Politiche

La reclusione forzata conseguita alla pandemia permetterà a donne e uomini di negoziare la condivisione dei carichi di cura e muoversi verso un riequilibrio dei ruoli domestici? Prime ipotesi a partire dai dati sulla gestione quotidiana del tempo

La pandemia aiuterà
il riequilibrio dei ruoli?

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Foto: Unsplash/ Dan Gold

A così breve distanza dalla diffusione del virus molto è stato scritto sugli effetti devastanti della pandemia sul mercato del lavoro e la persistenza inevitabilmente lunga di tali effetti. La perdita di salario o la sua riduzione hanno infatti notevole persistenza nel tempo, come scritto da numerosi autori.

Il gap occupazionale e salariale tra donne e uomini sul mercato del lavoro è dovuto, per la maggior parte, al disequilibrio domestico: i lavori domestici così come la cura dei minori sono considerati, in base a una norma sociale ancora molto radicata soprattutto nel nostro paese, appannaggio femminile. Dalle indagini sull’uso del tempo emerge che le donne italiane sono tra quelle in Europa (al terzo posto dopo Grecia e Romania) che hanno il minore tempo libero, una volta sottratte le ore dedicate al lavoro sul mercato e al lavoro in casa. Spesso con la  giustificazione del divario salariale tra i due partner, le donne “preferiscono” rimanere a casa o accettare impieghi part time per dedicarsi al lavoro di cura. Una “scelta” che ha effetto non solo immediato ma anche perdurante oltre l’età lavorativa perché si traduce in minori pensioni. Ed è una situazione che non accenna a cambiare. L’ultima indagine sull’uso del tempo in Italia relativa al 2014 ci dice che in media negli ultimi 11 anni gli uomini in coppia hanno aumentato annualmente di un minuto e mezzo il loro impegno giornaliero nel lavoro familiare mentre le donne lo hanno ridotto di poco più di due minuti. Mantenendo questo ritmo per arrivare alla parità di genere nei tempi di lavoro familiare nel complesso delle coppie servirebbero altri 63 anni  o “solo” 38 anni nelle coppie in cui entrambi sono impegnati a tempo pieno.

Ma potrebbe accadere che questa pandemia porti a una accelerazione? Costretti tra le mura domestiche con eguale tempo a disposizione e i figli e le loro lezioni da assecondare nei piani familiari, sono stati messi in discussione gli equilibri cristallizzati della ripartizione del tempo domestico nella coppia? Sicuramente uno shock di tale portata ci ha fatto riflettere su molti fronti della vita passata insieme. Non ci sono più trasferte né viaggi di lavoro che giustificano le assenze, e i nonni devono essere preservati durante questo delicato periodo. L’ammontare di tempo assorbito dal lavoro domestico – il lavoro “invisibile”  ora che si sta in casa tutto il giorno non può più passare inosservato.

I lavori domestici così come la cura dei minori diventano un argomento da affrontare giornalmente dovendo ristabilire le nuove regole familiari. Che sia un’occasione per rivedere le buone pratiche di ripartizione degli oneri ed onori domestici? Perché almeno gli uomini più accorti facciano un ulteriore passo avanti verso la condivisione?

Anche i figli adolescenti o adulti possono essere stanati dal loro comodo rifugio. Sempre l’indagine sul tempo ci dice che tra i figli di 14-18 anni di genitori in coppia solo il 35 per cento dei maschi svolge qualche lavoro domestico con un divario di genere rispetto alle femmine di 21 punti percentuali (e anche loro non si sprecano). 

Molte donne dicono che non ce la fanno ad aprire in questa situazione anche una dura contrattazione. Sarebbe una fatica che si aggiunge alle troppe fatiche. Comprensibile. Forse se ne parla “dopo”. Ma per chi può e vuole è un’occasione per  rivedere i nostri schemi e cogliere questo shock per provare a reintrodurre un migliore bilanciamento all’interno della famiglia. Non tutto il male… 

Riferimenti

Alon et al, The Impact of COVID-19 on Gender Equality, 2020

Istat, I tempi della vita quotidiana, 2019