le due strategie per la parità, quella in scadenza e quella che verrà definita fra poco, con l'intento di delineare una visione a lungo termine per la piena realizzazione della parità di genere e fornire indicazioni per le prossime misure da adottare.
La Commissione europea ha descritto la roadmap come una dichiarazione che "riafferma e rafforza" il suo impegno per i diritti delle donne e delle ragazze. Tuttavia, secondo un'analisi di Women In Development Europe+ (WIDE+), rete europea di associazioni e attiviste impegnate nella difesa dei diritti delle donne, "pur mantenendo un impegno formale nei confronti dell'uguaglianza di genere, la roadmap evidenzia l'adozione di un linguaggio più cauto e conservatore".
In particolare, rispetto all'approccio esplicitamente intersezionale della Strategia per la parità 2020-2025, la roadmap non contiene alcun riferimento ai diritti della comunità Lgbtqia+, e l'uso di termini come "sicurezza" e "protezione" fa presagire un maggiore allineamento con i valori delle destre, e dunque con l'orientamento politico dell'attuale Commissione europea.
Anche il riferimento alla necessità di rispettare le competenze nazionali degli stati membri in ambiti come quello dell'istruzione e della salute denota un approccio più conservatore, che non tiene conto, ad esempio, delle disparità in termini di accesso ai diritti sessuali e riproduttivi che ancora persistono in molti paesi dell'Ue.
Dal momento che la nuova strategia per la parità si baserà sia sui progressi compiuti grazie alla precedente strategia che tenendo in considerazione gli impegni assunti nella roadmap, partecipare alla consultazione pubblica della Commissione assume un significato ancora più rilevante.
"La parità di genere non è negoziabile" ha dichiarato Hadja Lahbib, Commissaria per l'Uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi. "È una pietra angolare della nostra Unione che apporta benefici a tutti. Con la nuova strategia per la parità di genere 2026-2030 puntiamo all’emancipazione di tutte le donne e le ragazze, camminando insieme verso una società paritaria dal punto di vista del genere in Europa e in tutto il mondo".