Dopo tre anni di lavoro sul campo, la sociologa Giovanna Fullin ha raccolto in un libro risultati più interessanti di un'indagine che ha intervistato cento lavoratrici, lavoratori e sindacalisti, tra New York e Milano, nel settore delle grandi catene di brand multinazionali
Consigliati da noi. Front-line workers in the global economy

New York, San Francisco, Milano, Londra, Parigi, a camminare per le vie commerciali tra le grandi catene di brand multinazionali sembra di trovarsi sempre nella stessa città. Eppure i discorsi tra i dipendenti, possono riportare storie molto diverse. Se a New York una donna di 30 anni è preoccupata perché non sa se lavorerà abbastanza ore per guadagnarsi da vivere la settimana successiva, a Milano una madre della stessa età sa che lavorerà 20 ore a settimana ma è preoccupata per il rinnovo del suo contratto alla fine del mese successivo.
Dopo tre anni di lavoro sul campo, la sociologa Giovanna Fullin (Associata di Sociologia Economica presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca) ha raccolto i risultati più interessanti di un'indagine che ha contato su cento interviste a lavoratrici, lavoratori e sindacalisti, tra New York e Milano.
Il suo Front-Line Workers in the Global Service Economy (Routledge, 2021) racconta le esperienze vissute da chi è impiegato nell'industria del "fast fashion" (le grandi catene di negozi che vendono capi di abbigliamento di moda a prezzi bassi), ma anche le possibilità di azione collettiva e le forme di resistenza a una tendenza globale che cerca di ridurre al minimo il costo del lavoro e standardizza l'esperienza della vendita al dettaglio.
Giovanna Fullin, Front-Line Workers in the Global Service Economy, Routledge, 2021