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Secondo gli ultimi dati Istat, le ragazze italiane da grandi vogliono studiare e viaggiare, sposarsi e avere figli, in maniera non molto diversa rispetto alle generazioni precedenti. Ma le loro aspirazioni si scontrano con una grande paura nei confronti del futuro

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Credits Unsplash/BĀBI

Più connesse digitalmente, più aperte alla multiculturalità e con più voglia di istruirsi e vivere all'estero. Ma anche meno propense alla genitorialità rispetto ai ragazzi, e con più timori rispetto al futuro. Questa la fotografia delle giovani e giovanissime italiane scattata dall'Istat nell'indagine Bambini e ragazzi relativa al 2023. 

La pubblicazione indaga diversi aspetti della vita di ragazze e ragazzi fra gli 11 e i 19 anni residenti in Italia: dal rapporto con il digitale alle questioni relative alla cittadinanza, il cuore dell'indagine è rappresentato dai dati relativi alle future scelte di vita delle persone giovani e giovanissime, fornendo indicazioni rispetto a come potrebbe evolvere nei prossimi anni la tendenza al calo demografico che caratterizza attualmente il nostro paese.

Partendo dai numeri, secondo il rapporto, al 1° gennaio 2024 in Italia ci sono più di 5 milioni e 140.000 persone fra gli 11 e i 19 anni d'età, pari all'8,7% della popolazione residente. Un numero destinato a diminuire: l'Istat stima infatti che fra trent'anni ci saranno poco più di 3,8 milioni di persone giovani e giovanissime, che costituiranno solo il 7,2% della popolazione complessiva in Italia. 

Per quanto riguarda le differenze di genere, dai dati contenuti nel rapporto arrivano conferme rispetto all'attitudine di ragazze e ragazzi nei confronti del digitale: ha attivato un profilo social l'86,4% delle ragazze e l'83,4% dei ragazzi. Si registra invece un distacco significativo – di oltre 10 punti percentuali – nelle modalità di interazione online di femmine e maschi: secondo il rapporto, durante il giorno è in contatto con amici e amiche tramite app e social media il 54,6% delle ragazze contro il 43,2% dei ragazzi. 

Un dato che descrive come le ragazze siano più a loro agio rispetto ai maschi nel gestire le loro relazioni virtuali con coetanee e coetanei, confermando che, per le native digitali, non ci sono differenze fra vita online e offline

Significativi anche i dati rispetto alle scelte nel campo dell'istruzione, che vedono le ragazze più propense a proseguire gli studi, nonostante continuino a pesare in questo senso le condizioni socio-economiche di partenza: vorrebbe iscriversi al liceo il 60,7% delle ragazze contro il 41,6% dei ragazzi. La forbice si allarga ulteriormente rispetto alla decisione di andare all'università, che convince il 67,4% delle ragazze e il 46,4% dei ragazzi.

Le under20 sono anche più aperte mentalmente rispetto ai loro coetanei, manifestandosi più favorevoli a proposte politiche come quella per l'acquisizione automatica della cittadinanza per chi nasce in Italia (ius soli, 64,6% contro 53,6%) e desiderose di vivere all'estero (37,9% contro il 30,7% dei maschi). Quest'ultima percentuale è ancora più alta fra le ragazze straniere (42,7%).

Per quanto riguarda la scelta di vivere in coppia e di sposarsi, è sorprendentemente alta, vista la generale diminuzione nel numero di matrimoni in Italia, la percentuale di giovanissime e giovanissimi che pensa di vivere la propria vita adulta con un o una partner (74,5%), di sposarsi (72,5%) e avere il primo figlio entro i trent'anni (71,6%). 

La maggioranza dei ragazzi e delle ragazze italiane (69,4%) afferma poi di voler diventare genitore. Le ragazze oscillano fra una maggiore tendenza, rispetto ai ragazzi, a non volere figli (10,3%) a quella di volerne tre o più (20,7% contro 15,6%). 

In generale, i ragazzi e le ragazze vedono comunque ancora molto lontane da loro queste scelte, che sembrano destinate a mutare nel tempo, soprattutto alla luce del dato che evidenzia come la maggioranza delle ragazze italiane abbia paura del futuro (42,1%), piuttosto che esserne affascinata (35,9%). Le stesse percentuali sono del 23,1% e del 46,3% tra i ragazzi.

Da notare, infine, il fatto che i timori nei confronti del futuro aumentino al crescere dell'età delle intervistate: ad aver paura del futuro è il 56% delle giovani fra i 17 e i 19 anni. Un dato che rivela quanto la situazione di incertezza e precarietà data da eventi catastrofici come guerre e crisi climatiche pesi sulle generazioni più giovani, e che dovrebbe far riflettere sulle soluzioni da mettere in campo per assicurare all'Italia un futuro meno caratterizzato dall'invecchiamento della popolazione.

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