
Quando gli uomini di Boko Haram sono entrati in classe gridavano “Bruceremo la vostra scuola, non dovete stare qui, è alla scuola islamica che dovete andare!”. Boko Haram ha rapito le ragazze nigeriane per lo stesso motivo per cui i talebani ferirono Malala: i fondamentalisti temono l’intelligenza e l’istruzione delle donne.
Un resoconto della World Bank, ripreso dall’Atlantic, rileva che nel mondo il 30% delle donne hanno subito violenze fisiche o sessuali. La drammatica conclusione è: “non c’è posto più sicuro per le donne che la loro casa”. Le percentuali di donne che sono state vittime di violenza tendono ad essere, seppure in maniera differenziata, elevate in tutto il globo: 29% in Europa e Asia centrale, 30% in Asia orientale e Pacifico, 28% in Australia e Nuova Zelanda, 21% in America, 33% in America Latina, fino ad arrivare al 40% nel continente africano e al 43% nell’Asia meridionale.
“Le violenze fisiche e verbali sono pane quotidiano. Quando lo racconti, normalmente ti chiedono subito ‘ma è la prima volta?’. Alcune di noi sono abituate, proprio come sono abituate a mangiare l’ ugali”, spiega una donna tanzaniana a un gruppo di studio della World Bank . E ciò che è peggio: una donna su tre ha detto di giustificare le violenze subite dal marito.
La banca però ha anche riscontrato che le donne con una maggiore educazione risultano essere meno soggette ad abusi. L’87% di loro sono in grado di rifiutare rapporti sessuali con il proprio partener. Nello specifico, le donne con una parziale o completa educazione hanno un rischio di subire violenze inferiore rispetto alle donne non istruite relativamente dell’11 e del 36%.
Un cambio di norme sociali e leggi, parallelamente a gruppi di lavoro che cercano di ragionare con gli uomini rimangono un obiettivo primario nei paesi con un alto tasso di violenza sulle donne. Ma altrettanto importante è la tutela dell’istruzione femminile, soprattutto dal momento in cui è in grado di vaccinare la società contro la misoginia.