Ogni mese a livello globale le donne guadagnano ancora il 20% in meno degli uomini. Le Nazioni Unite ci ricordano che favorire salari più equi è fondamentale per raggiungere l'obiettivo della parità di genere

Parità salariale

A livello globale, le donne nel mercato del lavoro sono pagate in media ogni mese circa il 20% in meno degli uomini. Per ogni dollaro guadagnato da un uomo, una donna guadagna 77centesimi per un lavoro di pari valore, con un divario salariale che si allarga per le donne con figli. Inoltre, le donne hanno maggiori probabilità di essere disoccupate rispetto agli uomini, con disparità che aumentano a livello regionale, solo il 28% delle occupate può usufruire di un congedo di maternità retribuito, e quasi il 65% delle persone al di sopra dell’età pensionabile senza una pensione è donna. Non è un caso, se le donne svolgono almeno due volte e mezzo in più degli uomini i lavori domestici e di cura non retribuiti.

A ricordarlo in occasione della giornata internazionale della parità salariale (International equal pay day) che ricorre il 18 settembre, è l'Organizzazione delle Nazioni Unite, che ha incluso la parità salariale tra gli obiettivi al centro dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Eppure, a oggi, fa notare nella nota diffusa per la giornata internazionale "nessun paese ha ancora raggiunto la parità retributiva tra i sessi".  È il riflesso del persistere di relazioni di potere sbilanciate per genere, che limitano le capacità di donne e ragazze e il loro accesso a risorse e opportunità, alimentando povertà e disuguaglianze.

Istituita dalle Nazioni Unite nel 2020 proprio per sottolineare l'importanza di ottenere un'equa retribuzione del lavoro tra donne e uomini per raggiungere il più vasto obiettivo della parità di genere a livello mondiale, la giornata internazionale ci ricorda che il processo di cambiamento va avanti molto lentamente.

Tuttavia, come viene spiegato nel breve video realizzato dall'Equal Pay International Coalition (EPIC) "ridurre la parità salariale non è impossibile". I governi, le aziende, le persone che lavorano, il mondo accademico, la società civile possono infatti mettere in atto azioni concrete per contribuire al raggiungimento, entro il 2030, dell'obiettivo della parità salariale, attraverso il supporto dell'EPIC, che opera a livello nazionale, regionale e globale per ridurre il divario retributivo di genere.

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