Politiche

Il meccanismo per valutare il fabbisogno di spesa delle funzioni fondamentali

Federalismo/2: Costi standard

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Una volta fissate le funzioni fondamentali, occorre stimare il fabbisogno di spesa che esse comportano utilizzando valori standard, ossia valori di riferimento, omogenei per tutto il territorio nazionale. e tali da garantire livelli accettabili ed efficienti di fornitura dei servizi. Secondo le recenti indicazioni del ministero dell’economia, tali valori verranno determinati dalla società a cui sono  attualmente affidati gli studi di settore (Sose Spa) che, in collaborazione con le associazioni degli enti locali (Anci, Upi e Ifel), utilizzerà le banche dati disponibili, variabili demografiche, territoriali, socio-economiche. Ovviamente più basso è il livello di costo standard e minore il numero delle prestazioni considerate essenziali, maggiori sono i risparmi di spesa che si otterranno, ma più lungo e difficile sarà il percorso di convergenza imposto agli enti attualmente lontani dallo standard. Per altro, attualmente vi sono forti differenze territoriali nella spesa pro capite dei comuni: ponendo, in Italia, pari a 100 la media della spesa corrente comunale per abitante, nei comuni pugliesi essa scende a circa 72 e sale a 138 in Liguria. Supponendo di fissare lo standard a 100 per tutti i comuni per finanziare la propria spesa corrente, i comuni della Puglia vedrebbero aumentare le risorse a propria disposizione e potrebbero aumentare le spese, mentre quelli della Liguria dovrebbero ridurle. Una redistribuzione che forse non piacerà ai più accesi sostenitori del federalismo.

Per calcolare i costi standard dei servizi sanitari o dell’istruzione, bisognerebbe poi tenere conto del valore, quantità, qualità delle infrastrutture in cui questi servizi vengono prestati. Tuttavia al momento manca una ricognizione precisa di queste e di molte altre infrastrutture. Tra l’altro, le regioni potranno procedere a proprie valutazioni delle spese standard degli enti del loro territorio: quali saranno le stime da utilizzare, quelle regionali o quelle centrali? Inoltre, questi standard di spesa andrebbero commisurati agli obiettivi che si intende raggiungere: come affermano Citton, Liberati e Paradiso (Il percorso del federalismo fiscale in Italia, 2010), trattandosi, per molte prestazioni, di servizi sociali, siamo sicuri che la minimizzazione dei costi sia la strada migliore per raggiungerli? Infine, bisognerà ricordarsi di aggiornare gli standard in presenza di cambiamenti nei costi, nelle tecniche di produzione dei servizi, nel numero di servizi.