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Le imprenditrici scelgono l'innovazione

Dati
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Il 2022 ha registrato una contrazione dell'imprenditoria femminile ma il dato significativo è che le imprenditrici hanno scelto l'innovazione e i settori ad alta conoscenza, dove le donne storicamente erano meno presenti.

Sono 6mila le imprese femminili in meno rispetto al 2021, secondo il bilancio che l'Osservatorio sull'imprenditoria femminile di Unioncamere ha diffuso in questi giorni. L'effetto di un periodo complicato dalla pandemia, dalla guerra e dalla crisi energetica, durante il quale molte meno donne hanno dato vita a un'impresa nei settori tradizionali dell'agricoltura e del commercio, così come della manifattura, della ricezione turistica e della ristorazione. 

In compenso, spiega Unioncamere "l'imprenditoria più innovativa ha accelerato, trainata dai settori a maggior contenuto di conoscenza: sono 2mila in più le imprese femminili nelle attività professionali, quasi 1.500 in più quelle attive nelle attività immobiliari, circa mille in più nei servizi di comunicazione e nelle attività finanziarie, 800 in più nel noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese".

A fine 2022 le imprese femminili registrate sono 1.337mila, riporta Unioncamere: il 22,21% del totale delle imprese. "L’evoluzione delle imprese femminili dello scorso anno mostra con chiarezza un cambiamento in atto nella partecipazione delle donne al sistema produttivo" spiega la nota. A vacillare, come si vede nella tabella, sono i settori dove le donne sono più presenti per tradizione: il commercio, l’agricoltura, le attività di alloggio e ristorazione, dove sono decine di migliaia le imprese femminili in meno.

Ci sono settori però, tra cui alcuni in cui le donne finora sono state poco presenti, che hanno registrato una presenza imprenditoriale femminile più forte. Le imprese guidate da donne sono infatti cresciute nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, dove le imprese femminili sono aumentate di oltre 2mila unità con un incremento di quasi il 5% e che, anche grazie a questa dinamica, oggi hanno un tasso di femminilizzazione del 19,71%. 

Le imprese femminili sono anche aumentate nei servizi di informazione e comunicazione, nelle attività finanziarie e assicurative, nelle costruzioni e nelle attività immobiliari, nei settori dell'istruzione e della sanità, nelle attività artistiche, sportive e di intrattenimento e nelle altre attività dei servizi.

"La componente più innovativa dell’impresa femminile non solo non si è arresa di fronte alle difficoltà dello scorso anno, ma anzi si è irrobustita" ha commentato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete di fronte a questi dati. “È indicativo di un processo che osserviamo da tempo e che mostra che sempre più donne scelgono di mettere a frutto le proprie competenze e il proprio talento aprendo attività in alcuni settori che ancora sono a prevalente presenza maschile”.