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Una maggiore partecipazione delle donne nel settore energetico può contribuire a contrastare gli stereotipi di genere legati alle loro presunte minori abilità in ambito tecnico-scientifico, ancora molto radicati anche tra le lavoratrici. I risultati di uno studio condotto in due cooperative energetiche in Italia e in Belgio

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Energia e stereotipi
Credits Unsplash/Alessandro Bianchi

Le cooperative energetiche sono una forma di azione collettiva, basata sulla partecipazione democratica e attiva della cittadinanza. Al loro interno, le persone partecipanti collaborano per produrre e investire in energia rinnovabile, ed eventualmente per consumare l'energia prodotta. Sono ampiamente riconosciute per i loro forti valori, in particolare per il loro impegno verso l'inclusività. Tuttavia, come sottolinea l'Agenzia internazionale dell'energia (in inglese, International Energy Agency, abbreviato in Iea), la partecipazione delle donne alle cooperative energetiche rimane relativamente bassa, con una media del 20%. 

Questo è particolarmente preoccupante alla luce di un sondaggio sulle cooperative energetiche europee condotto dalla European Citizen Energy Academy (Eucena), che ha rilevato che solo il 5% di queste organizzazioni aveva una rappresentanza di genere equa nei consigli di amministrazione e solo il 2% nei comitati consultivi.

Essendo quello dell'energia un settore tecnico-scientifico, è possibile che prevalgano anche qui le opinioni stereotipate applicate alle discipline Stem (acronimo inglese che sta per scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), secondo cui le donne non sarebbero adatte a questo tipo di professioni perché meno portate degli uomini. Nello studio di Eucena, infatti, il 45% delle persone intervistate riteneva che gli uomini fossero più competenti e interessati all'energia rispetto alle donne. Tuttavia, la partecipazione alle cooperative energetiche non richiede alcun tipo di conoscenza o abilità tecnica; pertanto, è interessante capire se e come l'aderenza allo stereotipo relativo alla scarsa abilità femminile in questo ambito possa influenzare l'esperienza delle donne nelle cooperative.

Con quest'obiettivo, abbiamo condotto uno studio su un ampio campione di donne e uomini provenienti da due importanti cooperative energetiche, una in Italia (ènostra) e una in Belgio (Ecopower). Nello specifico, ci siamo concentrate sugli stereotipi di genere per verificare se fossero presenti all'interno delle cooperative e, nel caso delle interlocutrici donne, se fossero associati alla percezione delle loro stesse capacità e dell'importanza di una maggiore presenza femminile nelle cooperative. 

Questa dinamica è particolarmente critica nelle organizzazioni che hanno al centro l'energia, dove gli stereotipi possono influire notevolmente su chi si sente incluso e incoraggiato a partecipare. Sulla base di studi sull'argomento, abbiamo ipotizzato che gli uomini credessero più delle donne agli stereotipi di genere in ambito energetico, ovvero a un minore interesse e a una capacità inferiore delle donne di occuparsi di questi temi. Abbiamo inoltre ipotizzato che chi, fra le donne, aderisse maggiormente a questa presunta inferiorità femminile, avesse anche una minor stima della propria conoscenza tecnica e della propria capacità di lavorare nel settore energetico.

I risultati dello studio

Abbiamo raccolto 5.690 risposte, di cui 303 da ènostra e 5.387 da Ecopower. Le due cooperative condividono alcune caratteristiche, mentre si differenziano in altre: sono entrambe le più grandi cooperative del paese di riferimento, ma essendo quello delle cooperative un fenomeno recente in Italia, le dimensioni e l'entità della produzione di energia sono nettamente diverse fra le due organizzazioni. Entrambe si basano, tuttavia, sugli stessi principi di equità, gestione democratica e attenzione alla comunità.

Le risposte raccolte hanno dimostrato che, sebbene in media i membri delle due cooperative non credessero a una differenza di genere nelle abilità e nell'interesse nei confronti dell'energia, quando è stato chiesto loro se avessero cambiato opinione al riguardo dopo essere entrati nella cooperativa, la maggior parte ha affermato di aver realizzato che donne e uomini hanno uguali capacità, ma solo nel caso italiano. 

Le donne, inoltre, hanno riportato valutazioni inferiori delle loro conoscenze in materia di energia rispetto agli uomini: hanno espresso maggiore disaccordo rispetto alla loro capacità di comprendere temi tecnici come il funzionamento delle pale eoliche o dei pannelli solari e anche, a seguito della partecipazione alla cooperativa, al sentirsi più legittimate a parlare di questi temi, all'aver sviluppato delle capacità tecniche e all'essersi rese conto che sarebbero in grado di svolgere delle professioni che richiedono questo tipo di abilità.

I risultati hanno poi confermato il potenziale impatto degli stereotipi di genere. Un dato interessante emerso dallo studio è che le donne che mostravano di aver maggiormente introiettato gli stereotipi di genere non solo si sentivano meno in grado di comprendere i temi legati alla produzione di energia rispetto a quelle con stereotipi più lievi, ma erano anche quelle ad aver beneficiato maggiormente della partecipazione alla cooperativa: le donne che più delle altre credevano a un'inferiore abilità e interesse femminile in materia energetica erano, infatti, più propense a percepire un miglioramento nelle loro conoscenze e abilità grazie alla cooperativa. 

Per quanto riguarda la presenza femminile nelle cooperative energetiche, in entrambe i membri hanno dichiarato di ritenere importante il ruolo delle donne nel consiglio di amministrazione. Questa opinione, tuttavia, era più forte fra le donne. Inoltre, contrariamente a quanto potremmo aspettarci, chi tra le donne percepiva gli uomini come più adatti, per capacità, all'ambito energetico attribuiva più importanza delle altre alla presenza femminile nel consiglio di amministrazione.

In sintesi, i risultati dello studio suggeriscono che le cooperative energetiche potrebbero aiutare le donne ad abbattere gli stereotipi di genere sulle loro abilità scientifiche. Grazie alla partecipazione ad attività che non richiedono conoscenze tecniche pregresse, le cooperative potrebbero infatti aiutare le donne a sviluppare maggiore fiducia nelle proprie capacità e, come suggerito dallo studio, questo potrebbe essere utile soprattutto per le donne con meno autostima. 

Questo rafforza ulteriormente la necessità di una maggiore presenza femminile nei ruoli di leadership all'interno delle cooperative, che possono fungere da potente catalizzatore per una maggiore partecipazione delle donne. Un fattore in grado di innescare impatti significativi sull'empowerment, incoraggiando le donne a prendere parte attiva nelle cooperative. A tal proposito, fa piacere notare che ènostra abbia scelto di nominare una donna alla guida e che, nel 2023, abbia per la prima volta raggiunto un traguardo importante con una maggioranza femminile nel consiglio esecutivo.

Il fatto che le donne più inclini a confermare gli stereotipi di genere sull'energia sentissero maggiormente la necessità di una presenza femminile in ruoli di leadership potrebbe sembrare, a prima vista, contraddittorio. Tuttavia, se teniamo conto del contesto, l'interpretazione cambia: nonostante le loro convinzioni, le partecipanti avevano già preso la decisione di essere coinvolte in un ambito per loro "atipico". Il fatto che non fossero richieste competenze tecniche specifiche non le escludeva dalla possibilità di partecipare attivamente alle attività della cooperativa. 

È probabile, però, che le donne con credenze più stereotipate si sentissero comunque meno a proprio agio in un ambiente percepito come tipicamente maschile. Proprio a causa di questa insicurezza, il desiderio di una maggiore rappresentanza femminile appare comprensibile, in quanto una leadership femminile avrebbe potuto contribuire a farle sentire meno fuori posto.

Implicazioni di policy

Le cooperative energetiche rappresentano un caso interessante, poiché coinvolgono nella gestione dell'energia persone con caratteristiche socio-demografiche anche molto diverse tra loro. Essendo ispirate al movimento per una transizione energetica giusta, le cooperative perseguono principi di uguaglianza ed equità che non riguardano solo la sostenibilità ambientale, ma anche un coinvolgimento dei propri membri che sia privo di ogni forma di discriminazione. 

A tal fine, l'approccio delle cooperative alla discussione delle questioni energetiche con i propri membri mira a rendere le informazioni fruibili a chiunque, a prescindere dal livello educativo. Possiamo quindi ipotizzare che il miglioramento nella fiducia delle partecipanti allo studio, anche quelle che erano inizialmente più scettiche, possa essere dovuto a questo approccio.

Diversi studi hanno infatti mostrato come l'atteggiamento delle donne nei confronti delle scienze sia legato anche a come queste vengono insegnate: rispetto ai ragazzi, le ragazze preferiscono i ragionamenti verbali e mostrano maggiore coinvolgimento quando vengono loro mostrati esempi pratici e legati alla vita quotidiana dei concetti scientifici. 

In un esperimento italiano, grazie alla partecipazione ad attività didattiche che richiedevano agli studenti di fare invece che di ascoltare, di condividere le loro idee anche in maniera narrativa e che mostravano loro esempi eterogenei e non legati a un genere specifico, le ragazze hanno mostrato un miglioramento nel loro rendimento scolastico in matematica.

Questi risultati hanno quindi importanti implicazioni di policy. Gli interventi che mirano ad aumentare la presenza delle donne nelle Stem sono numerosi: la presenza femminile in contesti tipicamente maschili aiuta le donne a sentirsi parte di quel mondo e adatte a prenderne parte attiva. Oltre al favorire l'esposizione ai modelli di ruolo, è tuttavia importante aiutare le donne a sviluppare maggiore autostima nelle loro capacità, abbattendo quindi gli stereotipi che le riguardano. 

In quest'ottica, cambiare il modo in cui le materie scientifiche vengono insegnate e discusse potrebbe dare un contributo importante, e il coinvolgimento diretto delle donne in attività tecniche potrebbe inoltre aiutarle a prendere coscienza del fatto che non ci sono reali differenze nelle abilità basate sul genere.

Riferimenti

E. De Gioannis, A. Dudka, Z. Łapniewska, Gender stereotypes and empowerment of women in energy cooperatives: A comparative analysis from Italy and Belgium, Energy Research & Social Science, 116, 103673, 2024.

M. L. Di Tommaso, D. Contini, D. De Rosa, D. Piazzalunga, Tackling the Gender Gap in Math with Active Learning Teaching Practices (Department of Economics and Statistics Cognetti de Martiis. Working Papers), University of Turin, 2020.

IEA, Energy and Gender – Topics, IEA, 2023.

S. Kaur, K. Groneweg, K. Habersbrunner, Gender Survey of Energy Cooperatives – A Summary with Recommendations, p. 12, 2022.

Microsoft Philanthropies, Why Europe’s girls aren’t studying STEM, Microsoft, 2017.

B. A. Nosek, M. R. Banaji, A. G. Greenwald, Math = male, me = female, therefore math ≠ me, Journal of Personality and Social Psychology, 83(1), 44–59, 2002.