Dopo l'inchiesta sulle molestie nel giornalismo italiano, il collettivo Espulse. La stampa è dei maschi lancia un vademecum su come riconoscere la violenza nei luoghi di formazione, un fenomeno molto diffuso nelle classi e negli stage frequentati dalle aspiranti giornaliste
La violenza nei
luoghi di formazione
Come faccio a essere sicura di aver subito una molestia in un luogo di formazione? A chi posso rivolgermi, e quali sono le conseguenze legali?
Nasce per rispondere a questa e altre domande il vademecum su come riconoscere la violenza nei luoghi di formazione, diffuso insieme all'inchiesta del collettivo Espulse. La stampa è dei maschi e Irpimedia che indaga le molestie sessuali e gli abusi di potere nel giornalismo italiano, in particolare nei master riconosciuti dall’Ordine che danno accesso all’esame di stato.
Virginia Dascanio, avvocata penalista della rete Non una di meno, che ha curato il documento, spiega che è pensato per essere un prontuario specifico sulla situazione rappresentata dall’inchiesta: la violenza nei luoghi di formazione è estremamente diffusa, si legge nel vademecum, e l'ambito del giornalismo non fa eccezione.
Secondo quanto è emerso dall'indagine, negli ultimi dieci anni in Italia ha subito discriminazioni, molestie verbali e sessuali in classe e negli stage un terzo delle studentesse iscritte ai master di giornalismo riconosciuti dall'Ordine. Un fenomeno assimilabile a quanto avviene nei luoghi di lavoro, dove le persone subiscono molestie e abusi all'interno di rapporti di subordinazione.
Il primo punto del vademecum chiarisce proprio questo aspetto, fondamentale per poter riconoscere e difendersi dalla violenza. Altra questione chiave è quella del consenso, insieme alla necessità di inquadrare i fatti senza sminuirli né normalizzarli.
Il prontuario affronta poi il tema del timore delle ripercussioni e del senso di colpa, che fanno essi stessi "parte della violenza". Gli ultimi tre punti sono dedicati alle azioni che è possibile mettere in pratica per combattere la violenza: innanzitutto fare rete, parlare e nominare la violenza, recandosi presso i centri antiviolenza e sporgendo denuncia.
Il documento ricorda infine che, "in materia di violenza di genere, il servizio di patrocinio gratuito a spese dello stato è garantito a prescindere dal reddito". Un'informazione particolarmente utile, soprattutto considerando la fascia di età delle persone a cui si rivolge, spesso occupata in condizioni instabili e precarie.