Arriva l’Alveare, spazio di lavoro con zona bebè

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Si parlerà di maternità e lavoro, in particolare di rientro al lavoro, in un contesto organizzato per essere baby friendly, come sempre lo sono le serate mom, animate da persone capaci di rendere piacevole l’atmosfera e il luogo per i grandi e per i piccoli. Se ne parlerà da Tuba, libreria delle donne all’isola pedonale del Pigneto, e sarà l’occasione per presentare l’Alveare, coworking con spazio baby, pensato per facilitare il rientro al lavoro dei neogenitori e conciliare mansioni retribuite e accudimento.

Sono il 22,4%, quasi una su quattro, le mamme che a due anni dal parto sono ancora senza lavoro, secondo l’Istat. «L’occupazione femminile in Italia è ferma al 47%, la media europea è oltre il 58. Secondo la Banca d’Italia, se l’occupazione femminile aumentasse del 13%, il pil crescerebbe del 7», è stato ricordato alla conferenza stampa di presentazione de l’Alveare in Campidoglio. Un progetto decisamente interessante per le neomamme – visto che per le donne l’arrivo di un figlio significa spesso imboccare la via d’uscita dal mercato del lavoro - ma in realtà anche per i neopapà, perché l’idea non è solo condividere uno spazio di lavoro, ma mettere insieme esperienze e progetti, creare sinergie, condividere modalità lavorative, progettare insieme servizi e attività. 

Si tratta di uno spazio di 200 metri quadrati, con 30 postazioni lavoro, 2 uffici, una sala riunioni, 2 giardini separati per bambini e coworkers, cucina, parcheggio, e attrezzature da ufficio a disposizione. E appunto lo spazio baby, dove in un qualsiasi momento dalle 9 alle 18 (questo l’orario de L’Alveare) si potranno lasciare i piccoli a partire dai quattro mesi di vita, anche solo per alcune ore. «A occuparsi dei bebè una educatrice che è psicologa e infermiera, ha seguito il corso regionale per tagesmutter e attualmente lavora per un asilo nido. Una seconda professionista è già pronta, se il numero dei bambini ospitati crescerà», spiega Serena Baldari, una delle animatrici dell’associazione Città delle mamme, a cui si deve il progetto de l’Alveare, realizzato grazie al bando Call for social ideas di ItaliaCamp e unicredit, e con la collaborazione dell’assessorato allo sviluppo delle periferie di Roma capitale.

«Sono benvenute tutte le professioni, non solo quelle tipiche dei coworking come il web designer o il programmatore. L’idea è che anche le professioni tradizionali possono beneficiare di questo tipo di ambiente di lavoro. Per esempio una maestra può usare la sala riunioni per delle lezioni private, o una commercialista potrebbe offrire la sua consulenza agli altri coworkers», sottolinea Baldari.

Le idee per favorire la conciliazione non mancano, d’altronde il circuito di riferimento è vivace e attivo e La città delle mamme è una miniera di iniziative per facilitare e potenziare la bellezza della genitorialità nei primi mesi di vita dei piccoli, quando l’esclusività della cura può essere soffocante e i posti frequentabili con neonato in braccio finiscono facilmente per essere dei “ghetti” solo per le coppie mamme-poppanti.

Così per l’Alveare si parla di organizzare servizi “salvatempo”: la spesa a domicilio, i gruppi di acquisto solidale, servizi di disbrigo pratiche, tintoria e stireria o quello di cui potrà esserci bisogno tra gli utenti.

Le tariffe sono varie, come le tante possibili combinazioni. Per esempio ci vogliono 200 euro mensili per postazione di lavoro semplice («perché anche chi non è genitore è benvenuto, l’Alveare è uno spazio aperto»), 2000 se si prende la postazione per un anno, 280 per lo spazio baby per 5 ore al giorno (annuale 3000), postazione lavoro più baby 4 ore + 4 costano 500 euro, annuale 5.600. «Si parla di 4 ore più 4 perché non si tratta di un nido e idealmente il genitore può somministrare il pranzo e poi riaffidare il bebè all’educatrice».

 Alla costituzione di un coworking, la Città delle mamme ci arriva dopo cinque anni di attività e iniziative delle più varie, «per rendere la vita gradevole dopo il parto, situazione che in una grande città può portare a un certo isolamento». Lo spirito è quello di “riappropriarsi” di spazi che prima si amava frequentare, per esempio il cinema. Una delle prime iniziative è stata il Cinemamme al nuovo cinema Aquila al Pigneto, e poi sbarcato in molti altri quartieri. In realtà l’idea ha trovato terreno fertile anche in altre città, dove gruppi di cinefili con bebè al seguito si sono diffusi spontaneamente e presto il sito di riferimento verrà ampliato, con uno spazio per tutte le città dove si organizzano le visioni per genitori (o nonni, o zii eccetera) con bambini al seguito. 

 Visto il sucesso dell'idea, poi sono arrivate le convenzioni per i pranzi del dopo cinema, e i mercatini degli oggetti fatte dalle mamme e poi i MammaCaffè – incontri per la condivisione di esperienze tra le mamme e di discussioni, a volte con specialisti vari – e ancora le serate per mamme con bebè, in un qualsiasi locale disposto ad ospitare, oltre alla clientela, anche il tappetone, i cuscini e i giochi morbidi per i più piccoli, e i travestimenti, i gessetti, i colori e i giochi di carte per i bimbi un po’ cresciuti. Le buone idee di solito germogliano, e infatti i boccioli nuovi sono arrivati per esempio con l’idea del mom festival proposti dalla musicista Nicolatta Salvi, ciclo di serate di musica suonata da donne, anche in questo caso adattando lo spazio alla presenza di bambini. Qui non sono arrivate solo le donne ma le famiglie intere, «è stato un successo, abbiamo intercettato il bisogno delle famiglie di uscire e sentire musica in modalità family friendly: i concerti cominciavano alle sette, alle 8 e mezza, per chi voleva, c’era la proiezione di un film, c’erano i giochi, e ci si rendeva disponibili a riscaldare una pappa a chi ne aveva bisogno», racconta ancora Baldari.

I nastri di partenza de L’Alveare sono pronti, il via è previsto per settembre, e si troverà a Centocelle, a Roma: l’indirizzo è via Fontechiari 35. (gina pavone)