Sottovalutare il genere nella ricerca può comportare rischi e mancate opportunità di business. La lezione di Londa Schiebinger a Milano
Perché l'innovazione di
genere è così importante
Il 24 ottobre 2018, la professoressa Londa Schiebinger ha partecipato, in qualità di relatrice, al seminario organizzato dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (FRRB) dal titolo Gendered innovation in science and research.[1] Il seminario, che si è svolto a Milano è stato organizzato nell’ambito del progetto europeo H2020 TARGET destinato a ricercatori, medici e accademici impegnati nel campo della salute e delle politiche sociali.
Londa Schiebinger (nella foto in basso a destra, ndr), docente di Storia della Scienza alla Stanford University, ha presentato la teoria alla base degli studi sulle gendered innovations, analizzando in particolare come anche discipline considerate 'neutre' dal punto di vista del genere, quali la scienza e l’ingegneria, in realtà non lo siano.
Sottovalutare il genere nella ricerca può infatti comportare rischi e mancate opportunità di business.
Nel campo della salute, le conseguenze possono avere un impatto drammatico. Negli Stati Uniti, per esempio, tra il 1997 e il 2000 sono stati ritirati dal commercio dieci farmaci a causa degli effetti dannosi per la salute (alcuni potenzialmente mortali) e otto di questi si sono rivelati “molto più dannosi per la salute delle donne, rispetto a quella degli uomini”.[2] Numerosi progetti di ricerca di base non garantiscono la raccolta e la classificazione di campioni di cellule, tessuti e animali distinguendone il sesso, conducendo così a risultati che rischiano di non rappresentare una base solida per gli studi clinici con essi realizzati.
Il genere è un argomento da tenere presente anche nel campo dell'innovazione tecnologica e digitale.
La professoressa Schiebinger ha sottolineato come l’Intelligenza Artificiale (IA) possa replicare le discriminazioni di genere, alla luce del fatto che spesso i sistemi di IA si basano su algoritmi fondati su dati storici. Ad esempio, lanciare una ricerca sul web associata alla parola scienziato può restituire risultati principalmente declinati al maschile, così come Google Traduttore può assegnare un pronome (e un genere) a parole e professioni differenti.
Siri e Cortana, assistenti virtuali dei due principali sistemi operativi, hanno nomi e voci femminili (anche se ora è possibile scegliere una voce differente). I robot, in particolare quelli costruiti con finalità di cura e assistenza, spesso sono progettati con caratteristiche femminili. Queste associazioni di genere non fanno altro che rafforzare gli stereotipi secondo i quali i compiti di cura sono responsabilità meramente femminili.
Esaminando a fondo la questione, quello del genere è un argomento fondamentale in ogni campo dell’innovazione, anche se non dovrebbe; se non affrontate, discriminazioni di genere e disuguaglianze si generano e si ripetono.
FRRB sta facendo la sua parte per aumentare la consapevolezza riguardo a questi temi: dato il duplice status di ente beneficiario di contributi europei nell’ambito di progetti ed erogatore di finanziamenti pubblici in qualità di funding agency nel settore biomedico, FRRB pone particolare attenzione alla parità di genere in tutte le proprie attività.
In tutti i progetti finanziati da FRRB vengono definiti criteri specifici per il conteggio del congedo di maternità nel caso di responsabili scientifici di genere femminile under 40. Inoltre, a partire dall’ultimo bando, lanciato il 1 ottobre 2018, FRRB richiede a ogni ente partecipante la compilazione di un modulo che riporti la rappresentazione di genere all’interno della propria organizzazione.
Lo scopo non è 'punire' le organizzazioni in cui non ci sia un’equa rappresentazione di genere, quanto di fare sì che tali organizzazioni si rendano conto di quale sia la rappresentanza di genere al loro interno, e quindi di chiedersi il perché di tale situazione.
Inoltre, sempre a partire dall’ultimo bando, FRRB chiede che tutti i partecipanti –Aziende Socio Sanitarie Territoriali, Istituti di ricerca e cura, Università e Organismi di ricerca con sede in Lombardia – includano nella domanda di partecipazione il proprio Gender Equality Plan(GEP), ove presente. Il GEP non sarà valutato in sede di revisione scientifica della proposta, ma permetterà di avere un quadro della situazione esistente in Lombardia sul tema, incrementandone così la consapevolezza.
Ma allora: come si possono superare i pregiudizi e le discriminazioni di genere?
La professoressa Schiebinger propone un approccio specifico, basato su tre 'aggiustamenti' strategici:
1. Fixing the numbers of women: rivedere e riaggiustare il numero di donne, aumentandone la partecipazione e la rappresentanza.
2. Fixing the institutions: organizzare le Istituzioni, incoraggiando e promuovendo la parità di genere attraverso cambiamenti strutturali in enti e organizzazioni di ricerca (reclutamento del personale, progressione di carriera, ecc.).
3. Fixing the knowledge: aumentare la consapevolezza di quanto sia importante un approccio di genere nel campo dell’innovazione, per raggiungere livelli di eccellenza in ambito scientifico e tecnologico, con ricadute positive sul business e sull’economia.
I partecipanti al seminario hanno attivamente contribuito al dibattito seguito all’intervento della professoressa Schiebinger, ponendo numerose domande. Una di queste è stata una vera e propria richiesta di formazione sull’argomento dell'innovazione di genere.
Ovvero, come si può integrare concretamente la dimensione di genere all’interno della ricerca?
Questa è una richiesta che necessita di essere ascoltata e di ricevere una risposta, se non vogliamo che la ricerca della parità di genere sia solo un esercizio di raccolta dati. FRRB metterà a punto, anche grazie alla partecipazione al progetto TARGET, una formazione specifica su l'innovazione di genere prima del lancio del prossimo invito a presentare proposte progettuali.
Un’altra domanda ha riguardato il paradosso del gender pay gap, ovvero della differenza salariale tra uomini e donne, che attesta come la differenza di salario in base al sesso sia inferiore nei paesi con una più alta percentuale di disoccupazione femminile.[3]
È stato possibile inoltre fare un’osservazione generale sui partecipanti al seminario: su circa 30 persone era infatti presente solamente un uomo, nonostante i temi discussi fossero di interesse per tutti, senza distinzione di genere – la comunità scientifica, l’accademia, e tutti coloro provenienti dal settore sanitario, nei suoi ambiti di innovazione, cura e assistenza.
Eppure, spesso, le questioni di genere sono ancora percepite come una “cosa da donne”. Perché?
È necessario ricordare che molte campagne a favore della parità di genere devono essere elaborate con cura e riflessione, pena risultare controproducenti. Un esempio tra tutti, la famosa campagna Science is a girl-thing promossa dalla Commissione europea nel 2012, in cui la presenza di donne nella scienza veniva rappresentata da rossetti fluorescenti e accattivanti, scienziate che ballavano davanti a uno scienziato-uomo.
Dobbiamo superare il concetto del “mi interessa solo se mi riguarda direttamente”.
Le innovazioni di genere dovrebbero essere innovazioni normali, e fino al giorno in cui la parità di genere non sarà considerata la normalità dobbiamo fare quanto è necessario per assicurarci che il sesso e il genere siano tenuti di conto per il peso che esercitano, soprattutto nella ricerca scientifica.
Il lavoro di Londa Schiebinger e seminari come questo rappresentano sicuramente un passo avanti in questa direzione.
Note
[1] Il seminario è stato finanziato grazie al contributo del progetto TARGET (GA 741672) nell’ambito del Programma Quadro di innovazione e ricerca dell’Unione Europea H2020.
[2] U.S. GAO, 2001
[3] OECD (2017), The pursuit of gender equality: an uphill battle, OECD Publishing, Paris