Politiche

Arriva l'app per una geografia di genere a Roma. Si chiama Appia e vuole rendere più facile la vita alle donne in città

A Roma arriva "Appia",
l'app per le donne della città

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foto: Flickr/verkeorg

Si chiama Appia, e sta per "applicazione di informazione e aiuto", l’app che viene lanciata oggi, in occasione dell’8 marzo, da Roma Capitale con l’obiettivo di raccogliere e rendere più accessibili le informazioni di cui una donna può avere bisogno ogni giorno per vivere la città e per orientarsi in modo semplice tra servizi, attività e consigli utili. Un'app pensata dalle donne per le donne, la definiscono le dipendenti del comune di Roma che l’hanno ideata e realizzata affidandole il nome di una aristocratica romana, Appia Annia Regilla, che rimase coinvolta in una storia di violenza. Incinta di otto mesi, raccontano le dipendenti di Roma Capitale, Appia fu uccisa nel 160 d.C. da un liberto, probabilmente su ordine di suo marito Erode Attico, il quale fu assolto grazie alla protezione dell'imperatore Marco Aurelio. Una storia antica, quella della violenza sulle donne, a cui è dedicata una delle cinque aree tematiche al centro dell’app.

All’interno delle aree tematiche – salute, lavoro, famiglia, tempo libero, prevenzione e contrasto della violenza di genere – è possibile cercare e trovare i servizi e le strutture a disposizione, mappati per municipio, completi di contatti e orari, e ricevere notifiche su eventi e attività sociali, ludiche e culturali. Una vera e propria mappa del territorio urbano, insomma, scaricabile gratuitamente su smartphone e tablet dagli store Apple, Google e Windows, e che per ora include più di 1500 voci di fonte istituzionale, ma resterà aperta a segnalazioni di altri servizi utili alle donne presenti nel comune di Roma, purché pubblici o privati convenzionati.

Navigando nell’app, si capisce che non è la solita operazione di facciata e che dietro c’è stato un lavoro di monitoraggio attento, che ha incluso la consultazione di reti, centri e osservatori che da anni lavorano sul territorio per il miglioramento della qualità della vita di lavoratrici e disoccupate, madri e aspiranti madri, bambine e adolescenti, migranti e anziane, donne che hanno subito violenza, donne che pur essendo alle soglie della terza fase della loro vita si fanno ancora carico del lavoro di cura di bambini e anziani.

Le schede presenti all’interno di questa guida mobile sono già tante, ma il pregio principale non è tanto la quantità, quanto il fatto che tengono conto di diverse situazioni in cui una donna può trovarsi all’interno del suo percorso biografico. Solo per citare l’area tematica dedicata alla salute: si va dall’interruzione volontaria di gravidanza al parto attivo o in casa, dalle vaccinazioni alla contraccezione, dai problemi alimentari alle dipendenze, dalla depressione postpartum alla menopausa, dall’allattamento all’osteoporosi, passando per un excursus che spiega cos’è la medicina di genere.

A schede informative, dedicate alla diffusione di conoscenze e contenuti (es. cosa si intende per telelavoro, come funzionano i congedi parentali in Italia, cosa si intende per bullismo e cyberbullismo), si affiancano quindi elenchi completi di contatti e indirizzi (ad esempio, sempre nel caso del settore “salute”, quali sono le strutture migliori da contattare per un’interruzione volontaria di gravidanza, quali le migliori dove partorire, a chi rivolgersi per fare un parto in casa, quali sono le banche del latte, a chi rivolgersi per intraprendere il percorso di un'adozione, quali sono i centri per affrontare l'infertilità, ecc.). Non solo i soliti indirizzi utili messi a disposizione dai comuni sotto la voce “sicurezza”, insomma, ma una mappa inedita che disegna una rete di centri accessibili e specializzati a cui rivolgersi in diversi momenti della propria esistenza. 

Alla base della progettazione di questa nuova app, al momento pioniera in Italia (esiste una web app simile in Lombardia, che però non è specializzata per supporti mobili), c'è l'intento di rendere meno ostile una città caotica e spesso disorganizzata come Roma per la vita di una donna, compensando in qualche modo il gap dell'isolamento, una violenza sociale a cui soprattutto le donne vanno incontro nelle aree metropolitane e che spesso è la prima causa di un peggioramento dello stile di vita. L'appliczione permette infatti a tutte, tramite un dispositivo mobile, di venire a conoscenza di una serie di servizi e realtà che altrimenti in molte situazioni non circolerebbero. Attraverso la geolocalizzazione, Appia consente poi di trovare il servizio o il centro più vicino alla posizione della utente che sta cercando di risolvere un problema (es. centri antiviolenza, centri per l'impiego, corsi d'italiano per straniere, attività per donne anziane, banche del tempo, ludoteche, consultori, banche del latte, case del parto, registri delle unioni civili, ecc.).

Una fase successiva mirerà a rendere l'app sempre più estesa e interattiva. Non è esclusa una estensione della guida ai territori della provincia di Roma. Inoltre, le donne che vivono a Roma potranno inviare bisogni e suggerimenti e scambiare con altre donne informazioni e pratiche in vari ambiti della quotidianità, questo per rendere più piena la cittadinanza di genere e per facilitare la condivisione di know-how e collaborazioni professionali, attraverso la creazione di una rete interattiva, che prevederà anche l'utilizzo di chat interne alla stessa app.

Insomma, un modo innovativo per facilitare anche l'incontro e la trasmissione di saperi tra donne negli spazi urbani. Un elemento chiave da cui nessuna geografia di genere può permettersi di prescindere.

Leggi tutto il dossier "Che genere di città" a cura di inGenere.it