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Oggi in Italia le donne che lavorano fanno più uso degli strumenti digitali rispetto agli uomini, ma sono ancora tagliate fuori dalle Stem, dove sono richieste digital skills molto avanzate. Una fotografia a partire dagli ultimi dati Istat sulle competenze professionali nel mercato del lavoro 

Protagoniste
del futuro

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Credits Unsplash/ThisisEngineering
Competenze digitali

Sul lavoro, le donne italiane fanno molto più uso degli strumenti digitali rispetto ai loro colleghi uomini, confermandosi protagoniste della transizione digitale in atto. Almeno fino a che non si ritrovano a sbattere contro il soffitto di cristallo delle professioni Stem, dove le competenze tecnologiche richieste sono più avanzate, e ancora fortemente caratterizzate dal predominio maschile. A dirlo sono i dati Istat contenuti nella sezione sulle competenze professionali nel mercato del lavoro italiano all'interno della Rilevazione sulle forze di lavoro per il 2022.

All'indagine hanno partecipato persone con un'età fra i 16 e i 74 anni, occupate o non occupate da meno di due anni, con lo scopo di rilevare la quantità di tempo dedicata abitualmente, in ambito lavorativo, a differenti tipologie di attività. Accanto alle abilità cognitive, cioè di lettura e di calcolo, alle competenze comunicative e relazionali, all'autonomia e allo svolgimento di compiti più o meno ripetitivi, il primo indicatore analizzato dall'Istat è proprio quello relativo alle competenze digitali, che sono ormai centrali in un numero sempre più elevato di settori professionali.

Come precisato dall'Istat, quando si parla di competenze digitali (digital skills) si fa riferimento a quell'insieme di abilità tecnologiche "che consentono di individuare, utilizzare, condividere e creare contenuti mediante tecnologie informatiche e Internet". In questo spettro sono comprese le competenze di base – come l'uso del computer, la navigazione sul web, la lettura e la scrittura di email – fino ad arrivare a quelle più complesse e specifiche, passando quindi dal lavoro su elaboratori di testi, fogli di calcolo e programmi di presentazione, fino alla scrittura di codici o allo sviluppo di sistemi software.

In generale, i dati raccolti dall'Istat ci dicono che, in termini di competenze digitali, l'Italia è ancora indietro rispetto alla media dei paesi dell'Unione europea: nel nostro paese, la percentuale di persone occupate che fa uso di strumenti digitali per almeno la metà del tempo di lavoro è pari al 37,1%, a fronte di una media europea del 41,2%. Un dato confermato anche dalla percentuale di persone che dichiarano di non utilizzare mai questi strumenti, che in Italia è più alta che in Europa (32,9% contro 27,5%). 

I dati divisi per genere delineano un quadro a favore delle donne per quanto riguarda le competenze tecnologiche, perlomeno quelle di base: a utilizzare gli strumenti digitali per almeno metà della propria giornata lavorativa è il 42,1% delle donne e il 33,4% degli uomini in Italia. Una percentuale che aumenta fra le persone che nel nostro paese svolgono lavori di tipo impiegatizio, dove è dell'80,9%, e che arriva all'88,5% per le donne che lavorano in questo settore e all'89,1% per le persone in possesso di una laurea. 

Positivo anche il dato che riguarda le competenze digitali di chi svolge professioni di tipo legislativo, imprenditoriale e dirigenziale, dove la percentuale di donne che utilizzano quotidianamente gli strumenti digitali è del 60%. Anche qui, i numeri crescono in base al titolo di studio posseduto, e infatti la percentuale è del 77,6% fra le persone laureate. 

Uso della competenza digitale per grandi gruppi professionali (anno 2022, valori percentuali)

Competenze digitali
Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro, 2022

Questi dati ci parlano però anche di una segregazione, più le digital skills diventano complesse infatti, più le donne restano tagliate fuori. Se andiamo a prendere in considerazione le posizioni intellettuali e scientifiche: qui, l'uso degli strumenti digitali nel contesto lavorativo vede un netto predominio degli uomini (74,2%), e arriva a sfiorare il 90% per gli specialisti in scienze, matematica e informatica, e per ingegneri e architetti, tutti settori dove le carriere sono ancora sbarrate per le donne.

Quest'ultima percentuale evidenzia chiaramente l'altissimo livello di digitalizzazione delle competenze richieste nelle Stem, ovvero in quei settori che più di tutti guardano al mercato del lavoro del futuro, e dai quali al momento le donne risultano ancora troppo escluse. 

Un altro dato che ci parla di un significativo divario di genere è quello relativo all'assenza di competenze di calcolo, che riguarda in modo più significativo le donne che svolgono professioni non qualificate.

La fotografia scattata dall'Istat ci mostra non solo quanto ancora ci sia da fare per allineare le competenze digitali delle persone in Italia a quelle degli altri paesi europei, ma che le azioni in questo senso dovrebbero essere rivolte soprattutto alle ragazze di oggi affinché possano davvero essere le protagoniste del futuro. 

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