Politiche

Elezioni politiche 2018. Scopriamo quali proposte ogni partito ha da offrire alle donne, ecco cosa dicono i programmi

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Foto: Unsplash/ Chris Barbalis

Si avvicinano le elezioni e sarebbe auspicabile che tutti i partiti s’impegnassero affinché il pieno ottemperamento dell’articolo 3 della Costituzione fosse una priorità, soprattutto in un momento in cui le donne – tra Nonunadimeno, MeToo, appelli di attrici e giornaliste – sono in piena mobilitazione e chiedono una società più giusta e paritaria. È così? Siamo andate a vedere quali sono le proposte politiche per una società a misura di donna contenute nei programmi dei vari partiti.

La coalizione di centrodestra – che comprende Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italiaparla delle donne nel capitolo 7 dedicato alla famiglia. Un elenco in pochi punti ma pieno di implicazioni: donne sì, ma prima di tutto madri. Si propone infatti un piano straordinario per la natalità con asili nido gratuiti e consistenti assegni familiari “più che proporzionali al numero dei figli”, un quoziente familiare (qui spieghiamo che cos’è e quello che pensiamo su questo tipo di fiscalità), la tutela del lavoro delle giovani madri, la difesa delle pari opportunità e la tutela delle donne con un riconoscimento pensionistico a favore delle madri.

Nel programma del Movimento 5 Stelle non ci sono politiche per le donne, anzi la parola donna non è mai scritta. Le proposte sono tutte rivolte a un elettore/cittadino neutro, pensate per una persona “standard” (e sappiamo che questo significa maschio, bianco, di età media, non disabile né malato, quindi senza bisogno di ausili o cure particolari). Una nota positiva: nel capitolo scuola troviamo “investire su nuovi percorsi interdisciplinari di educazione alle emozioni, all’affettività̀̀ e alla parità di genere”. 

Lavoro e povertà sono le questioni per cui il programma dei radicali di +Europa con Emma Bonino presta attenzione alle donne. A fronte di una maggiore scolarizzazione rispetto agli uomini, si legge nel programma “la presenza delle donne nel mercato del lavoro è largamente inferiore alla media europea e la loro retribuzione è molto più bassa. Per modificare questa situazione occorre mettere a disposizione delle donne strumenti molto più efficaci per la conciliazione tra lavoro e famiglia”. Il gruppo si impegna a tal proposito a rivedere il welfare: migliorando i servizi soprattutto a favore delle donne e delle famiglie giovani (con un riferimento particolare agli orari degli asili nido) prevedendo contributi alla formazione, sostegno al reddito, politiche che permettano il rientro a lavoro dopo la maternità e strumenti che le garantiscano sotto il profilo della retribuzione e dell’inquadramento professionale, promozione del congedo parentale di cui possono usufruire sia gli uomini che le donne e della parità salariale in azienda attraverso norme, controlli e sanzioni significative.

Nel programma del PD la bassa occupazione e la scarsa qualità (in termini di tutele e retribuzioni) del lavoro femminile rappresentano uno dei cinque nodi problematici su cui il partito promette di lavorare nella prossima legislatura (gli altri sono: scarsa crescita delle retribuzioni, costo del lavoro troppo alto, transizione scuola lavoro troppo lunga).  La promessa: un sostegno economico di 400 euro per acquistare servizi di cura per i primi tre anni di vita dei figli, un sostegno economico pari al 30% dello stipendio da spendere in servizi di cura per le donne che decidono di rientrare al lavoro dopo la maternità obbligatoria. C’è un capitolo intitolato Per una cultura dei diritti civili e delle pari opportunità dove uno dei punti programmatici è la parità salariale attraverso l’introduzione dell’obbligo di analisi delle retribuzioni ogni 4 anni per le imprese con più di 50 dipendenti. E si parla anche di violenza contro le donne: “il rifinanziamento del fondo per i centri antiviolenza e per i centri per le vittime della tratta delle donne con incentivazione dei centri protetti, l’inserimento delle donne vittime nel mondo del lavoro, la formazione specifica delle forze dell’ordine e del personale sanitario sugli aspetti della violenza di genere.” Sempre nel capitolo sui diritti civili si parla di contrasto all’omofobia e alla transfobia.

Il programma di Liberi e uguali s’impegna ad annullare il divario salariale tra uomini e donne, introdurre misure strutturali di sostegno alla genitorialità, a puntare un’attenzione specifica alla promozione del diritto alla salute delle donne, ai diritti sessuali e riproduttivi (attraverso il sostegno e il finanziamento della rete dei consultori), a rilanciare programmi di educazione sessuale e contraccettiva nelle scuole, arginare l’obiezione di coscienza e la cattiva applicazione della legge 194. “È necessaria un’azione determinata e continua di contrasto alla violenza nei confronti delle donne” si legge sempre nel programma. “Un contrasto che passa anche da un piano straordinario per l’occupazione femminile che renda le donne libere di scegliere e fiduciose nel proprio futuro. Per fare questo abbiamo bisogno di una maggiore presenza femminile nella politica, nel mondo economico, nelle professioni”. 

Potere al popolo dedica uno dei capitoli del suo programma all’Autodeterminazione e lotta alla violenza contro le donne e le persone LGBTQI. Nell’introduzione al capitolo viene messo l’accento sul grande divario nella ripartizione del lavoro di cura tra uomini e donne, sulla disparità di accesso al mercato del lavoro e allo spazio pubblico e sul nesso diretto che queste forme di esclusione hanno con la violenza domestica. Le proposte sono per lo più dichiarazioni di intenti ma vengono nominate anche azioni specifiche come per esempio “una formazione che fornisca strumenti per decostruire il sessismo e educhi al riconoscimento della molteplicità delle differenze”.  C’è un pacchetto di misure pensate per garantire pieno accesso alla salute sessuale e riproduttiva: garantire l’accesso all’interruzione di gravidanza in ogni presidio ospedaliero, alla fecondazione eterologa a prescindere dallo status familiare, dare impulso alla prevenzione e al contrasto dell’HIV attraverso l’accesso gratuito alla contraccezione e alle nuove tecniche di prevenzione. Alcune proposte che riguardano specificamente le donne emergono invece dalla lettura di altri capitoli tematici: parità salariale, potenziamento del welfare pubblico per una conciliazione dei tempi di vita attraverso un piano di assunzioni che porti l’Italia a livello degli altri paesi europei. 

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